lunedì 19 febbraio 2018
L'esponente di Leu non risparmia nemmeno Renzi: «Ammicca a Berlusconi». Centrodestra ancora alle prese con la scelta del premier. Intanto Gentiloni lancia l'esenzione del canone Rai per gli over75
Gentiloni bis, D'Alema contro Prodi: «È lui che sbaglia».
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Dopo una domenica in cui i tutti leader hanno spiegato il loro programma nei principali salotti televisivi, la seconda settimana prima del voto si apre con una diatriba tutta interna al centrosinistra soprattutto sull'appoggio ad un Gentiloni bis, in particolare tra Massimo D'Alema oggi tra i massini esponenti di Liberi e Uguali e Romano Prodi che la settimana scorsa aveva riconosciuto all'attuale premier il lavoro svolto definendolo «la serietà al governo». «Diciamo la verità, non si può votare Gentiloni — dice D’Alema a radio Capital — la legge elettorale scandalosa prevede che ci sia il Pd e il capo del Pd che si chiama Matteo Renzi e se ci fossero dubbi su questo Renzi ha fatto liste con stile padronale... Quindi non si vota per Gentiloni ma per Renzi».

Poi l’affondo, rivolgendosi a Prodi: «A Romano dico con grande amicizia — conclude D’Alema — che dicendo che vota Insieme voterà per Casini e per Renzi, e ritengo che non sia utile né al paese né al centrosinistra. È lunare pensare che possa vincere il Pd». Poi rispondendo a Romano Prodi che ha detto che sono «compagni che sbagliano» quelli che hanno lasciato il Pd, D'Alema dice: «È la stessa cosa che io penso di lui». Infine una battuta sull'attuale segretario del partito democratico, nel quale ammette potrebbe pensare in futuro di rientrare se ci fossero altri dirigenti. «Quando Renzi dice mai alleati con gli
estremisti, ammicca a Berlusconi - spiega - Sono tutti calcoli di cortissimo respiro».

Pronta la replica anche di Pier Ferdinando Casini: «D’Alema dopo aver passato una vita a cercare alleanze più ampie, oggi si è chiuso nel fortilizio dei risentimenti e delle ridicole autosufficienze — dice il candidato dei moderati nella coalizione di centrosinistra — Mi dispiace per lui, ma la realtà è difficile da alterare: chi vota una delle liste del centrosinistra ha la speranza di vincere i collegi uninominali. Chi vota Leu ha al massimo la speranza di farlo vincere alla Lega o al M5S».

Torna sull'argomento anche il leader di Leu, Pietro Grasso, che rispondendo ad una domanda su Paolo Gentiloni dice: «Non
dimentichiamo che Gentiloni è quello che ha posto tre fiducie alla Camera e cinque al Senato per approvare una legge elettorale truffa, perché come abbiamo visto si dà un voto a una lista e si eleggono altri di un altra lista».

Il centrodestra

Mentre a sinistra gli ex colleghi di partito si tolgono qualche sassolino dalla scarpa, nel centrodestra ancora si discute sulla scelta del candidato premier. «Io rispetto i patti. Se Forza Italia prende un voto più di noi, sceglie il presidente del Consiglio. Purché accetti il programma che abbiamo firmato tutti», precisa in un'intervista al Qn, il leader della Lega, Matteo Salvini che con pone veti neppure a Tajani o Draghi. Dalle colonne del Mattino, invece, Silvio Berlusconi intanto spiega le sue ricette per rilanciare il Paese: «Ridurre le tasse fa bene non soltanto all'economia, ma anche ai conti dello Stato». E da Bruxelles il Cav incassa anche il sostegno del presidente del Ppe Joseph Dahl dà il suo appoggio ad un governo di centrodestra a trazione FI, con Berlusconi come garante.

Gentiloni: niente canone Rai per gli over75

È invece partita con l'annuncio di un decreto «che aumenta la fascia di reddito per le persone over 75 esentate dal pagamento del canone della Rai» estendendo la gratuità dell'imposta dalle attuali 115 mila a 350 mila persone, la settimana politica del premier Paolo Gentiloni. Un provvedimento a firma di Pier Carlo Padoan e Carlo Calenda, due dei ministri sui quali il presidente del Consiglio sta facendo maggiore affidamento in questa fase di avvicinamento alle urne del 4 marzo.



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