lunedì 4 marzo 2013
Il tribunale campano ha respinto l'istanza di revoca dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico del deputato Pdl. Che potrebbe essere arrestato nel momento in cui decade la carica di deputato, quando si insedierà il nuovo Parlamento.
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*** AGGIORNAMENTO DEL 30 SETTEMBRE 2020 L'ex sottosegretario Nicola Cosentino assolto in appello nel processo "Il Principe e la scheda ballerina" per uso di capitali illeciti nella costruzione di un centro commerciale a Casal di Principe. LEGGI QUI

Nicola Cosentino sarà arrestato. Il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha infatti respinto la richiesta di annullare la misura cautelare per concorso esterno in associazione mafiosa presentata nei giorni scorsi dai legali dell'ex sottosegretario, avvocati Stefano Montone e Agostino De Caro. Il provvedimento, dunque, gli sarà notificato non appena Cosentino decadrà dalla carica di deputato del Pdl, probabilmente agli inizi della prossima settimana. Appare assai improbabile, infatti, che l'ordinanza possa essere annullata dal Tribunale del Riesame, anche in considerazione dei tempi molto stretti di cui dispongono i difensori per perfezionare la loro strategia: le motivazioni della sentenza, infatti, saranno rese note solo giovedì.La decisione di respingere la richiesta è stata presa oggi dal collegio C della prima sezione del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, presieduto da Giampaolo Guglielmo, davanti al quale si sta svolgendo il processo per concorso esterno al clan dei Casalesi. I giudici hanno dunque accolto il parere del pm Alessandro Milita, che nei giorni scorsi aveva sottolineato come, pur non essendo più parlamentare, Cosentino potrebbe ancora spendersi in favore del clan.«Non può essere la mancata ricandidatura - aveva scritto Milita - a far ritenere annullato il potere di influenzapolitica di un uomo che così potente è stato per circa venti anni, soprattutto se quella candidatura è stata una decisone assunta all'ultimo secondo utile dal partito per ragioni di mera opportunità e convenienza, e non per una reale rottura o per ripudio della personalità del Cosentino».Una decisione che provoca un fuoco di fila di reazioni nelle file del Pdl. Il capogruppo alla Camera, Fabrizio Cicchitto, si chiede: «Ora che non èstato nemmeno candidato, ci domandiamo che cosa induce i giudici nell'accanimento giudiziario visto che non vi è pericolo di fuga nè di inquinamento delle prove, nè di reiterazione del reato?». Gaetano Quagliariello, vicecapogruppo al Senato, accusa la magistratura «di unanotevole capacità di contorsionismo: prima Cosentino doveva andare in carcere in quanto parlamentare e/o candidato, ora pur non essendo parlamentare deve andare in carcere lo stesso». Maurizio Lupi, vicepresidente della Camera, parla di «atto di puro giacobinismo».Per domani, invece, è prevista la decisione che riguarda l'altra misura cautelare, quella per corruzione e reimpiego illecito di capitali aggravati dall'avere agito per agevolare il clan dei casalesi. Anche in questo caso la Procura ha espresso parere negativo all'annullamento dell'ordinanza: il pm Antonello Ardituro ha a sua volta sottolineato come la rete di amicizie costruita da Cosentino in 20 anni di attività politica gli consente di essere ancora molto potente. La decisione dei giudici è stata accolta con delusione dalla difesa dell'ex sottosegretario. «Trovo bizzarro - ha dichiarato Stefano Montone - che le motivazioni della sentenza saranno depositate solo giovedì, togliendoci tre giorni utili per definire la nostra strategia: in 25 anni di professione è la prima volta che accade. Attendiamo di leggere le motivazioni , quindi valuteremo il da farsi. Di certo, per Cosentino questi tre giorni saranno giorni di grande sofferenza».

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