venerdì 26 maggio 2017
Altri dodici condannati nei patteggiamenti e riti abbreviati. Tra chi andrà a processo, che inizierà il 16 novembre, anche il consigliere delegato fino al 2011 padre Franco Decaminada
L'ingresso dell'Idi durante la manifestazione dei lavoratori nel 2013

L'ingresso dell'Idi durante la manifestazione dei lavoratori nel 2013

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Ventiquattro rinvii a giudizio, due condannati e una decina di patteggiamenti con pene fino a 3 anni e quattro mesi di reclusione. È quanto deciso dal gup di Roma per le persone coinvolte nell’inchiesta sul dissesto milionario della "Provincia italiana della congregazione dei Figli dell’Immacolata concezione", ente ecclesiastico a cui fanno capo tra l’altro, l’Istituto dermopatico dell’Immacolata (Idi), il San Carlo di Nancy e Villa Paola. A processo che inizierà il prossimo 16 novembre, tra gli altri finiscono anche padre Franco Decaminada, consigliere delegato dell’Idi. La procura contesta, a seconda delle posizioni, la bancarotta fraudolenta, l’emissione e utilizzo di fatture false e l’occultamento di scritture contabili e riciclaggio in relazione a tutta una serie di attività di spoliazione dei beni avvenute tra il 2007 ed il 2012.


Tra chi sarà alla sbarra a novembre anche Domenico Temperini, ex amministratore di Idi-Farmaceutici nonché direttore generale pro-tempore di Idi-Sanità, e Antonio Nicolella, ex membro del Cda del Consorzio Servizi Ospedalieri. Tutti, a cominciare da Decaminada, furono arrestati nell’aprile del 2013. Il gup Fabio Mostarda ha anche disposto un’assoluzione e alcuni proscioglimenti su reati oramai prescritti.

La vicenda

L’inchiesta prese le mosse da un esposto nel quale alcuni dipendenti dell’Idi lamentavano il mancato versamento degli stipendi e
segnalavano una serie di incongruenze nella gestione amministrativa della struttura sanitaria.
Fu la Guardia di finanza, cui la
Procura affidò le verifiche tributarie, a portare alla luce l’esistenza di circa 845 milioni di euro di passivo patrimoniale e di oltre 82 milioni a titolo di distrazione, più l’utilizzo indebito
di altri 6 milioni di fondi pubblici. Gli accertamenti, nel maggio 2013, sfociarono in un maxisequestro di beni per sei milioni di euro riconducibili a Decaminada e Temperini. Dopo un periodo commissariale, dall’ottobre 2016 l’Idi ha intrapreso un percorso di risanamento e crescita guidato dalla nuova presidente Maria Pia Garavaglia.

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