giovedì 7 febbraio 2013
​La reazione della Chiesa di Aversa: si getta discredito sull’azione di un uomo che non può replicare. Il vescovo Spinillo: da Schiavone solo menzogne.

Il vero "potere" di don Diana di Maurizio Patriciello
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*** AGGIORNAMENTO DEL 30 SETTEMBRE 2020 L'ex sottosegretario Nicola Cosentino assolto in appello nel processo "Il Principe e la scheda ballerina" per uso di capitali illeciti nella costruzione di un centro commerciale a Casal di Principe. LEGGI QUI

La Chiesa di Aversa con il suo vescovo Angelo Spinillo, vicepresidente Cei, si schiera una volta di più dalla parte della verità e della giustizia. Lo fa stigmatizzando con decisione e chiarezza le recenti dichiarazioni del boss pentito Carmine Schiavone che ha offeso la memoria e l’opera di don Peppino Diana, il sacerdote ucciso dalla camorra il 19 marzo di 19 anni fa mentre si preparava a celebrare la Messa nella sua parrocchia a Casal di Principe. «La Chiesa di Aversa – scrive in una nota il vescovo Spinillo, vicepresidente della Cei – esprime il proprio dolore nel vedere che, mediante affermazioni che hanno solo il sapore di una diffamazione, si vuole rinnovare il tentativo di infangare la memoria di don Peppino Diana. In questa azione – prosegue la diocesi – appare, piuttosto, il tentare di incrinare la forza dei tanti che grazie al suo esempio sentono di potersi impegnare per costruire un mondo più giusto e rispettoso della vita di ogni uomo».Tre giorni fa, durante un’udienza del processo al Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, che vede imputato l’esponente del Pdl Nicola Cosentino, Schiavone aveva parlato in merito a una presunta forma di coinvolgimento del sacerdote in attività che avrebbero dovuto procacciare consensi elettorali a Cosentino in cambio di gratuite prestazioni d’opera o di donazioni di materiali per la realizzazione di opere di edilizia in edifici di culto. Dichiarazioni che hanno suscitato profonda indignazione nella comunità ecclesiale e civile. «Le affermazioni fatte risuonare nell’aula del tribunale colpiscono anche per essere prodotte tanto improvvisamente e senza che mai vi sia stato alcun segno di sospetto su un operato che risulta, invece, essere tanto lontano dal pensare e dall’agire di don Peppino Diana» annota Spinillo. Gettare l’ombra del sospetto, prosegue, «sull’azione di un uomo che non potrà replicare a difendere la propria onestà è un agire vile che offende l’uomo, il sacerdote, la Chiesa e la comunità civile». Non si capisce, precisa il vescovo, «quale possa essere il vero obiettivo di tali infondate affermazioni, certamente, però, sappiamo che non vengono da ambienti in cui la fedeltà alla verità è vissuta come un valore. Sappiamo bene come un certo modo di agire sia proprio di ambienti che hanno sempre falsificato le cose pur di raggiungere scopi illeciti a vantaggio di prepotenti».«La memoria di don Diana per qualcuno risulta essere ancora fastidiosa – osserva don Franco Picone, parroco di san Nicola a Casal di Principe, la chiesa di don Peppino, vicario generale della diocesi di Aversa –. Proprio la sua morte ha segnato un momento di profonda trasformazione nella nostra terra. La comunità paesana ed ecclesiale, che ha vissuto con lui, ha preso una distanza assoluta da quelle dichiarazioni velenose».Per Valerio Taglione, fino a qualche giorno fa referente di Libera Caserta, che ha lasciato per dedicarsi al coordinamento del Comitato don Peppe Diana, quelle di Schiavone «sono affermazioni che si qualificano da sole. L’impegno e le opere di don Peppino parlano chiaro. Ci ha lasciato un documento, “Per amore del mio popolo non tacerò”, e concretezza». Il Comitato ha «coltivato e trasformato la sua eredità costruendo percorsi per dare forma e continuità al testamento di don Peppino. Sono le risposte che abbiamo dato e che continueremo a dare».​

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