venerdì 1 aprile 2016
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ROMA. Potrà tornare ora all’azienda di famiglia Federica Guidi, figlia 49enne di Guidalberto, anche lui in passato 'numero due' di Confindustria, e grande amico di Silvio Berlusconi. Dopo la laurea in Legge, dal 1996 al 2005 si è occupata appunto della 'Ducati Energia'. In seguito ha iniziato la carriera nell’associazione di categoria. Dapprima come presidente dei giovani dell’Emilia-Romagna. Poi a livello nazionale, affiancando fino al 2008 come vice dei baby-industriali un altro nome approdato in politica (ma nel Pd), Matteo Colaninno. Dal 2008 al 2011 - quando viale dell’Astronomia era sotto la guida di Emma Marcegaglia - è stata presidente dei giovani e vicepresidente nazionale. Appena nominata ministro, la Guidi è passata indenne da una mozione di sfiducia presentata dal M5S, per presunti conflitti di interesse. Sospetti poi archiviati da un’indagine dell’Antitrust. Di lei si è parlato come il lascito del Patto del Nazareno al governo Renzi. Appena insediata, infatti, si cominciò a dire subito che per la casella dello Sviluppo economico l’ex premier avesse perorato il nome della ex presidentessa dei Giovani industriali. Tanto che diversi giornali di quel febbraio del 2014 riferivano il retroscena dell’esultanza dell’uomo di Arcore con i suoi: «Abbiamo un ministro, pur essendo all’opposizione». Non solo, fonti azzurre attribuivano il «capolavoro» a Denis Verdini, oggi uscito da Forza Italia, proprio per puntellare in diversi casi la maggioranza del premier fiorentino. Alcune altre ricostruzioni davano la Guidi a cena a casa Berlusconi appena dopo la nomina. Circostanza da lei smentita. «Lo conosco e l’ho incontrato diverse volte», ammise, aggiungendo però di non aver ricevuto la proposta di una candidatura alle Europee 2014. Mentre per le politiche del 2013 era stata lei a declinare l’offerta di un posto in lista con il Pdl. Poi l’approdo al Mise: «Renzi non mi ha chiesto appartenenze politiche – disse –. Sono nel governo solo come imprenditrice, privato cittadino e per la mia storia professionale». In questi due anni parecchi i negoziati per le tante crisi aziendali. Quelli chiusi con accordi, come la Wirhlpool e la Ast di Terni, quelli ancora aperti come l’Ilva. Ma anche missioni all’estero per promuovere il 'made in Italy', storica quella che ha rilanciato i rapporti tra Italia e Iran. Porta la sua firma il ddl concorrenza in esame al Senato.
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