giovedì 8 novembre 2018
Occorrono più dati e meglio organizzati. Al via la prima ricerca che coinvolgerà i giovani delle Schola Occurrrentes. L'impegno della Fondazione Carolina
Lotta al cyberbullismo, nasce l'Osservatorio voluto da papa Francesco
COMMENTA E CONDIVIDI

Pochi dati, non integrati tra loro e privi di strumenti omogenei di rilevazione. Questo il principale limite che caratterizza la lotta globale al cyberbullismo e il punto di partenza da cui prenderà le mosse il lavoro dell’Osservatorio internazionale sul cyberbullismo (Ico), presentato nella sede di Radio Vaticana. Una struttura promossa da Fondazione Scholas Occurrentes – voluta da Papa Francesco per promuovere il diritto all’educazione grazie alla rete di oltre 440 istituti in tutto il mondo – e da Fondazione Carolina, ideata dal padre di Carolina Picchio, Paolo, in memoria della figlia, prima vittima accertata di cyberbullismo in Italia.

Il primo congresso ad aprile

Già da oggi partirà la prima ricerca dell’Ico, con un questionario che verrà diffuso in tutte le scuole della rete di Scholas. I risultati saranno presentati ad aprile 2019 a Castel Gandolfo, nel corso del primo convegno internazionale sul rapporto tra minori e web. Un gruppo di ricerca è già al lavoro da ieri nella cittadina sede della residenza estiva dei pontefici, un momento di ascolto e confronto che andrà avanti fino a sabato con giovani provenienti da Spagna, Italia e Portogallo. Al congresso di aprile, oltre ai giovani di ogni cultura e provenienza, saranno invitati istituzioni governative ed esperti di trenta paesi diversi. Sarà l’occasione per analizzare i risultati dello studio, riflettere sul panorama legislativo attuale e mettere a punto nuovi strumenti di prevenzione e supporto alle vittime.

Alcuni dati

Secondo alcune stime, nel mondo almeno un bambino su quattro è stato vittima di bullismo o cyberbullismo. In Italia, primo Paese europeo a legiferare in questa materia specifica, «al 2018 possiamo dire che abbiamo 1200 nuovi casi ogni anno, di cui l’80% dovuti a Internet – ha sottolineato Luca Bernardo, direttore del Centro di coordinamento nazionale sul cyberbullismo del Miur –. Sono più di 200 i ragazzi ricoverati e il 50% di questi ha tentato il suicidio. La vittima più giovane, ricoverata alcuni anni fa, aveva solo 9 anni». «I principali responsabili del bullismo siamo noi – ha evidenziato Josè Maria del Corral, presidente di Scholas –. Ad ogni atto di bullismo c’è un gruppo silenzioso che tace, che festeggia o che non ha il coraggio di denunciare. Il bullo, in questo modo, si sente applaudito».

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: