giovedì 29 ottobre 2015
​I progetti dei vertici. È polemica sui soldi del canone dirottati extra-azienda. E scoppia il caso Varoufakis da Fazio: per andare in tv mille euro al minuto.
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Slide, determinazione e obiettivi ambiziosi. È questo il bagaglio con cui Antonio Campo Dall’Orto e Monica Maggioni si sono presentati all’audizione in commissione di vigilanza Rai. La coppia al vertice di viale Mazzini ha iniziato a raccontare le caratteristiche che dovrà avere la tv di Stato che verrà. La sfida è doppia. Si può sintetizzare con lo slogan 'costi bassi e più qualità'. Il nuovo direttore generale lo ha detto chiaramente: «Il sistema deve essere efficiente. Noi usiamo risorse pubbliche e non possiamo permettere alcuna forma di spreco. La trasparenza è fondamentale ». Meno soldi a disposizione, tuttavia, non devono impedire l’innalzamento dell’asticella del prodotto: «Questa azienda deve fare un salto in avanti. Si è perso il contatto con una certa fascia di popolazione, ma il servizio pubblico deve essere vicino a tutti». A elencare l’ordine delle priorità è stato il presidente. «Nel 2016 dovranno essere riscritte le regole della Rai e il dibattito intorno alla concessione è indispensabile, una grande opportunità per meglio definire il ruolo della tv», afferma Maggioni. L’ex direttore di Rainews24 poi è entrata nel dettaglio del target su cui puntare: «Occorre ritessere i fili che si sono persi con il pubblico degli under 35, che sistematicamente ci ignora. Come? Facendosi trovare su smartphone e altri dispositivi, ma senza farci abbandonare da chi ci segue». Nell’esordio a San Macuto, i vertici hanno anche tracciato un quadro del sistema televisivo nazionale (e non solo), aiutandosi con la proiezione di una quindicina di slide.

«La Rai deve essere capace di colmare il gap di aspettative rispetto dell’offerta digitale», è stato il concetto ripetuto in più di un’occasione nella relazione di Campo Dall’Orto. Ma a proposito di un utilizzo attento dei soldi dei contribuenti, proprio ieri è esplosa la polemica per il 'costo' della partecipazione dall’ex ministro delle finanze greco Yanis Varoufakis alla trasmissione di Raitre 'Che tempo che fa' del 27 settembre. Ventiquattromila euro al netto di tasse e contributi (con volo in prima classe). Rapportando tale somma alla durata dell’intervento il calcolo è presto fatto: mille euro al minuto. A rivelare l’entità del compenso è stato lo stesso economista sul suo blog, scatenando le proteste del centrodestra. Varoufakis, in risposta ad articoli di alcuni giornali britannici, ha reso noto quanto ha ricevuto per le partecipazioni ad eventi pubblici dal 23 agosto in poi. La Bbc, a differenza della Rai, non ha sborsato un euro e il volo era in economy.  «Se la notizia fosse confermata si tratterebbe di un fatto gravissimo e inaudito», ha avvertito il capogruppo di Forza Italia alla Camera Renato Brunetta. La Rai, da parte sua, ha precisato con una nota in serata, che «l’ex politico greco è stato contattato dalla società produttrice del programma Endemol, che ha la gestione diretta economica degli ospiti della trasmissione e ha ritenuto evidentemente congruo il compenso richiesto dall’economista». Intanto, però, le dispute di giornata attorno alla Rai non si sono fermate qui. Fa discutere, infatti, anche la scelta del governo di destinare i fondi eventualmente recuperati dall’evasione del canone al fondo per la riduzione fiscale. L’Usigrai ha espresso tutta la sua contrarietà.

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