lunedì 2 dicembre 2019
Il provvedimento passa all'Aula. L'Iva sugli assorbenti bio scende al 5%. Le multe per i seggiolini bebè slittano a marzo. Sul Mes, M5s e Pd ancora divisi: decisione entro e non oltre l'11 dicembre
Via libera, ma sulle fondazioni la maggioranza si spacca
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Una lunga maratona durata 14 ore e il dl fisco incassa il via libera della commissione Finanze della Camera: i deputati hanno votato il mandato al relatore. Il testo, in prima lettura a Montecitorio, è atteso in Aula per la discussione generale questa sera ma non si esclude che l'avvio dell'esame da parte dell'Assemblea possa slittare a domani.

Via libera della commissione Finanze della Camera intanto alle norme sul carcere agli evasori ma la maggioranza si spacca: Italia Viva ha infatti votato no. «Iv resta sempre contrario, votiamo no», dice il deputato Mauro Del Barba. Incassano comunque l'ok gli emendamenti dei relatori e del governo al dl fisco che hanno cercato una sintesi all'interno della maggioranza: resta l'innalzamento complessivo delle pene ma sarà meno consistente per i reati minori.

Lega, FdI e FI abbandonano i lavori in commissione Finanze alla Camera sul decreto fisco poco prima del voto all'emendamento del governo sul carcere agli evasori. La protesta riguarda anche, spiega Massimo Bitonci (Lega), riguarda anche le norme sugli appalti.

«La decisione di rinviare l'applicazione della spazzacorrotti per equiparare le regole di trasparenza tra partiti e fondazioni è un clamoroso errore che la commissione ha fatto nottetempo col voto favorevole di M5S, Pd e Leu e il voto contrario di Italia Viva». Lo scrive su Twitter il deputato di Iv Luigi Marattin, con riferimento ai lavori in commissione alla Camera sul decreto fiscale. A quanto si apprende, anche i partiti di opposizione, hanno votato contro l'emendamento al dl fisco.

«Di giorno sui social fanno i moralisti, di notte in commissione salvano le LORO fondazioni». Lo scrive su Twitter il leader di Iva Matteo Renzi, commentando l'approvazione in commissione alla Camera, con il voto di M5S, Pd e Leu, di un emendamento per rinviare l'equiparazione delle norme sulle fondazioni a quelle sui partiti.

Intanto l'Iva passa dal 22% al 5% per gli assorbenti compostabili o lavabili. E' quanto prevede un emendamento al dl Fisco approvato dalla commissione finanze della Camera.

La commissione ha approvato anche un emendamento che rinvia al 6 marzo le multe per chi non si adegui alle nuove norme sui seggiolini auto per i bambini e fa salire da uno a 5 milioni gli stanziamenti previsti nel 2020 per le agevolazioni sotto forma di credito di imposta.

Approvato poi un emendamento che riscrive il calendario fiscale, con la scadenza del 730 che passa dal 23 luglio al 30 settembre. Cresce anche la platea dei contribuenti che possono usare il 730: oltre ai dipendenti e ai pensionati, possono presentarlo anche i titolari di redditi assimilati a quello di lavoro dipendente e i titolari di redditi di lavoro autonomo occasionale.

Sul Meccanismo europeo di stabilità (Mes) ancora fumata grigia. Il vertice voluto ieri dal premier Conte ad una manciata d'ore dal nuovo redde rationem con Matteo Salvini in Parlamento non chiude nella maggioranza la partita sul Mes. Le posizioni di M5s e Pd sono diverse, e Conte opta per affidare la decisione definitiva sull'ok alla riforma al Parlamento. Per il ministro della Salute Roberto Speranza (Leu): «La centralità del parlamento non può essere messa in discussione». La data chiave è l'11 dicembre quando, dopo le comunicazioni del premier in vista del Consiglio Ue, la maggioranza sarà chiamata a varare una risoluzione comune.

«In vista dell'Eurogruppo del 4 dicembre 2019 il Governo affronterà il negoziato riguardante l'Unione Economica e Monetaria
(completamento della riforma del Mes, strumento di bilancio per la competitività e la convergenza e definizione della road map
sull'unione bancaria) seguendo una logica di "pacchetto"», spiegano fonti di Palazzo Chigi specificando che, sulla riforma
del Mes, «ogni decisione diventerà definitiva solo dopo che il Parlamento si sarà pronunciato». Ovvero, dopo le risoluzioni che seguiranno alle comunicazioni di Conte in Aula dell'11 dicembre, proprio in vista del Consiglio Ue.

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