mercoledì 24 ottobre 2018
Duro intervento in aula dell'accusa: «Subito dopo il pestaggio partita attività di inquinamento delle prove che ha fatto coinvolgere persone senza responsabilità» nella morte del geometra romano
Il pm: «Vicenda costellata di falsi. Ordini arrivati dall'alto»
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La vicenda che ha portato alla morte di Stefano Cucchi «è costellata di falsi, da dopo il pestaggio» ed è «proseguita in maniera ossessiva» anche dopo la morte del geometra romano. Non solo, per il pm Giovanni Musarò - che oggi ha parlato in apertura dell'udienza del processo a carico di cinque carabinieri - modifiche sono state apportate agli atti per ordini dall'alto. «C'è stata un'attività di inquinamento probatorio che ha indirizzato in modo scientifico prove verso persone che non avevano alcuna responsabilità e che sono state sottoposte a giudizio», affermato il pubblico ministero.

Atti sullo stato di salute non modificati da un singolo militare

«Quello che ha detto il carabiniere Fancesco Di Sano nell'udienza del 17 aprile è vero: la modifica dell'annotazione di servizio sullo stato di salute di Cucchi non fu frutto di una decisione estemporanea e autonoma di un militare ma fu l'esecuzione di un ordine veicolato dal comando di stazione, che a sua volta recepì un ordine dal comandante di Compagnia, che a sua volta aveva recepito un comando dal gruppo», spiega Musarò, che ha così motivato la sua decisione di depositare nuovi atti istruttori. «Solo così si può capire il clima che si respirava in quei giorni e perché quella annotazione del 22 ottobre sia stata fatta sparire senza che nessuno ne parlasse per nove anni», ha aggiunto il rappresentante dell'accusa.


In aula arriva anche il Guardasigilli Bonafede

Nell'aula della Corte d'Assise, dove sono proseguite le testimonianza di detenuti e medici sulle condizioni di Cucchi, siè presentato anche il ministro della Giustizia Alfonso Bonafade, che si è incontrato con la sorella di Cucchi, Ilaria, da sempre imegnata nella ricerca della verità. «Le ho detto che stiamo lavorando affinché casi come il suo abbiano giustizia in tempi brevi. Non tutte le famiglie hanno persone con la determinazione di Ilaria e non è giusto che chi chiede giustizia debba far conto sulla propria determinazione per ottenerla, senza entrare nel merito del processo», ha riferito il Guardasigilli.

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