giovedì 7 gennaio 2021
Per la proroga due ipotesi: 31 marzo o 31 luglio. Per le restrizioni si va verso nuovo decreto o Dpcm. Attesa per il rapporto dell’Iss domani: la media nazionale potrebbe superare l’1%
Una studentessa fa didattica fuori della scuola, per protesta

Una studentessa fa didattica fuori della scuola, per protesta - Ansa

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Dopo il decreto dell’altro ieri, in vigore fino a metà gennaio, il governo è al lavoro su un ulteriore pacchetto di misure. Una dovrebbe riguardare la proroga dello stato di emergenza (che scade il 31 gennaio). Le ipotesi sarebbero finora due: estenderlo al 31 marzo (quando scadranno altre proroghe, come quella sullo smart working) oppure al 31 luglio, come preferirebbe Palazzo Chigi. Contestualmente, potrebbe vedere la luce un decreto legge (o un Dpcm) in cui si fissano le nuove disposizioni su spostamenti, aperture e divieti a partire da metà mese e si reitera il sistema delle zone rossa, arancione e gialla (forse con esordio di quella bianca), che si avvarrà della modifica introdotta l’altro ieri per l’indice di contagio Rt.

Il quadro di norme risentirà e sarà condizionato, ovviamente, dalle valutazioni dell’Istituto superiore di sanità, che domani forniranno i nuovi dati. Secondo alcune anticipazioni mediatiche diffuse ieri, la media dell’indice Rt nazionale potrebbe essere superiore a 1.

Per il 9 gennaio è attesa poi l’ordinanza del ministero della Salute. E da lunedì, dunque, in base al nuovo monitoraggio dell’Iss potrebbero esserci nuovi territori in zona arancione o rossa (sono almeno 10 le regioni sotto la lente, a partire da Veneto, Liguria e Campania). Ricordiamo che l’articolo 2 del decreto legge dell’altro ieri consente di colorare di arancione le regioni con Rt a 1 solo se «nel territorio si manifesta un’incidenza dei contagi superiore a 50 casi ogni 100mila abitanti».

A quel punto, sempre che la crisi di governo non ne abbia determinato la caduta, l’esecutivo di Giuseppe Conte inizierà a elaborare il nuovo pacchetto (decreto legge o Dpcm, oppure entrambi, come detto) con le regole da rispettare in questa nuova fase dell’emergenza, con l’obiettivo di scongiurare o limitare la diffusione di una terza ondata pandemica, mentre proseguono comunque le vaccinazioni.

Nel nuovo provvedimento, potrebbero essere sciolti alcuni nodi.

Il primo riguarda la presenza di studenti nelle superiori: al 50%, come dall’11 gennaio, o al 75%, come da ordinanza della vigilia di Natale? Ancora, il governo dovrà decidere se mantenere o no il coprifuoco dalle 22 alle 5 del mattino. E se reiterare la deroga per le visite ad amici e parenti: attualmente due persone più figli minori di 14 anni ed eventuali persone disabili.

Inoltre, nel nuovo testo potrebbe esordire la “zona bianca”, proposta da alcuni governatori di Regione e ipotizzata anche dal ministro della Cultura Dario Franceschini.

Una categoria da assegnare a territori con Rt sotto il livello di guardia (forse sotto 0,50), senza divieti per l’apertura di locali pubblici e con la possibilità, nel rispetto di alcune condizioni sanitarie, di far riaprire palestre e piscine, musei, mostre, teatri, cinema e sale da concerto, sulla base di protocolli siglati coi dicasteri di Cultura e Sport. Ma non sono escluse ipotesi di restrizioni più severe, se i dati lo imporranno. «In questo momento in Italia ci sono almeno 600mila infetti», considera Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute Roberto Speranza.

«Dobbiamo ridurre la curva dei contagi con un blocco che sia chiaro – prosegue Ricciardi –, ripristinare una condizione, altrimenti saranno i dati a farlo». Quando si è raggiunto un livello di crescita esponenziale dei contagi, argomenta lo studioso, «il lockdown minimale è di due mesi, una parola che terrorizza i politici», ma in realtà è «quello che stanno facendo la Germania e la Gran Bretagna».IS>

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