martedì 24 marzo 2015

Padoan e Cantone presentano giro di vite che riguarderà anche Fondazioni e aziende quotate. Prevede dirigenti a tempo e un responsabile della legalità.
Prescrizione, via libera alla Camera
 

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"Il tema della lotta alla corruzione è di rilievo assoluto in tutte le amministrazioni, soprattutto in questi tempi di crisi". Lo ha detto il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, aprendo il seminario al Tesoro di presentazione della direttiva con il decalogo delle regole anti-corruzione per le società pubbliche. La direttiva, ha riferito il ministro, "sarà emanata a breve". "Occorre tutelare l'interesse pubblico e occorre una corretta gestione delle aziende pubbliche", ha aggiunto. Le regole anti-corruzione che si applicheranno alle società pubbliche presto saranno estese anche alle società quotate controllate dallo Stato. "Ulteriori approfondimenti sono in corso anche per le società quotate nei mercati regolamentati. Nei giorni scorsi - ha riferito Padoan - ci sono stati approfondimenti anche con Consob". Con la presentazione di oggi, ha riferito, "concludiamo la prima fase dell'approfondimento". Le linee guida contro la corruzione nelle società pubbliche possono "introdurre anticorpi sani" contro il mal costume nelle amministrazioni pubbliche ha aggiunto il presidente dell'Autorità Anti-corruzione, Raffaele Cantone che insieme a Padoan ha messo a punto il decalogo. "Nessuno pensa che queste linee guida abbiano una funzione salvifica o possano servire per sconfiggere la corruzione, ma possono provare a introdurre anticorpi sani, una cosa fondamentale per applicare le regole", ha affermato Cantone. "Chiediamo uno sforzo alle società", ha aggiunto Cantone ricordando che "ormai la maggior parte dei fondi pubblici vengono spesi attraverso le società". Cantone ha poi sottolineato che la direttiva anti-corruzione nelle società pubbliche si applicherà anche "alle società atipiche come le Fondazioni, troppo spesso usate come strumento per non adeguarsi". " Chiederemo alle Fondazioni controllate - ha detto - di comportarsi come enti pubblici, chiederemo il rispetto delle norme di trasparenza e delle regole anticorruzione. Dovranno nominare un responsabile alla trasparenza". Cantone ha poi escluso un intervento sulle intercettazioni in questa fase: "lo considero completamente fuori dall'agenda" ha detto  sottolineando che "è chiaro che in questo momento storico nessuno può pensare di mettere in discussione le intercettazioni. Al massimo si può pensare di ampliare la possibilità di fare intercettazioni, ad esempio sui reati di corruzione". "C'è poi un tema da tempo sul tappeto - ha aggiunto - che riguarda i criteri di pubblicità delle intercettazioni. È un argomento sul quale, prima o poi, va fatta una riflessione". I contenuti del piano: dirigenti a tempo e responsabile anti-corruzione. I fatti di attualità, dal caso vigili urbani a Roma fino al recente scandalo infrastrutture, hanno reso l'intervento ancora più urgente. Ministero e Autorità viaggeranno dunque in parallelo, agendo, nel caso del Mef, direttamente sulle partecipate o controllate del Tesoro (dalla Rai ad Anas, da Invitalia fino alle quotate), destinatarie di un'apposita direttiva, e, nel caso dell'Autorità, sulle altre partecipate della P.a, ma anche su associazioni e Fondazioni, oggetto di specifiche linee guida. In attesa dei dettagli i contenuti emersi finora parlano dell'istituzione all'interno di ciascuna azienda di una nuova figura "integerrima": il responsabile anticorruzione incaricato di delineare un piano di prevenzione di cui ciascuna società dovrà dotarsi. Una novità assoluta decisa a dicembre scorso, proprio al termine di uno dei tanti incontri Cantone-Garofoli. La definizione del piano presuppone però la "mappatura" delle aree aziendali più a rischio di reato (appalti, concessioni, finanziamenti, assunzioni) e dove dunque più forte dovrà essere l'attività di prevenzione. Allo stesso tempo dovrà essere messo a punto un codice di comportamento e dovrà essere osservata la massima trasparenza sul web di tutte le informazioni riguardanti la società (almeno di quelle non sensibili ai fini della concorrenza). Sul fronte dipendenti, sarà sancita l'incompatibilità degli incarichi e verrà anche disposta la rotazione dei dirigenti, punto questo diventato particolarmente caro all'Anac dopo il caso dei vigili romani e tornato alla ribalta dopo l'arresto di Ercole Incalza. Le linee guida non prevedono al momento un tetto di tempo, ma la legge delega sulla p.a. prevede ad esempio per le amministrazioni un massimo di 6 anni, ovvero 3 anni di incarico nello stesso posto, rinnovabili al massimo per altri 3. Alla rotazione si affiancheranno dunque anche la distinzione e la ripartizione delle competenze: in pratica, ad esempio, chi svolge l'attività istruttoria non potrà adottare anche le decisioni, compiere gli accertamenti e portare a termine le verifiche. Pratica già adottata all'Agenzia delle Entrate, che ha fatto da pioniere in materia, sarà inoltre quella della "soffiata": chiunque sarà testimone di un atto di corruzione potrà denunciarlo, nella massima tutela della privacy.
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