martedì 19 ottobre 2021
C'è però una incongruenza politico-scientifica per i lavoratori che arrivano dall'Est Europa vaccinati con Sputnik: per loro nessuna deroga, ma ai cittadini di San Marino (stesso vaccino) è stata data
In fila per eseguire i tamponi presso una farmacia del centro di Torino

In fila per eseguire i tamponi presso una farmacia del centro di Torino - Ansa

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Il Green pass obbligatorio per il lavoro continua a far crescere le richieste di vaccinazioni, segnala il commissario all’emergenza, il generale Francesco Figliuolo. Ma allunga anche le code davanti alle farmacie di chi ha deciso di effettuare il tampone per ottenerlo.

Con qualche incongruenza: su tutte, il caso delle badanti, che se vaccinate con il vaccino russo Sputnik (come molte che provengono dall’Est Europa) non possono essere ammesse nelle case, mentre per i cittadini sammarinesi (anch’essi vaccinati con Sputnik) è stata prorogata dal governo l’esenzione dal Green pass fino al 31 dicembre.

Altri dati da monitorare sono i certificati di malattia: se venerdì 15, giorno di esordio dei nuovi obblighi, erano aumentati del 23% rispetto al venerdì precedente, ieri l’Inps ha segnalato un aumento più contenuto. Alle 17 di ieri erano stati presentati 152.780 certificati di malattia, con un incremento del 14,6% rispetto ai 133.270 raccolti alla stessa ora di lunedì 11 ottobre. Peraltro il commissario Francesco Figliuolo, si dichiara fiducioso di raggiungere in un mese la quota del 90% della popolazione completamente immunizzata.

Domenica sono stati scaricati altri 437mila Green pass, contro la media di 150mila delle scorse domeniche. Segnale che le farmacie continuano a essere in prima linea: infatti chi continua a non volersi vaccinare, può ricorrere al tampone rapido ogni 48 ore. E lunghe code continuano a registrarsi davanti alle farmacie, con il rischio concreto, che le scorte dei tamponi si esauriscano. La Federazione degli Ordini dei farmacisti italiani (Fofi) segnala che «nel giro di 3 giorni il numero dei test eseguiti è più che raddoppiato», ma il sistema non è andato in crisi grazie «all’impegno dei farmacisti di comunità, che hanno affrontato una situazione che non ha precedenti in Europa».

La Fofi si dichiara peraltro disponibile ad accrescere il proprio impegno e propone che «le farmacie, su base volontaria e previa autorizzazione dell’Asl competente, possano operare anche durante gli orari e le giornate di chiusura esclusivamente per l’esecuzione dei tamponi antigenici rapidi». Mentre dai senatori del M5s è venuta la proposta – in commissione Lavoro – con alcuni emendamenti dal decreto che ha introdotto il Green pass sui luoghi di lavoro di limitare a 5 euro il costo dei tamponi, e di esentare dall’obbligo di esibire la certificazione verde per chi lavora a distanza (lavoro agile o telelavoro) o all’aperto e in modo individuale.

Altra categoria sotto pressione sono i medici di famiglia. Il segretario nazionale della Federazione italiana medici di medicina generale (Fimmg), Silvestro Scotti, segnala che «ci sono piccoli gruppi di no vax, supportati in alcuni casi da studi legali, che cercano in ogni modo di ottenere dai medici di famiglia vaccinatori dei certificati di esenzione per evitare l’immunizzante e ottenere facilmente il Green pass».

«Non sono moltissime persone, saranno qualche centinaio, e vivono al Nord, tra Veneto, Friuli, Lombardia, Piemonte, alcuni in Emilia. Insomma zone del Paese molto produttive» continua Scotti, che conclude: «È chiaro che nessun medico ha firmato». Non riscontra invece, il segretario Fimmg, che siano aumentati i certificati di malattia: «Sono un medico di famiglia e personalmente tutto questo aumento non l’ho visto. Invece direi che le temperature si sono abbassate, sono arrivati dei virus stagionali, e mi sembra che dato il periodo siamo nella norma».

La strada maestra per ottenere il Green pass resta comunque la vaccinazione. Il ciclo vaccinale è stato completato ieri dall’81,31% della popolazione over12, mentre l’85,6% ha ricevuto almeno una dose e la terza dose è stata inoculata all’8,11% della popolazione oggetto di dose aggiuntiva o richiamo. Il commissario Figliuolo – ieri a Padova – si è detto fiducioso di poter raggiungere il 90% entro 30 giorni: «Ben venga il rialzo delle dosi arrivato con la notizia del Green pass esteso e consolidato il 15 ottobre. Ora vedremo se questo trend diventa strutturale, intanto la curva delle prime dosi si è stabilizzata attorno ai 60mila, in leggero rialzo, e se è così sono contento».

Figliuolo ha proseguito calcolando che «con 70mila vaccinazioni al giorno per 30 giorni ci portiamo a casa 2 milioni di persone vaccinate in più, il che ci aiuterebbe ad arrivare al 90% o a superarlo, e a quel punto avremo raggiunto un bell’obiettivo, che è il target che ci proponiamo». A quel punto, e «se i comportamenti continueranno a essere responsabili e le curve confermeranno l’andamento attuale», ha concluso il commissario «credo che il governo penserà un qualcosa che potrà andare verso un alleggerimento delle misure di contenimento attuali, come l’obbligo del Green pass».


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