giovedì 19 settembre 2019
È rivolto agli studenti delle 14 città metropolitane italiane che da oggi possono iscriversi on line (al sito www.progetto-ora.it, solo per classi e non per singoli e fino al 20 dicembre prossimo)
Così si diventa "ambasciatori della mobilità sostenibile"
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Tre anni di lavoro per conseguire, assieme al diploma di maturità, anche una sorta di mandato di "ambasciatori della mobilità sostenibile". È questo il percorso che aspetta gli studenti delle 14 città metropolitane italiane che da oggi possono iscriversi on line (al sito www.progetto-ora.it, solo per classi e non per singoli e fino al 20 dicembre prossimo) al contest Ora, una sigla che sta per Open road alliance, grazie all’iniziativa promossa da Cittadinanzattiva e Fondazione Unipolis, presentata a Roma nella sede del Senato di Santa Maria sopra Minerva.

Il progetto è tanto ambizioso quanto necessario, considerato che di mobilità sostenibile i ragazzi italiani sanno poco o niente. L’obiettivo è quello di promuovere una nuova cultura della mobilità, attraverso un modello di mobilità sostenibile che vada oltre questa definizione e tocchi in pratica tutti gli obiettivi, sempre legati allo sviluppo sostenibile, indicati dall’Agenda 2030 delle nazioni Unite, così come ribadito da Antonio Gaudioso, segretario di Cittadinanzattiva, e da Pierluigi Stefanini, presidente del Gruppo Unipol.

«Vogliamo prendere i ragazzi dalla terza superiore e accompagnarli fino alla maturità - ha sottolineato Francesco Moledda di Unipolis - quando saranno poi chiamati a scrivere il "Manifesto della mobilità sostenibile - La mobilità del futuro" che, ci piace immaginare, presenteranno come la loro idea di mobilità futura alle rispettive amministrazioni nel corso di 14 incontri pubblici». Insomma, partire dai giovani anche per ridisegnare tutto il quadro, fin qui a tinte abbastanza fosche, delle aree urbane e dei nuovi assetti di queste.

Una progettualità rispetto alla quale fin da ora la politica e le amministrazioni locali sono chiamate a dare risposte precise e possibilmente univoche, come emerso dalla tavola rotonda che ha visto la partecipazione dei parlamentari Rossella Muroni (Leu), Gabriella Di Girolamo (5 stelle), Alessandro Fusacchia (+Europa), di Roberto Pella dell’Anci, dell’assessore alla Mobilità di Bologna Irene Priolo, di Annalisa Mandorino di Cittadinanzattiva e Marisa Parmigiani di Unipolis. E la necessità di una mobilità condivisa e collettiva, che passa però attraverso le difficoltà del car sharing e dell’elettrico, è emersa dai vari contributi.

Prezioso è stato anche il contributo portato da Werner De Dobbeleer in rappresentanza del Consiglio Europeo per la sicurezza dei trasporti, che ha presentato per la prima volta in Italia i risultati dello studio Lo stato dell’educazione alla mobilità e alla sicurezza stradale in Europa.

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