martedì 9 marzo 2010
Con 476 voti a favore e due astensioni la Camera ha definitivamente approvato la legge sulle cure palliative e sulle terapie del dolore. Creato un fondo di 150 milioni di euro per il trienno 2010-2012. Il provvedimento che interessa oltre 250mila famiglie con malati, fra loro anche 11mila bambini. Tariffe e strutture omogenee in tutta Italia.
  • Buon testo, da applicare bene di Assuntina Morresi
  • Cosa prevede la legge
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    Le disposizioni per garantire l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore sono legge. Ieri la Camera quasi all’unanimità, 476 "sì" e 2 astensioni, ha approvato definitivamente la norma che assicura tali interventi nell’ambito dei livelli essenziali di assistenza con un fondo, cui potranno attingere le regioni, di 150 milioni di euro per il triennio 2010-2012. Il Pd, però, si è astenuto sull’ultimo articolo ritenendo le risorse insufficienti. Tra gli aspetti innovativi, il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, ha annoverato l’istituzione delle reti e «il progetto "Ospedale-territorio senza dolore", che conta su un modello organizzativo integrato nel territorio». Dunque «un traguardo importante che migliora la qualità della vita» di chi è «in condizioni di sofferenza fisica e che sostiene le famiglie». «Un importante successo» anche per il sottosegretario Eugenia Roccella la quale ha ricordato che al Senato, un anno fa, la maggioranza «ha voluto un percorso separato e parallelo» per le cure palliative e le dichiarazioni anticipate di trattamento (dat), mentre l’opposizione l’accusava di non volere il provvedimento varato ieri. Invece così si è arrivati ad un’approvazione «unanime e più rapida». Quindi adesso resta «da portare a termine l’impegno concludendo l’iter della legge sul biotestamento, per la quale è necessario mantenere la stessa attenzione verso le persone fragili e assicurare un attento equilibrio fra la tutela della vita e la libertà di scegliere le terapie». Il sottosegretario Francesca Martini considera fondamentale nella legge approvata anche la semplificazione della prescrizione dei farmaci oppiacei non iniettabili, che consentirà ai medici del Servizio sanitario nazionale di prescriverli. Il rush finale del provvedimento, varato in prima lettura a Montecitorio a metà settembre dello scorso anno e lievemente modificato dal Senato, è stato il frutto di una duplice variazione del programma della seduta di ieri dell’aula della Camera per iniziativa delll’opposizione che è riuscita due volte a battere la maggioranza. È stata prima rinviato ad oggi il decreto sugli enti locali e poi si è deciso di far precedere le cure palliative al dl sull’agenzia per i beni confiscati alla mafia.«Messo a nudo il cinismo della destra – ha immediatamente commentato Livia Turco per il Pd –. Adesso tutti sanno chi non vuole la legge sulle cure palliative». Ma il presidente della commissione Affari sociali, Giuseppe Palumbo, del Pdl relatore del provvedimento si è detto lieto che «l’opposizione si sia lasciata guidare dal buonsenso ed abbia rivisto lo schema dell’ostruzionismo». Sempre nel Pdl, Domenico Di Virgilio ha ricordato che il provvedimento è stato calendarizzato in aula in quota al suo gruppo, che per primo lunedì ha chiesto l’inversione dell’odg, «e ancora prima l’approvazione in sede legislativa alla commissione Affari Sociali e, in ambedue i casi, il Pd si è opposto». Circa 250mila gli utenti potenziali ogni anno, ha evidenziato, 11mila dei quali bambini. Con questa legge il Parlamento, ha notato il leghista Massimo Polledri, «intende affermare che la malattia non è una sconfitta e che non esiste alcuna condizione di cui bisogna vergognarsi».Dalle file dell’Udc Paola Binetti, il cui nome figura al primo posto all’inizio della legge, si è detta «felice» perché maggioranza ed opposizione hanno arrestato le polemiche «unite dall’obiettivo di assistere i malati più gravi nel miglior modo possibile fino al termine della loro vita». Dunque «una pagina di bella politica». «Un grande vuoto è stato colmato – ha sottolineato il capogruppo dei deputati Democratici, Dario Franceschini – grazie alla tenacia e alla determinazione del Pd». Infine plaude l’associazione Scienza & Vita, per la «risposta tangibile», ha commentato il copresidente Lucio Romano, «a qualsiasi forma di abbandono» che «riporta al centro la dignità dell’essere umano, in particolare nel momento della sua massima fragilità». La priorità conferita nel Piano sanitario nazionale «rivela l’importanza e la necessità» della legge, che ha permesso «si raggiungesse un risultato condiviso, espressione di un’amplissima maggioranza trasversale e testimonianza di civiltà assistenziale e di presa in carico della sofferenza».
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