mercoledì 18 marzo 2020
Oms: un miracolo che l'Italia salvi così tanti malati. Aumentato medici operatori sanitari contagiati e deceduti. E a Bergamo interviene l'esercito per portare le bare in altre città per la cremazione
Una colonna di camion dell'esercito, in via Borgo Palazzo, trasporta i feretri dal cimitero Maggiore di Bergamo in altre città per la cremazione. La foto è stata scattata stasera, 18 marzo

Una colonna di camion dell'esercito, in via Borgo Palazzo, trasporta i feretri dal cimitero Maggiore di Bergamo in altre città per la cremazione. La foto è stata scattata stasera, 18 marzo - Collaboratori

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Sale a 35.713 il numero di casi positivi al coronavirus in Italia. Un aumento di 4.207 unità in un giorno, il più alto dall'inizio dell'epidemia. Nel dettaglio, 28.710 sono i malati attuali (+2.648), 4.025 i guariti, con un aumento record di 1.084, e 2.978 i decessi, anche qui purtroppo con un incremento mai registrato di 475 in un giorno. Sono i dati forniti dal commissario all'emergenza Angelo Borrelli nel punto stampa in Protezione Civile. I ricoverati con sintomi sono 14.363, quelli in terapia intensiva 2.257, mentre 12.090 sono in isolamento domiciliare. Con 475 morti in un giorno l'Italia supera il bilancio di vittime in una sola giornata rispetto ad ogni altro Paese al mondo: finora questo triste record, sottolinea la France Presse, era detenuto dalla Cina che aveva registrato il picco di 368 decessi per coronavirus in un solo giorno.

Oms: un miracolo che l'Italia salvi così tanti malati

"L'Italia ha una popolazione anziana. Il sistema sanitario italiano è sopraffatto e le morti sono in aumento. Ci sono 1.200 persone in terapia intensiva nel Nord Italia nello stesso momento. È un numero stupefacente. Che stiano salvando così tante persone è un miracolo in sè". Lo ha dichiarato Mike Ryan, a capo del Programma di emergenze sanitarie dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), durante la conferenza stampa quotidiana sul Covid-19. "Ci sono delle circostanze in cui diventa difficile garantire nel cure in terapia intensiva quando il numero di pazienti diventa troppo alto", ha aggiunto. Ma l'Italia ci sta riuscendo, con uno sforzo congiunto enorme.


Lombardia: 319 decessi in più, ma il virus inizia a rellentare la corsa

In Lombardia sale a 1.959 il numero dei decessi per coronavirus in Lombardia, dunque 319 più di ieri: a fornire il dato è stato l'assessore al Welfare della Lombardia Giulio Gallera, in diretta Facebook. Nel complesso sono 17.713 i positivi, 7.285 ricoverati, 924 persone in terapia intensiva. La notizia positiva è che l'esame dei dati regionali mostra un rallentamento della corsa del virus come spiega Gallera: "I dati rispetto a ieri dicono di un rallentamento, ma il termometro dei nostri ospedali è ancora di
grande difficoltà. C'è qualche spiraglio in qualche ospedale". Infatti se ieri i ricoveri in terapia intensiva erano stati 56, oggi il numero è sceso a 45. Ugualmente risultano in calo persone ospedalizzate. Quindi, Gallera si è raccomandato: "restiamo a casa!"

Resta critica la situazione a Brescia: il 15% dei morti complessivi è residente nel Bresciano e ad oggi i casi di contagio sono 3.486 e i deceduti sono 450 di cui 22 solo nella giornata di oggi. Il capoluogo resta il più colpito con 607 casi e 78 deceduti mentre il paese con più positivi è sempre Orzinuovi con 148 casi e 28 decessi.

Bergamo, Gori: «La Regione fa dietrofront sull'ospedale da campo»

In forse l'ospedale da campo per Bergamo. Ieri la Regione Lombardia ha dato il via libera per realizzare un ospedale da campo alla Fiera di Bergamo. Gli ospedali della città sono infatti allo stremo. Ma stasera, lo comunica il sindaco, Giorgio Gori, "il direttore della Protezione Civile di Regione Lombardia chiede di sospendere l’installazione della struttura 'che potrà essere ripresa quando si renderà disponibile il personale medico necessario'”.

Stamattina, continua Gori, "c'è stato il sopralluogo" che aveva dato esito positivo. "Il progetto, ci è stato spiegato, è quello di luogo di cura sub-intensiva per circa 100 pazienti e di assistenza predimissione per altrettanti. Mobilitata per la costruzione gli alpini dell’Ana oltre a a 75 infermieri e 30 medici in arrivo dalla Cina per gestire la struttura". Il sindaco conclude: "Mi auguro che si tratti solo di uno stop temporaneo e che la soluzione si trovi nelle prossime ore. L’Ospedale Papa Giovanni XXIII è allo stremo è ha assolutamente bisogno di rinforzi o di una struttura di appoggio come quella pensata per la Fiera".

Troppi morti a Bergamo, l'esercito porta le bare in altre città

Intanto oggi mezzi dell'esercito hanno portato un certo numero di bare, circa una sessantina, dal cimitero Maggiore di Bergamo in forni crematori di altre regioni nei comuni che si sono resi disponibili ad accettarle: Modena, Acqui Terme, Domodossola, Parma, Piacenza e diverse altre città che si sono rese disponibili. Il forno crematorio bergamasco non è in grado di di fare fronte alle necessità di questi giorni. Inoltre anche diverse agenzie funebri sono state costrette a chiudere per il personale ammalato o in quarantena.

Pazienti da Bergamo a Bari, uno muore durante il volo

Durante il trasporto in aereo uno dei due pazienti affetti da coronavirus trasferiti da Bergamo a Bari è morto. Lo ha riferito il direttore del Policlinico di Bari, Giovanni Migliore. "Sono arrivati questa mattina a Bari i due pazienti affetti da Covid-19 per i quali era stato disposto nella giornata di ieri il trasferimento dall'ospedale Giovanni XXIII di Bergamo alla terapia intensiva del Policlinico di Bari. A trasportarli è stato un C130 dell'Aeronautica militare. Come spiega Migliore, "uno dei due pazienti durante le fasi di trasporto è andato in arresto cardiaco e, nonostante le manovre dei rianimatori fatte sulla pista di atterraggio, è deceduto. L'altro paziente, invece, è stato trasportato da un'ambulanza del servizio regionale di 118 nel reparto di Rianimazione Covid allestito all'interno del padiglione Asclepios del Policlinico di Bari".

Mortalità doppia tra gli uomini rispetto alle donne

Tra i deceduti per Covid-19 le donne sono meno della metà degli uomini (601 e 1402) e la loro età è più alta rispetto a quella dei maschi (83.7 e 79.5). Sono 17 i morti con un'età inferiore ai 50 anni, di cui 5 avevano meno di 40 anni ed erano tutti di sesso maschile, tra i 31 e i 39 anni, con gravi patologie pre-esistenti. Lo si legge nal Report dell'Istituto superiore di Sanità (Iss) aggiornato al 17 Marzo.

L'insufficienza respiratoria è stata la complicanza più comunemente osservata in questo campione (97,2% di casi), poi il danno renale acuto (27,8%), seguita da danno cardiologico (10,8%) e sovrainfezione (10,2%). In media i giorni che passano dall'insorgenza dei sintomi al decesso sono 8, quattro dall'insorgenza dei sintomi al ricovero in ospedale e quattro dal ricovero al decesso. Il tempo intercorso dal ricovero in ospedale al decesso è risultato di un giorno più lungo per chi veniva trasferito in rianimazione rispetto a chi non lo era.

In Lazio nuovi posti in terapia intensiva e una App

"Il sistema sanitario sta lavorando a pieno regime e entro 10 giorni il numero delle terapie intensive dedicate all'emergenza Covid-19 nella Regione Lazio salirà a 278. Aumentano i casi, oggi registriamo 117 nuovi casi di positività e 5 decessi, ma
aumentano anche i guariti che arrivano a 42". Lo ha detto l'assessore alla Sanità della Regione Lazio Alessio D'Amato. Da oggi è inoltre operativo il laboratorio per il test del coronavirus all'Ospedale Sandro Pertini di Roma. Attiva anche da questa mattina la nuova app della Regione 'LazioDrCovid' in collaborazione con i medici di medicina generale, che permetterà un rapido ed immediato monitoraggio delle persone che si trovano in sorveglianza domiciliare. L'Università Campus Bio-Medico ha messo a disposizione "un sistema di diagnosi precoce grazie all'intelligenza artificiale" commenta l'Assessore D'Amato. Escono oggi dalla sorveglianza in 2.699 che hanno terminato la quarantena.

Aumenta il numero dei medici morti

Contestualmente è aumentato anche il numero dei medici morti a causa del coronavirus, tra loro il segretario della Federazione dei medici di Medicina generale (Fimmg) di Lodi e un medico manager che lavorava a Cremona di 66 anni. Il primo, Marcello Natali, 57 anni, aveva contratto il virus con tutta probabilità visitando: era medico di famiglia a Codogno. Non aveva patologie pregresse: è stato prima ricoverato a Cremona, poi, con l'aggravarsi del quadro clinico era stato trasferito a Milano.

Gli operatori sanitari contagiati sono saliti a 2.629, ovvero l'8,3% dei casi totali. Il dato è stato rielaborato della Fondazione Gimbe aggiornata su dati Iss. E nella stessa direzione anche i dati elaborati dalla France Press sulla base di fonti ufficiali, secondo cui in Europa si contano 3.421 morti (2.503 dei quali in Italia), mentre in Asia le vittime sono 3.384. Per la prima volta il numero dei morti per il coronavirus in Europa ha superato quello delle vittime in Asia.

Ospedali militari da campo

E' sul tavolo l'ipotesi di due ospedali militari da campo, uno a Piacenza e uno a Crema. Il governo sta lavorando per reperire nuovi posti letto per assistere i malati da coronavirus nelle aree più colpite. L'ospedale di Piacenza dovrebbe essere pronto in 72 ore e già si stanno trasferendo i materiali in zona, per quello di Crema è ancora in corso il sopralluogo disposto dal ministro della Difesa Lorenzo Guerini. Del piano si è anche parlato questa mattina nel comitato operativo della Protezione Civile.

Viminale, 43mila persone denunciate: in strada senza motivo

Ha toccato già quota un milione, il numero di persone controllate dalle forze dell'ordine per le strade nell'ambito dei limiti agli spostamenti per l'emergenza Coronavirus. E sono finora 43mila quelle denunciate. È il bilancio desumibile dai dati del Viminale relativi alla prima settimana di controlli realizzati dalle forze dell'ordine in seguito ai provvedimenti per il contenimento della diffusione del contagio.

La grande maggioranza delle denunce riguarda cittadini che hanno infranto l'articolo 650 del Codice penale, non avendo rispettato un provvedimento dell'autorità: sono cioè stati trovati in giro senza motivazioni valide.

Solo martedì 17 marzo sono state controllate 187.455 persone: 8.089 sono state denunciate in base all'articolo 650, altre 204 per falsa attestazione a pubblico ufficiale. Nella stessa giornata sono stati controllati 111.512 esercizi commerciali: 154 titolari sono stati denunciati e per 33 esercizi è stata sospesa l'attività. I controlli sono stati avviati lo scorso 11 marzo. Il primo giorno i denunciati furono poco più di duemila. Il secondo giorno si è assistito al raddoppio delle denunce e nel terzo hanno toccato quota 7mila. Il dato di martedì 17 marzo è il più alto, ad indicare una maggiore capillarità e severità nei controlli, ma al tempo stesso il fatto che continuano a essere molte le persone in giro, nonostante i divieti.

Ma c'è chi non vuole capire: 5 giovani recidivi ancora denunciati

Già denunciati una settimana fa, cinque giovani amici veronesi sono stati nuovamente deferiti dopo essere stati trovati tutti assieme a fare bisboccia, bevendo e mangiando, disinteressandosi del disposizioni in relazione al Decreto emesso per il Coronavirus. Una pattuglia dei carabinieri li ha infatti sorpresi a festeggiare. I ragazzi, una volta identificati per essere denunciati ex art. 650 del
codice penale si sono rivelati recidivi in quanto, l'11 marzo, erano stati trovati tutti insieme, sempre a bivaccare, e denunciati.

Migranti nei campi dimenticati

"I migranti e i richiedenti asilo fuoriusciti dopo la chiusura dei Centri di Accoglienza Straordinaria (Cas) a seguito dell'applicazione del Decreto Sicurezza di Salvini continuano a lavorare sfruttati nei campi come se non ci fosse il Covid-19. Le loro sorti non
interessano né le aziende né le autorità. Eppure mai come ora, sono fondamentali per la quiete collettiva". Lo denuncia Jean-René Bilongo, Coordinatore dell'Osservatorio Placido Rizzotto della Flai Cgil.

"Lo stop del paese - spiega Bilongo - non pregiudica, com'è giusto, il rifornimento dei reparti di frutta e verdura dei supermercati che devono essere in grado di soddisfare i bisogni degli italiani. Però ci si è dimenticati che per avere tanta disponibilità di prodotti freschi, c'è la fatica e il sudore di un esercito di decine di migliaia di lavoratori. Sono in buona parte immigrati e richiedenti asilo condannati all'emarginazione dai famigerati decreti sicurezza. Lavorano sodo, senza diritti né coperture di nessun tipo. È curioso che nessuno dei provvedimenti assunti per contenere la propagazione del coronavirus li prenda minimamente in considerazione".

"Ora - conclude Bilongo - sono più che mai indispensabili due cose. Da una parte che i prefetti requisiscano caserme dismesse
o strutture simili per poterli ospitare, disponendo contemporaneamente piani di monitoraggio da parte delle aziende sanitarie. Dall'altra, occorre accelerare l'implementazione delle misure già previste dal Piano Triennale contro lo sfruttamento. L'interesse collettivo alla tutela della salute pubblica non può ignorare le loro presenze". È bene ricordare che tutelare la salute anche di queste persone serve a tutelare la salute di tutti.

Tre Ong unite: insieme raccogliamo fondi per aiutare la Sanità

Amref Health Africa-Italia, Ccm e Ciai sono le tre Ong che hanno scelto di unirsi per lanciare una raccolta fondi straordinaria, che possa offrire un concreto astrutture sanitarie particolarmente impegnate a fronteggiare l’emergenza Coronavirus. I fondi raccolti saranno al 100% devoluti, in parti uguali, all’Istituto Nazionale Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma, all’Ospedale Sacco di Milano e agli ospedali dell’Asl Città di Torino. Entro il 31 marzo le 3 organizzazioni contano di poter chiudere la raccolta, auspicando una buona risposta da parte dei propri abituali sostenitori (e non solo). I fondi confluiranno su un’unica piattaforma di raccolta online messa a disposizione da Amref Health-Africa Italia, che si impegna a raccogliere e gestire i contributi pervenuti, devolvendo, al termine della Campagna, il 100% dell’importo raccolto alle strutture sanitarie pubbliche beneficiarie.

Rimpatriati 10.000 italiani, devono mettersi in autoisolamento

Nelle ultime 72 ore sono stati circa 10mila gli italiani all'Estero rientrati in Italia e che, come annunciato dal ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, dovranno mettersi in auto isolamento non appena arrivati sul territorio italiano

Bolsonaro: in Italia tanti morti perché è un Paese di vecchi

"L'Italia è una città... un Paese pieno di vecchietti, in ogni palazzo ce ne sono almeno una coppia, come a Copacabana, per questo motivo ci sono tanti morti...". Lo ha detto il presidente brasiliano Jair Bolsonaro, parlando a Brasilia con i giornalisti che lo incalzavano sulla diffusione del coronavirus e sulle misure di contrasto messe in atto dal governo. Il presidente ha ripetuto negli ultimi giorni che considera "isterismo" o "nevrosi" la preoccupazione crescente per la diffusione del coronavirus, che martedì ha causato la prima vittima in Brasile, e criticato i governatori che stanno adottando le prime misure di contenimento.

La città di Suzhou dona 20.000 mascherine a Venezia

La città cinese di Suzhou ha donato 20.000 mascherine modello N95/FFP3 a Venezia, con cui è gemellata dal 1980, per sostenere la lotta contro il coronavirus. Secondo le autorità municipali di Suzhou, il carico fa parte degli aiuti umanitari donati a Venezia dalla città cinese durante l'epidemia e ne dimostra il sostegno alla popolazione locale. Quest'anno ricorre il 40° anniversario del gemellaggio tra Suzhou e Venezia.









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