venerdì 6 ottobre 2017
Per il banchiere confermati 4 anni di reclusione. Nuovo processo per l'ex patron del gruppo alimentare Sergio Cragnotti
Crac Cirio, condanna definitiva per Geronzi
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Per il crac della Cirio la corte di Cassazione ha reso definitiva la condanna a 4 anni di reclusione per il banchiere Cesare Geronzi e in parallelo ha disposto un nuovo processo per il patron del gruppo agroalimentare, Sergio Cragnotti. Nel complesso comunque i giudici hanno confermato quasi totalmente il verdetto del 10 aprile 2015 della Corte d’Appello di Roma. Per Geronzi 3 anni sono coperti dall’indulto. Sono state rese invece definitive invece le condanne per il figlio di Cragnotti, Andrea, che aveva 2 anni e 4 mesi di reclusione coperti da indulto e confermata l’assoluzione per gli altri due figli del manager, Elisabetta e Massimo. La Suprema Corte ha confermato per Filippo Fucile (3 anni e 10 mesi), gli ex funzionari della Banca di Roma Pietro Locati e Antonio Nottola (2 anni), Ettore Quadrani, ex consigliere del gruppo Cirio (3 anni e 4 mesi).
Il nuovo esame richiesto per Cragnotti riguarda il capo dell’imputazione relativo alla vicenda "Bombril". Secondo quanto ha affermato il suo difensore, l’avvocato Massimo Krogh, la contestazione «è il capo fondamentale dal quale partivano i 7 anni di pena base, per questo è un risultato molto positivo».
«È una sentenza molto equilibrata ed è il giorno della rivincita morale e materiale per centinaia di migliaia di risparmiatori traditi che hanno perso tutto nel crac Cirio e che oggi ricevono giustizia dallo Stato», ha sottolineato l’avvocato Claudio Coratella che rappresenta le centinaia di piccoli risparmiatori che hanno rifiutato la strada delle transazioni. La sentenza della Cassazione prevede immediatamente l’esecutività del risarcimento per il 5% delle somme perse da ciascun risparmiatore danneggiato nel crac Cirio e per ottenerla sarà necessario aspettare il deposito delle motivazioni del verdetto. Poi si aprirà la strada, davanti al giudice civile, per chiedere il risarcimento integrale di tutti i danni subiti e lo chiederemo a tutti gli imputati che sono stati condannati, ha spiegato il legale.
La bancarotta da 1,125 miliardi di euro della Cirio, esplosa nel 2003, spazzò via risparmi di oltre 35mila investitori, anche se solo 13mila si sono costituiti parte civile nel processo.

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