sabato 26 settembre 2020
Il Comitato Tecnico Scientifico ha bocciato le proposte che erano state avanzate dalle Regioni
Cts: «Non ci sono le condizioni per aumentare il pubblico negli stadi»
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Il Comitato Tecnico Scientifico si è riunito oggi per decidere se allentare le regole sull'apertura degli stadi, ma ha dato parere negativo. Gli eventi sportivi, secondo gli esperti, restano pericolosi in tempo di epidemia. "Per quanto riguarda la partecipazione del pubblico agli eventi delle diverse discipline sportive e delle diverse serie - scrive il Cts - confermando che essi rappresentano la massima espressione di criticità per la trasmissione del virus – anche in considerazione del recente avvio dell’anno scolastico, il cui impatto sulla curva epidemica dovrà essere oggetto di analisi nel breve periodo – il Cts ritiene che, sulla base degli attuali indici epidemiologici ed in coerenza con quanto più volte raccomandato, non esistano – al momento – le condizioni per consentire negli eventi all’aperto e al chiuso, la partecipazione degli spettatori nelle modalità indicate dal documento predisposto dalla Conferenza delle Regioni e Province Autonome". Prima, riafferma il Comitato, bisognerà valutare l'impatto della riapertura delle scuole sulla diffusione del virus. Poi eventualmente si potrà pensare allo sport.

"Resta, comunque, imprescindibile assicurare - per ogni evento autorizzato dalle norme attualmente in vigore - la prenotazione e la preassegnazione del posto a sedere con seduta fissa, il rigoroso rispetto delle misure di distanziamento fisico di almeno 1 metro, l'igienizzazione delle mani e l'uso delle mascherine". Qualora l'evento non possa garantire le citate misure di prevenzione, "i numeri indicati nel Dpcm dovranno necessariamente essere ridotti dagli enti organizzatori e posti sotto la valutazione e la responsabilità delle autorità sanitarie competenti". Il Cts infine, "pur comprendendo le aspettative di un ritorno graduale degli spettatori alla fruizione in presenza degli eventi sportivi, ritiene che la proposta operata dalla Conferenza delle Regioni e Province Autonome potrà essere riconsiderata sulla base dei risultati del monitoraggio di impatto delle riaperture della scuola e della pubblica amministrazione".

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