venerdì 29 marzo 2013
La giunta comunale del capoluogo ligure ha approvato l'istituzione di un documento che ha, come obiettivo, quello di mettere sullo stesso piano le coppie iscritte al registro e quelle «sposate civilmente» calpestando così il diritto di famiglia.
SECONDO NOI Illusioni che fanno male
IL GIURISTA «Forzatura priva di valore che impoverisce l'intera società»
COMMENTA E CONDIVIDI
​«Indebolire la famiglia, non potenziarla, e addirittura indebolirla, in qualunque modo, a prescindere dalle intenzioni di ciascuno, significa veramente indebolire e rendere più fragile la società intera, rendere più incerte le persone, pensiamo soltanto all’educazione dei figli». È il duro commento che l’arcivescovo di Genova e presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, ha espresso parlando dell’approvazione avvenuta ieri del regolamento per l’istituzione del registro per le unioni civili da parte della Giunta comunale. «Il registro delle unioni civili – ha detto il cardinale a margine della Messa del Giovedì Santo – indebolisce l’istituto familiare» e «su questo tema la posizione dei vescovi italiani è chiarissima». Infatti, «l’istituto familiare è l’unico soggetto di diritto, in quanto coppia, secondo il nostro ordinamento». Duro anche il commento del Forum Ligure delle Famiglie. «Siamo sbalorditi dalla distanza dell’amministrazione comunale dai veri problemi della popolazione genovese soprattutto delle famiglie con figli, che stanno vivendo momenti assai difficili», ha detto il presidente Anna Maria Panfili. «Siamo di fronte ad un provvedimento vuoto ed ideologico», mentre «i problemi veri del Paese sono altri e i Comuni possono iniziare ad affrontarli; urge un più attento controllo della spesa pubblica, l’adozione di agevolazioni per l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro, una rapida riforma della tassazione e del sistema tariffario comunale, per adeguarlo a misura delle famiglie con figli, con anziani, con disabili, che svolgono una insostituibile funzione sociale e da sole, senza aiuto, stanno tenendo in piedi il Paese». L’auspicio è che «il consiglio comunale ritrovi la strada del bene comune e richiami la Giunta alla responsabilità di interpretare i veri bisogni della popolazione, respingendo l’adozione del registro». «Come Forum – ha concluso – siamo disposti a collaborare con l’amministrazione comunale per individuare le discriminazioni eventualmente esistenti tra coppie sposate e coppie di fatto, e suggerire soluzioni concrete e specifiche; al momento, però, ci pare di poter dire che ad essere discriminati sono piuttosto i coniugati, mancando misure di politica familiare in linea con la Costituzione, che impone anche ai Comuni di agevolare la formazione della famiglia, specie se numerosa, e i suoi compiti con misure economiche e altre provvidenze». «Le unioni civili – ha detto invece il sindaco Marco Doria – non minacciano i diritti di chi, come me, ha scelto di sposarsi. Bisogna riconoscere le nuove forme di convivenza. Ogni strumentalizzazione sarebbe volutamente falsa». «Il registro – ha spiegato invece l’assessore ai Diritti, Elena Fiorini – contiene norme molto semplici per parificare le coppie di fatto a quelle sposate. Potranno farne richiesta tutte le coppie indipendentemente dal sesso. Negli uffici comunali sarà possibile ratificare l’unione civile attraverso una procedura formale». «È una proposta – ha aggiunto Fiorini – che contiene, in sette punti, norme molto semplici volte a parificare le coppie unite civilmente alle coppie unite in matrimonio in relazione al rapporto con il Comune. Non si tratta di creare nessun nuovo status, ma semplicemente di offrire i servizi comunali e di disciplinare i rapporti con il Comune in modo uguale tra le coppie sposate e le coppie di fatto». «Ci sarà un certificazione dell’unione – ha concluso – i cui vantaggi saranno legati alla gamma di servizi offerti dal Comune alle coppie, dal sociale all’assegnazione delle case popolari, dai servizi scolastici a quelli cimiteriali».
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: