mercoledì 30 dicembre 2020
Il docente dell'Università di Milano è stato tra i primi a vaccinarsi: «Basta fake news su di noi: è l’unica via per uscirne». E promette: il 7 dicembre saremo alla Prima della Scala senza mascherine
Il virologo Fabrizio Pregliasco

Il virologo Fabrizio Pregliasco - Ansa

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«Non ho cercato un privilegio, ho voluto testimoniare di persona che il vaccino è sicuro. Ero stato tra i primi a dichiarare pubblicamente che ero a disposizione per dare un esempio e mi hanno chiamato». Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università degli Studi di Milano, è reduce dal giorno del vaccino che il 27 dicembre ha simbolicamente unito l’Europa nella guerra contro il Covid: «Nella poltrona accanto a me c’era il professor Garattini», 92 anni, che un mese fa ad Avvenire denunciava di non aver trovato l’antinfluenzale... «Effetti collaterali? Un dolorino nel punto dell’iniezione». A Pregliasco giriamo le domande più frequenti nel dibattito pubblico di questi giorni: dubbi leciti, ma spesso anche allarmismi privi di fondamento.

Arcuri ha spiegato che non ci si potrà prenotare, che il vaccino verrà dato "a chiamata". Ma come potrà il Sistema sanitario nazionale conoscere le singole situazioni? Chi è a rischio non potrà che attendere?

In effetti questo aspetto avrà bisogno di precisazioni. Presumibilmente ci sarà una categorizzazione delle persone, che verranno inserite in liste di priorità. Ora negli ospedali sta avvenendo proprio questo, stiamo facendo una raccolta di pre-disponibilità per la prima pianificazione, ma certo per noi è più facile, il problema sarà a livello di popolazione. Il criterio più semplice è la fascia di età, ma poi ci sono tante variabili di cui bisognerà tenere conto e allora saranno coinvolti i medici di famiglia: da una parte i pazienti oncologici, i diabetici e altri dovranno avere la priorità, dall’altra invece c’è chi non potrà vaccinarsi a causa di allergie gravi... Non sarà facile, si parla di una App e di un Cup, Centro unico di prenotazione, da contattare all’interno del periodo dedicato alla propria tipologia, come già avviene per l’antinfluenzale...

Speriamo meglio dell’antinfluenzale, visto che in moltissimi in Lombardia, seppure anziani o malati, non l’hanno ancora visto.

Una triste situazione di reperimento dei materiali che non potrà ripetersi. Nel caso del Covid nessuno resterà senza, prima arriverà Pfizer, poi Moderna. Il percorso di AstraZeneca, invece, è ancora a ostacoli. Il meccanismo di distribuzione sarà molto complesso, ma combinando i diversi sistemi tutta la comunità sarà raggiunta.

Perché una volta vaccinati dovremo restare ancora prudenti per mesi? Allora tanto vale non vaccinarsi?

Intanto dopo la prima delle due somministrazioni non si è ancora immuni, lo si diventa una settimana dopo la seconda. Detto questo, per qualche mese non dovrà cambiare nulla nei nostri comportamenti: mascherina, mani disinfettate, distanze. Ma questo solo finché il vaccino non avrà raggiunto il 70% della popolazione, si calcola a ottobre: solo allora il virus subirà un calo davvero drastico e smetterà di girare, mentre ad esempio con un 30% di popolazione protetta le persone a rischio di contagio sono ancora troppe, occorre tutelarle. Inoltre qualsiasi vaccino non protegge al 100%, anche se ci arriva vicino, dunque una reale tranquillità la raggiungeremo solo con l’immunità di gregge.

Azzardi una data: quando torneremo in luoghi affollati, a teatro, in casa di amici, senza paura?

Le dico questo: il prossimo Sant’Ambrogio alla Scala di Milano andrà di nuovo in scena la prima, e senza mascherina! Sempre che la gente si vaccini.

Gente che in alcune Regioni pare timorosa. Come vede l’ipotesi di un’obbligatorietà o del patentino vax per accedere a determinate funzioni?

Soprattutto i medici, se non vaccinati, in una struttura sanitaria sarebbero un grosso problema. L’obbligatorietà in generale sarebbe il metodo più efficace, ma creerebbe tensioni, io confido più nella comunicazione chiara. Il patentino può essere un’ulteriore forma di convincimento forzoso, spero non ci si debba arrivare e che nella popolazione prevalga il buon senso... però forse sarà necessario.

È importante far calare i contagi affinché la campagna vaccinale non avvenga durante un nuovo picco. Per quale motivo?

Semplicemente perché chi è già malato di Covid ovviamente non può ricevere il vaccino. Certo i numeri stanno salendo, sia dei positivi che dei morti, vedremo cosa succederà nelle prossime settimane, quando subiremo il contraccolpo dell’effetto feste.

Tutti "aiuti" che diamo al virus per restare più tempo in circolazione e quindi mutare...

Vero. Ma le aziende stanno facendo ulteriori approfondimenti per documentare meglio quello che si sa già ad oggi, cioè che il vaccino produce diversi anticorpi per parti diverse del virus e quindi protegge anche dalle mutazioni.

La Germania ha bruciato le tappe con un numero enorme di vaccinati, l’Italia è partita con solo 9.750 dosi.

Non mi preoccupano i numeri, le distribuzioni si succederanno nel modo più equilibrato possibile non guardando solo all’Europa ma al mondo e ai Paesi in via di sviluppo. In Italia alla fine arriveranno 200 milioni di dosi, più del necessario per far fronte a qualsiasi situazione. A breve avremo varie opzioni tra i diversi prodotti, ma a chi tocca tocca, non potremo scegliere quale fare, esattamente come non scegliamo il tipo di vaccino antinfluenzale.

Chi è già stato contagiato e ha gli anticorpi può vaccinarsi o è pericoloso?

Senza dubbio può, anzi, ottiene quello che chiamiamo un booster, un rinforzo alla risposta immunitaria. È vero che nel personale sanitario lasciamo per ultimo chi è già stato positivo per dare la precedenza a chi è ancora a rischio di infettarsi, ma farlo nella popolazione vorrebbe dire aggiungere un’altra variabile e un mare di analisi, non finiremmo più...

Molti però si chiedono perché iniziare con gli anziani delle Rsa, che in gran parte sono già stati infettati.

Ma non è affatto vero: nelle Rsa i soggetti ex positivi sono una minoranza assoluta, i più non si sono mai contagiati. Si darà la priorità agli anziani che non hanno mai incontrato il virus ma poi si procederà con tutti gli altri. Anche al Pio Albergo Trivulzio i primi 12 anziani simbolicamente vaccinati il 27 dicembre erano tutti Covid free.

Cosa risponde a chi denuncia che, nelle tre fasi sperimentali, anziani e malati non sono stati testati? La sperimentazione di massa su queste categorie avverrà quindi adesso con la campagna vaccinale?

È normale, qualsiasi farmaco dopo le tre fasi sperimentali e l’autorizzazione da parte degli enti di controllo entra nella quarta fase, quella dell’utilizzo, durante la quale si affinano meglio eventi avversi rari e variazioni: o lo si accetta o non si inizierebbe mai ad usare un farmaco autorizzato quindi già sicuro ed efficace.

In Cina la blogger che a gennaio ha denunciato al mondo il Covid è stata appena condannata a 4 anni di carcere...

E qui chiunque può diffondere fake news, scrivere che nel Vaccine Day le fiale iniettavano aria o che ci hanno messo un chip sotto pelle... ma il nostro (per fortuna) è un sistema democratico. In Cina anche il lockdown era brutale, e questo li ha aiutati a uscire presto dalla pandemia, ma da noi sarebbe improponibile. Nella nostra società la gente la si convince con argomenti seri: la vaccinazione è un fatto di solidarietà, proteggo me, proteggo la comunità e faccio ripartire l’economia, perché si è visto che il lockdown non eradica il virus, lo mitiga soltanto. Con costi immani per tutti.

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