sabato 28 marzo 2020
I dati della Protezione civile: sono 3651 le persone risultate positive oggi in Italia al coronavirus. Un dato in calo rispetto ai 4401 di ieri. 889 i decessi, in calo rispetto a ieri
Raddoppiano i guariti, in calo i nuovi contagi
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I dati, finalmente, cominciano a dare ragione alla linea del governo e soprattutto ai sacrifici degli italiani. Sono servite quasi tre settimane per osservare la curva epidemica del Covid-19 rallentare, ma quella frenata ora è una conquista che si misura con concretezza negli ospedali. Dove si sta allentando la morsa dei nuovi ricoveri e il sistema delle terapie intensive – seppure potenziato all’inverosimile – è messo nelle condizioni di reggere.

Oggi sono risultate positive al coronavirus 3.651 persone, quasi mille in meno rispetto al giorno precedente. Il dato che pesa, stavolta positivamente, è quello della Lombardia, la regione più colpita dall’epidemia: che ha visto scendere i casi dai 2.409 di venerdì a 2.117 (a fronte di un numero sempre più massiccio di tamponi però, oltre 5mila al giorno) ma che soprattutto – questa la buona notizia – sta assistendo a un vero e proprio crollo dei ricoveri, con appena 15 pazienti entrati in ospedale in un giorno e 27 in terapia intensiva. Numeri di tre e in alcuni casi quattro volte inferiori rispetto a dieci giorni fa. Respira Bergamo, con un numero dimezzato di casi in provincia rispetto al giorno precedente (289, e appena 41 in città), tiene ancora Milano (con appena 150 casi nel capoluogo), conferma la fine di un incubo tutta la provincia di Lodi, il primo focolaio, con appena 23 casi (2 soli a Codogno).

Ma il dato da registrare con forza in un’altra giornata di lutto per il Paese – con 889 vittime, oltre 10mila dall’inizio dell’epidemia – è quello dei guariti: triplicati in un giorno al numero record di 1.434, per un totale ormai di 12.384 persone dimesse dagli ospedali di tutto il Paese. «Se non fossero state prese certe misure oggi avremmo ben altri numeri e le difficoltà di alcune strutture sanitarie sarebbero ancora più drammatiche» confessa il capo della Protezione civile, Angelo Borrelli, rientrato in postazione per il consueto Bollettino serale dopo tre giorni di assenza.

Secondo Gianni Rezza, direttore del dipartimento Malattie infettive dell'Istituto superiore di sanità (ISS), non è possibile parlare di un unico picco di contagi in Italia. "Non si può parlare di un picco in Italia: un unico picco ci sarebbe stato se avessimo lasciato correre l'epidemia ma così non è stato", ha spiegato affermando che c'è stato un picco a Codogno e poi le misure di contenimento hanno abbattuto le infezioni. "Ora c'è un ritorno ma speriamo di contenerlo. Speriamo di superare ora anche il picco di Bergamo e che non ve ne siano altri – ha concluso l'esperto – in altre zone del Paese".

"Il Capo Dipartimento Borrelli è tornato a coordinare il Comitato dalla sede operativa del Dipartimento Protezione civile. Come ogni giorno si fa il punto della situazione e si raccolgono le richieste dal territorio". È l’account twitter ufficiale della Protezione civile a comunicare il ritorno del commissario. Angelo Borrelli, lo scorso 25 marzo, aveva accusato simili influenzali. Si temeva fosse stato contagiato, ma i tamponi effettuati hanno dato esito negativo. Dopo tre giorni di assenza dalla sede operativa, sabato 28 marzo è tornato a coordinare le operazioni di risposta all’emergenza sanitaria.


Tra le vittime di oggi vi è anche il maresciallo Mario D'Orfeo, comandante della stazione dei carabinieri di Villanova d'Asti. Era stato ricoverato in terapia intensiva all'ospedale di Asti pochi giorni fa, per alcune complicanze legate al coronavirus. Nella notte le sue condizioni si sono aggravate. Avrebbe compiuto 56 anni il 1/o maggio. Si era arruolato nel 1983 ed era in servizio alla Compagnia di Villanova dal 2015.
Senza fine anche la tragedia per la comunità dei saveriani di Parma a causa della pandemia Covid-19. Nella casa madre, dove sono ospitati i missionari anziani definitivamente rientrati dalla propria attività in tutti i Paesi del mondo, si contano 15 vittime per il contagio. Gli ultimi a morire sono stati padre Angelo Costalonga e fratel Lucio Gregato. Avevano 88 e 79 anni. Entrambi avevano operato soprattutto nei Paesi centrali dell'Africa, come Burundi e Congo, anche se padre Angelo, dal 1975, era diventato l'incaricato dell'ordine per la documentazione fotografica ed aveva visitato tutte le missioni saveriane in giro per il mondo.

La lettera del ministro: il ritorno a scuola solo in sicurezza. E non il 3 aprile
La ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina ha scritto una lettera a dirigenti scolastici, direttori dei servizi generali e amministrativi, docenti, personale educativo, collaboratori scolastici, assistenti tecnici e amministrativi, ai ragazzi e alle loro famiglie. "In questi giorni difficili sento ancora di più il dovere di stare vicino a tutta la comunità della scuola italiana", ha scritto, aggiungendo che "stiamo affrontando una stagione eccezionale, un’emergenza senza precedenti". "I problemi non mancano – scrive Azzolina – ma li stiamo affrontando. Tutti insieme". Che le scuole non riapriranno il 3 aprile a causa dell'emergenza coronavirus è stato già ripetuto più volte dalla ministra e dallo stesso premier Conte: "L'obiettivo è garantire che gli studenti ritornino a scuola quando è stra-certo e stra-sicuro che possano tornare. La salute è prioritaria"

Nuovi presidi sanitari: mercoledì pronto quello all'ex Fiera di Milano e a Torino si lavora sulle Ogr

La Regione Piemonte, secondo quanto si apprende starebbe pensando a un progetto per trasformare le Officine grandi riparazioni di Torino in un presidio sanitario avanzato, sull'esempio di quanto sta accadendo a Milano con il padiglione dell'ex Fiera.

A Torino, invece, a interessarsi all'iniziativa sono l'Unità di Crisi e la Protezione civile. I primi accertamenti sono già cominciati. L'ex complesso delle Ogr-officine grandi riparazioni è stato riconvertito, alcuni anni fa, in polo culturale. Uno spazio considerato particolarmente interessante, secondo le prime notizie, è la cosiddetta "Sala grande Fucine", che si presta a ospitare centinaia di posti letto.

In Friuli
Sono state 3.402 le persone controllate ieri dalle forze dell'ordine in Friuli Venezia Giulia durante gli accertamenti per il rispetto delle disposizioni previste per il contenimento della diffusione del coronavirus. Di queste, 97 sono state sanzionate per inosservanza. E' quanto emerge dai dati diffusi dalla prefettura di Trieste valevoli per l'intera regione. Durante i controlli sono state denunciate 2 persone per falso e 10 per altri motivi. Per quanto riguarda gli esercizi commerciali, le forze dell'ordine ne hanno controllati 1.373.

In Basilicata
Sono 170 i casi positivi al coronavirus in Basilicata. La task force regionale comunica che "in tutta la giornata di ieri, 27 marzo, sono stati processati 167 tamponi per l'infezione da Covid-19. Di questi 138 sono risultati negativi e 29 positivi". Tra i nuovi positivi, si fa rilevare, "anche 11 persone della struttura di riabilitazione Don Gnocchi di Tricatico ( Matera)". Al momento in Basilicata "ci sono 125 persone in isolamento domiciliare e 45 ricoveri di cui 19 in terapia intensiva".

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