venerdì 7 settembre 2012
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​Si profila un autunno caldo per il settore bancario con piani di tagli su sportelli e personale. Più di un istituto, di fronte al perdurare della crisi, è già corso ai ripari con programmi sugli esuberi. E i numeri sono da capogiro. Secondo i sindacati a rischio ci sono 20mila posti. Il tema è tornato d'attualità anche al workshop "Ambrosetti" in svolgimento a Cernobbio, sul lago di Como.«C'è ovunque nel settore bancario, quindi in qualche modo andrà affrontato», è stato il laconico commentodell'amministratore delegato di Unicredit, Federico Ghizzoni, che ha indicato anche che attualmente l'istituto «non ha un piano preciso sul tema». Piazza Cordusio, come ricordato dal manager ha indicato «nel vecchio piano», annunciato ad ottobre 2010, 3.500 uscite. Nel nuovo piano industriale «c'era poi la disponibilità a discutere con il sindacato per il periodo 2012-2015». La riforma delle pensioni ha però fatto ritardare qualsiasi decisione tanto è vero che «adesso - ha spiegato lo stesso Ghizzoni - ci dobbiamo incontrare e decidere cosa fare».Il fronte sindacale è comunque già sul piede di guerra. A fine luglio in Unicredit è stato indetto uno sciopero per la mancata erogazione del premio aziendale relativo al 2011. E hanno incrociato le braccia anche in Intesa SanPaolo e Mps. «Credo che sia difficile esprimere dei numeri, è più facile dare i numeri che esprimere una valutazione puntuale», è stato il commento  del consigliere delegato di Cà de Sass, Enrico Tommaso Cucchiani.Su numeri precisi, invece, si sta lavorando a Rocca Salimbeni: il business plan 2012-2015 passa per 4.600 esuberi e la chiusura di 400 sportelli. Il tavolo tra azienda è nel vivo con un nuovo incontro programmato per il prossimo martedì (11 settembre). Ciò che maggiormente preoccupa i sindacati è la proposta della banca di esternalizzare 2.350 dipendenti.    Tra le altre banche anche Ubi sta rivedendo la propria struttura organizzativa e, all'insegna dei risparmi, punta a ridurre il proprio organico di circa 1.500 dipendenti. La sforbiciata prevede, tra l'altro, un dimensionamento complessivo della rete di filiali con la chiusura/vendita di 44 sportelli e la trasformazione di 78 in minisportelli. Mentre la Banca Popolare di Milano targata Bonomi-Montani ha ha varato piano taglia-costi che colpisce ben 3.000 dipendenti di cui 700 come esuberi.
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