mercoledì 4 marzo 2020
Lo ha nominato a maggioranza il plenum del Consiglio superiore della magistratura
Giuseppe Pignatone (a sinistra) e Michele Pristino (a destra)

Giuseppe Pignatone (a sinistra) e Michele Pristino (a destra)

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Michele Prestipino é il nuovo procuratore di Roma. Lo ha nominato a maggioranza il plenum del Csm. Prestipino, che ha 62 anni, ed è nato nella Capitale, era il reggente della Procura di Roma, da quando nel maggio scorso il suo predecessore, Giuseppe Pignatone, è andato in pensione. La sua scelta si pone nel solco della continuità , visto che è stato stretto collaboratore di Pignatone, prima a Reggio Calabria e poi a Roma.

A favore di Prestipino hanno votato
tutti i cinque togati di Area e i tre di Unicost (che inizialmente avevano sostenuto il procuratore di Firenze Giuseppe Creazzo, escluso però dal ballottaggio), tre consiglieri di Autonomia e Indipendenza (Piercamillo Davigo, Giuseppe Marra e Ilaria Pepe) e due laici del M5S, Alberto Maria Benedetti e Fulvio Gigliotti e il pg della Cassazione Giovanni Salvi.

A favore di Lo Voi hanno votato invece i tre togati di
Magistratura Indipendente , il primo presidente della Cassazione Giovanni Mammone, i due laici di Forza Italia Michele Cerabona e Alessio Lanzi e il laico del M5S Filippo Donati. Astenuti i togati Sebastiano Ardita e Nino Di Matteo, entrambi eletti con Autonomia e Indipendenza, e il laico della Lega, Emanuele Basile. Non ha partecipato la voto il vice presidente del Csm, David Ermini.

Prestipino è in magistratura dal 1984: a inizio carriera ha svolto funzioni di pretore ad Avezzano, poi di magistrato di sorveglianza a L'Aquila. La sua esperienza da pm inizia nel 1996, a Palermo, per diventare quindi nel 2008 procuratore aggiunto a Reggio Calabria, passato, con lo stesso ruolo, nel 2013 a Roma. Tra i processi di spicco di cui si è occupato alla Dda di Palermo, quello a carico di Totò Riina e Bernardo Provenzano per la strage di viale Lazio. La sua, nel capoluogo siciliano, viene definita una "complessa attività" che ha portato alla cattura di decine di grandi latitanti, tra cui quella di Provenzano nel 2006. Da ricordare, anche l'indagine "Talpe alla Dda", che ha portato alla condanna dell'allora presidente della Regione Sicilia Salvatore Cuffaro. A Reggio Calabria, Prestipino ha coordinato le attività relative all'indagine "Crimine" e ai procedimenti connessi, che hanno consentito una ricostruzione assolutamente nuova degli attuali assetti della 'ndrangheta e dei rapporti tra le cosche reggine e quelle esistenti in Lombardia e in altre parti d'Europa e del mondo. Per quanto riguarda gli ultimi anni a Roma, nella sua delibera il Csm ricorda in particolare il processo "Mafia Capitale", oltre alle indagini sui Fasciani, gli Spada e i Casamonica.

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