martedì 31 ottobre 2017
La gaffe del Comune (che poi fa retromarcia). I genitori: non è un gioco, non c'è nulla da imparare. E l'evento è stato rimodulato dopo le proteste delle famiglie
Ansa

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Scordatevi le zucche stregate, il dolcetto e lo scherzetto. Roba superata a Pesaro dove per Halloween quest’anno vanno in scena le bambole voodoo. E l’invito a festeggiare arriva nientemeno che dal Comune con un evento rivolto ai bambini tra i 5 e gli 11 anni dal titolo 'Una serata da brivido al museo'.

Il programma prevede, testualmente, Storie di occhi perduti e se rispondi giusto sei salvo altrimenti perderai la vista! Pic-nic dei vampiri, la cena la portate voi ma il sangue lo offriamo noi. Costruzione della bambola voodoo e se proprio dovete prendervela con qualcuno, meglio un feticcio.

Il lancio promozionale dell’evento ha creato un’ondata di proteste senza precedenti in città e per una volta la festa di Halloween ha messo d’accordo cattolici e non credenti che si sono uniti sul tema della diseducazione in salsa voodoo proposta ai più piccoli. Per giorni la stampa locale ha dato voce allo sconcerto di tante persone.

Il settimanale interdiocesano Il Nuovo Amico ha pubblicato in prima pagina una lettera firmata da una cinquantina di genitori. «Tra le zucche e il voodoo c’è una bella differenza – scrivono le famiglie –. Si può pensare che sia solo un gioco, ma il bambino con il gioco impara. In questo caso, cosa dovrebbe imparare? Con il giochino del voodoo si impara a prendersela con gli altri, a creare un capro espiatorio, a colpire senza affrontare, senza farsi aiutare, di nascosto. Ci viene in mente qualcosa che si chiama bullismo».

E sulla stessa lunghezza d’onda si è mosso il pensiero più laico dell’edizione di Pesaro de Il Resto del Carlino che ha affidato una pagina intera allo psicologo Fabio Geminiani. «Leggendo la frase 'se proprio devi prenderla con qualcuno è meglio farlo con un feticcio' – spiega l’esperto – emerge un parallelismo con il bullismo e il cyber-bullismo. L’invito al voodoo è analogo: me la prendo con qualcuno che non reagisce, che non fa vedere la sua sofferenza e che quindi mi 'salva' dalla mia 'cattiveria'. Inoltre costruire un oggetto, una bambolina, quindi a forma di essere umano con la quale è facilissimo identificarsi, per poi distruggerla (togliere gli occhi, perdere la vista) come penitenza in un gioco, non dev’essere un’esperienza piacevole per un bambino. Evidentemente qualcosa è sfuggito a chi ha ideato l’iniziativa ma l’attenzione educativa deve essere prioritaria quando ci si rivolge ai minori, mi immaginavo qualcosa di più da un museo cittadino».

E mentre il Corriere Adriatico ha parlato apertamente di gaffe di Halloween del Comune di Pesaro, sul web il tam tam mediatico è risuonato in tutta Italia a macchia di leopardo. È nata una petizione popolare su Citizengo indirizzata al Comune per chiedere la sospensione dell’iniziativa. In poche ore la raccolta firme è arrivata a sfiorare quota ottomila. Di fronte all’eccezionalità della protesta i musei civici e l’Assessorato alla cultura, che fino a quel momento si erano difesi parlando di un semplice scherzo non compreso e di un palese errore di comunicazione, sono stati costretti alla retromarcia.

Ed ecco che scompaiono dall’invito tutti i riferimenti alle bevande color sangue, agli occhi strappati e al feticcio voodoo e al loro posto appare la 'costruzione della bambola Coraline con cena al sacco e racconti al buio'. Alla fine solo trenta bambini parteciperanno oggi alla 'Serata da brivido al museo', mentre fioriscono controproposte di vario tipo come quella di trascorrere Halloween insieme ai senzatetto della città oppure quella del lussuoso hotel Alexander Museum sul lungomare di Pesaro, che aprirà le sue stanze da fiaba per dire basta al grottesco invitando famiglie e bambini ad una festa all’insegna dei racconti e delle poesie dialettali.

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