mercoledì 5 giugno 2013
Le assoluzioni decise per insufficienza di prove. L’avvocato di parte civile: Dire che Stefano è morto per malasanità è un insulto alla sua memoria. Tensione in aula I pm - che avevano chiesto di condannare tutti gli imputati - valutano se presentare ricorso in appello. Disposto un risarcimento di 300mila euro. La sorella: non mi arrendo.
SECONDO NOI Prima di tutto la verità
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Condannati i medici, per un reato più lieve di quello contestato. Assolti tutti gli altri: non solo gli infermieri, ma anche gli agenti penitenziari che i pm accusavano di avere brutalmente pestato Stefano Cucchi. La sentenza di primo grado sulla morte del ragioniere romano di 31 anni - arrestato il 16 ottobre 2009 per possesso di droga e morto il 22 ottobre - annichilisce la famiglia, ma non soddisfa nemmeno i pubblici ministeri che valuteranno se impugnarla. Perché questa verità processuale derubrica una vicenda - drammatica e inquietante per la stessa credibilità delle istituzioni - a un banale caso di malasanità, come constata Luigi Manconi. I giudici della terza corte d’assise di Roma, presieduta da Evelina Canale, ha condannato sei dei dodici imputati, cioè i medici. Assolti i tre infermieri e i tre agenti penitenziari, secondo quanto dispone il secondo comma dell’art. 530 del codice di procedura penale, che rispecchia la vecchia formula dell’insufficienza di prove. Alla lettura del verdetto proteste e grida dal pubblico, tra cui i familiari di altre persone decedute durante l’arresto: «Vergogna, assassini, questa non è giustizia».Per i medici la Corte ha deciso di derubricare l’accusa da abbandono di persona incapace a omicidio colposo. Due anni di reclusione ad Aldo Fierro, primario del reparto di medicina protetta dell’ospedale Sandro Pertini dove fu ricoverato e morì Cucchi. Un anno e quattro mesi ai medici Stefani Corbi, Flaminia Bruno, Luigi Preide De Marchis e Silvia Di Carlo. A un altro medico, responsabile del reparto, Rosaria Caponetti, otto mesi per l’accusa di falso. Per tutti la sospensione condizionale. Assolti i tre infermieri Giuseppe Flauto, Elvira Martelli e Domenico Pepe. Ugualmente assolte le guardie carcerarie accusate di avere picchiato violentemente Stefano durante la custodia nella camera di sicurezza del palazzo di giustizia: Nicola Menichini, Corrado Santantonio e Antonio Dominici.I pm Vincenzo Barba e Maria Francesca Loy avevano chiesto condanne per tutti: per i medici pene tra i 6 anni e 8 mesi e i 5 anni e sei mesi, 4 anni per gli infermieri, 2 anni per gli agenti. A lasciarli insoddisfatti è soprattutto l’assoluzione dei paramedici e delle guardie: «Poco importa che sia cambiato il reato dei medici. La parte della sentenza che non ci ha soddisfatti sarà ora da noi valutata – dicono – e quando avremo letto le motivazioni si deciderà se la sentenza debba essere impugnata».La sentenza addolora la famiglia Cucchi, già in disaccordo con la linea dei pm, perché convinta del nesso di causalità tra il pestaggio e il calvario che ha portato alla morte del giovane. Amaro il commento dell’avvocato della famiglia Cucchi, Fabio Anselmo: «Tre anni fa l’avevo previsto. È un fallimento dello Stato perché considerare che Stefano è morto per colpa medica è un insulto alla sua memoria e a questa famiglia che ha sopportato tanto. È un insulto alla stessa giustizia. I medici sono stati condannati con pene lievissime. Stefano? È morto per colpa sua». In lacrime, ma non rassegnata, la sorella Ilaria: «Mio fratello è stato tradito dalla giustizia per la seconda volta. Non ci tireremo indietro. Nessuna sentenza ci avrebbe restituito Stefano ma calpestare mio fratello e la verità così non me lo aspettavo. Oggi capisco quelle famiglie che non affrontano questi processi perché sono dei massacri». «Me lo hanno ucciso un’altra volta – dice la madre Rita Calore – ma andremo avanti lo stesso».

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