sabato 15 febbraio 2014
Dopo le consultazioni Napolitano ha mostrato contenuta soddisfazione. Ma i tempi della crisi si allungano, i nodi per il varo del Renzi I aumentano. Nessun vero incidente di percorso, ma il quadro appare un po' più complicato del previsto.
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I tempi della crisi si allungano, i nodi per il varo del Renzi I aumentano. Nessun vero incidente di percorso, ma la giornata di consultazioni restituisce un quadro certo più complicato rispetto alla vigilia. Il commento di Giorgio Napolitano è però ispirato a contenuta soddisfazione dopo queste consultazioni che, nonostante la loro rapidità e lo diserzione sprezzante di M5S e Lega, «non hanno avuto nulla di rituale o formale, con tutte le delegazioni impegnate che sono entrate nel merito di valutazioni sulla crisi, sulle sue prospettive di soluzione». Un giorno e mezzo, insomma, «interessante e ricca di stimoli e indicazioni». Dal Quirinale però non arrivano segnali di accelerazione, neanche in via ufficiosa. E tutto conferma l’idea che ora occorra un surplus di riflessione in più. Il che rende inverosimile che l’incarico possa arrivare già nelle prime ore di oggi, e le ipotesi in campo restano due, per la convocazione: o il pomeriggio di oggi o più probabilmente domani. C’è l’esigenza di far registrare prima al presidente incaricato tutte le indicazioni che da queste consultazioni sono venute dai partiti, «indicando temi e priorità che si augurano siano al centro dell’attività di chi avrà l’incarico». E «la massima rapidità alle consultazioni» è servita «per poi dare spazio e serenità per il lavori successivi», così il premier incaricato «avrà tutto il tempo necessario per i suoi approfondimenti e interventi», sottolinea Napolitano L’elemento più importante che il Quirinale registra è l’interesse diffuso registrato da parte di tutti i partiti che hanno accettato l’invito al Colle al prolungamento della legislatura, finalizzato a realizzare finalmente quel quadro di riforme condivise sempre auspiscato e mai avviato. Un orizzonte che vede interessato anche Forza Italia, al di là del clima non certo disteso con cui si è svolto l’incontro ieri con Silvio Berlusconi, protrattosi per quasi mezz’ora. Ma nell’ottica del Colle c’è il bicchiere mezzo pieno del canale di comunicazione aperto. Berlusconi infatti promette «opposizione responsabile» e assicura: «Manteniamo l’accordo e gli impegni sulle riforme». Il giro di consultazioni ha però sgombrato il campo da ogni ipotesi di modifica del quadro politico che dovrà reggere questo governo. Angelino Alfano aveva detto con chiarezza che, se ci saranno nuovi ingressi a sinistra, sarà lui a non starci. Con altrettanta chiarezza poco dopo Nichi Vendola ha chiarito che il pericolo non c’è, né c’è mai stata l’ipotesi. Ma è stato proprio il segretario del Ncd il più risoluto, fra i componenti della maggioranza, nel rimarcare che l’appoggio non è scontato. «Vogliamo vederci chiaro fino in fondo», ha detto Alfano. «Non basteranno 48 ore per trovare un accordo sul prossimo programma di governo a maggior ragione se si desidera fare "cose grandi" e se "l’ambizione è grande"», ha avvertito il segretario del Ncd, con chiaro riferimento alle parole di Renzi. E più riflessione sul programma chiedono anche i Popolari dell’Italia con Lorenzo Dellai. Per cui se è comprensibile, e nello stile del premier in pectore, il suo timing che prevede lo scioglimento della riserva e la lista dei ministri già mercoledì, in quello del Colle ancora non scadenzato rigorosamente c’è anche l’ipotesi di un allungamento dei tempi, anche a fine settimana.
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