martedì 15 ottobre 2013
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​L'idea di ri-discutere a maggioranza, nella Giunta per le elezioni o in Aula, le disposizioni del regolamento del Senato che prevedono il voto segreto per questioni riguardanti casi personali sarebbe, per il capogruppo Pdl in commissione giustizia alla Camera Enrico Costa, un fatto «gravissimo» e una «gravissima violazione regolamentare».Ma lo decide la Giunta?Se anche solo ne discutesse ciò comporterebbe inserire un argomento torbido nella discussione. Significherebbe voler sottrarre alla libera valutazione dei singoli una questione che tocca la libertà di coscienza personale. Significherebbe intervenire su un fondamento dello Stato di diritto.Si avvicina la sentenza della Corte di Appello sull’interdizione, ma in Giunta si vuol decidere prima sulla decadenza.Anche qui il buon senso imporrebbe di attendere quel pronunciamento.Invece?Invece prevalgono argomenti politici prevenuti o meri calcoli politici. Ma debbo dire che rabbrividisco all’idea che siano personaggi come Felice Casson a decidere su questioni delicate come questa, e che abbiano in passato - da magistrati - potuto decidere della libertà personale dei cittadini. Peraltro lo fanno con dichiarazioni rese nelle loro funzioni di componenti della Giunta, anticipando la loro posizione. Ma così hanno leso l’idea di imparzialità che è alla base della loro funzione.Lo scontro nella maggioranza si ripropone pari pari sull’amnistia.Ma gli argomenti sono gli stessi, e la riflessione che se ne ricava è sempre la stesso: sono spinti solo dalle ricadute concrete su Berlusconi, senza attenersi all’oggettività delle norme.Come reagirete?Con una sensibilizzazione massiccia dell’opinione pubblica, proprio per spiegare queste cose.Senza rompere l’alleanza, quindi?Queste sono valutazione che toccano ai livelli politici.Ma sul sostegno al governo il Pdl è diviso.Silvio Berlusconi è stato lungimirante e tenace nel decidere di dar vita e nel proseguire su questa alleanza. Lo schema che ha previsto prevede, anzi, l’ingresso del segretario stesso nella compagine di governo.È la tesi dei "governativi".E io lo sono, infatti, ma credo che dovrebbero esserlo tutti. Discutere Alfano, proporre azzeramenti, non significa mettere in discussione le persone, ma voler discutere quello schema, peraltro confermato con la fiducia solo pochi giorni fa.Che cosa dice ai cosiddetti "lealisti", allora?Di riflettere meglio, perché rischiano di entrare in contraddizione con quanto loro stessi hanno votato solo due settimane fa. E di non camuffare dietro argomenti personali quella che è invece una scelta politica, in quanto tale non condivisibile: non sarebbe facile da spiegare agli elettori che ci chiedono di proseguire in questa alleanza portando al suo interno i nostri temi.
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