mercoledì 5 novembre 2014
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«Dare proporzioni di umanità alla pratica sanitaria e all’assistenza sociosanitaria sono compiti ineludibili del sistema della cura» ma «l’umanizzazione è un processo mai compiuto che chiede impegno continuo alla sempre rinnovata tensione morale»: lo diceva fra Pierluigi Marchesi già negli anni Ottanta e la sua lezione ha lasciato davvero il segno nella sanità religiosa se a oltre trent’anni di distanza prosegue quell’impegno di curare l’anima insieme al corpo. Un impegno che l’Università Cattolica e l’Ordine Ospedaliero San Giovanni di Dio proiettano nella complessità di una società multietnica ponendosi il problema di umanizzare la cura attraverso la dimensione spirituale anche quando il malato parla un’altra lingua ed è portatore di un’altra cultura se non di un’altra fede religiosa. Il corso che sarà avviato a gennaio a Brescia dall’ateneo cattolico e dai Fatebenefratelli non si limita a esplorare la dimensione spirituale del malato straniero ma aggiunge questo tassello e, così facendo, apre all’operatore sanitario nuove prospettive professionali. Il corso si intitola “Umanizzazione e dimensione spirituale della cura nei contesti interculturali” ed è organizzato dall’Alta scuola di psicologia Agostino Gemelli (Asag) dell’Università Cattolica e dall’Irccs San Giovanni di Dio – Fatebenefratelli di Brescia; inizierà a gennaio e si concluderà nel dicembre 2015. Otto moduli presso l’Istituto bresciano (due giorni al mese) e una platea di professionisti laureati con esperienza nei luoghi di cura, oltre che a cappellani, religiosi, operatori pastorali e volontari: l’obiettivo è formare operatori socio-sanitari e pastorali che siano in grado di supportare il malato e la sua famiglia, particolarmente se stranieri. Alla base di quest’iniziativa vi sono la concezione olistica della cura (corpo-psiche-anima) e l’evoluzione del sistema socio-sanitario che richiede sempre più spesso delle nuove professionalità, solidamente formate e davvero capaci di mediare le proprie competenze in un contesto di integrazione con altre lingue ed altre culture.  «Questa proposta, alla seconda edizione, mette al centro l´idea che non si può curare se non si prende in considerazione il tema della spiritualità come parte integrante dell´essere umano, insieme a quello interculturale», sottolinea Marialuisa Gennari, direttore scientifico del corso di perfezionamento Asag. Alla presentazione, anche Laura Zorzella, responsabile della pastorale della Provincia Lombardo Veneta dei Fatebenfratelli. Patrocinato dall’Ufficio nazionale per la pastorale della salute della conferenza episcopale italiana (la relazione introduttiva è stata del direttore don Carmine Arice), è aperto a operatori sanitari stranieri, anche se appartenenti ad altre religioni. «Non sembri strano parlare di pastorale e lavorare con musulmani o induisti – spiega il direttore generale dell’Irccs Fra Marco Fabello – perché preoccuparsi della cura dell’anima non significa fare proselitismo religioso: la nostra esperienza ci porta a dire che è necessario garantire un´uniformità di azione fra ambito pastorale, sanitario e assistenziale e quindi ad avere cura dell´uomo nel suo insieme, rispettandone la fede religiosa». Già adesso all’Irccs si lavora in questa prospettiva: «La cartella clinica viene utilizzata anche per i bisogni spirituali del malato, il che significa che il nostro operatore pastorale interviene cogliendo e segnalando tali bisogni e interagisce con lo staff medico – nel rispetto delle reciproche competenze e dei ruoli assegnati – quando si debbono formulare diagnosi e terapie». Si chiama accompagnamento spirituale ed è un terreno su cui i Fatebenefratelli stanno investendo energie e risorse umane in questi mesi. Il corso va a completare quest’offerta e si articolerà in lezioni teoriche (150 ore), laboratori (100 ore) e un periodo di tirocinio, anche all’estero, grazie alla collaborazione dell’ospedale San Giovanni di Dio di Barcellona. Le iscrizioni sono aperte fino al 30 novembre e il costo è di 1.500 euro (900 per gli uditori non laureati). Il corso esonera dall’obbligo di acquisire i crediti E.C.M. per l’anno. Le domande di ammissione, corredate da curriculum vitae, dovranno pervenire entro il 30 novembre 2014 a: Università Cattolica del Sacro Cuore - Servizio Formazione Permanente - Contrada Santa Croce 17 - 25122 Brescia Fax 030.2406505; e-mail: form.permanente-bs@unicatt.it E’ possibile effettuare l’iscrizione on-line: www.bs.unicatt.it; si richiede comunque l’invio del curriculum vitae.
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