mercoledì 14 luglio 2010
Il presidente della Repubblica, rivolgendosi al sindaco di Udine Furio Honsell e ai consiglieri comunali, ha riaffermato la «lungimiranza» della nostra Carta. A proposito della crisi economica ha sostenuto che «nessuna parte politica può sottrarsi alla responsabilità collettiva di alleggerire in modo decisivo e di consolidare il bilancio pubblico riducendo il debito».
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Giorgio Napolitano, rivolgendosi al sindaco di Udine, Furio Honsell, e ai consiglieri comunali di Udine,ha riaffermato la «lungimiranza» della Costituzione vigente, approvata a dicembre del 1947, sul tema delle autonomie. «Sono saldate nello stesso articolo la inscindibilità della nazione italiana e la promozione delle autonomie». Due principi, ha detto il presidente della Repubblica a Udine, profondamente attuali sviluppati con le Regioni a Statuto speciale, nate con la stessa Costituzione, e le Regioni a statuto ordinario del 1970.Oggi, ha aggiunto Napolitano, si deve proseguire sulla strada tracciata perchè «una Italia unita senza la coesione nazionale si perderebbe nel grande e tumultuoso fiume della globalizzazione. L'unità nazionale si può promuovere facendo conoscere la Costituzione e promuovendo le autonomie. Io sono profondamente impegnato nella difesa dei valori costituzionali. Ma piuttosto che usare l'espressione "difendere la Costituzione" amo dire che è necessario far vivere e attuare la Costituzione, attuare anche il nuovo Titolo V che ha segnato la strada per uno sviluppo anche in senso federalistico del principio autonomistico che trovò già forma felice nella prima formulazione della Costituzione».«Si riveda ciò che è necessario, si garantisca il massimo di semplificazione nell'articolazione del nostro Stato», ha detto Napolitano raccomandando di salvare i vari livelli di autonomia regionale e locale e di riconoscere «l'importanza decisiva dei Comuni che sono le istituzioni più vicine ai cittadini e ai loro bisogni». A proposito della crisi economica, il capo dello Stato ha affermato che «nessuna parte politica può sottrarsi alla responsabilità collettiva di alleggerire in modo decisivo e di consolidare il bilancio pubblico riducendo il debito che noi abbiamo accumulato e che è un pesante fardello sulle nostre spalle».
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