giovedì 21 giugno 2018
Governo irritato: testo già preparato da Berlino e Parigi. Ma la cancelliera rassicura il governo in vista del vertice di domenica
Merkel rassicura Conte: «La bozza sui migranti cambierà»
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«Ho appena ricevuto una telefonata dalla Cancelliera Angela Merkel, preoccupata della possibilità che io potessi non partecipare al pre vertice di domenica a Bruxelles sul tema immigrazione. Le ho confermato che per me sarebbe stato inaccettabile partecipare a questo vertice con un testo già preconfezionato. La Cancelliera ha chiarito che c'è stato un "misunderstanding": la bozza di testo diffusa ieri verrà accantonata». La tregua europea scatta su Facebook. Il post del presidente del Consiglio Giuseppe Conte si conclude così:
«Ci vediamo domenica a Bruxelles!».

Improvvisa schiarita dopo che l’Italia aveva minacciato di far saltare il tavolo europeo su migranti. Pomo della discordia l’annunciato giro di vite sui 'movimenti secondari', con il ritorno nei paesi di approdo dei migranti richiedenti asilo transitati irregolarmente in altri Paesi dell’Unione. Al termine di un’altra giornata campale il governo aveva definito,ieri, la linea da tenere nel complicatissimo vertice informale europeo a 10, convocato per domenica a Bruxelles, proprio per tentare un’intesa sulla modifica delle regole sull’immigrazione.

Il dossier era stato al centro di un lungo vertice a Palazzo Chigi fra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk. Seguito da un ulteriore vertice tra il premier, i due vice (il ministro dell’Interno Matteo Salvini e quello del Lavoro Luigi Di Maio) al quale aveva partecipato anche il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi. Il vertice di domenica è stato promosso per coinvolgere i paesi più esposti al fenomeno migratorio e tentare di elaborare, in vista del Consiglio Europeo di fine giugno, una proposta condivisa su una tematica che, ormai è chiaro, mette a rischio la tenuta stessa dell’Unione. Ma la soluzione ancora non si trova.

Ancora una volta le posizioni più estreme sono risuonate nelle parole di Matteo Salvini (che ha incontrato ieri il suo omologo austriaco Kickl e il vicecancelliere di Vienna Strache), il quale, nell’annunciare che il governo sta lavorando ad una proposta «di riforma delle regole europee» ha aggiunto, minaccioso: «Non vorremmo arrivare a discutere il finanziamento italiano all’Unione Europea». Il leader della Lega si è spinto in serata a ipotizzare la mancata partecipazione di Conte al vertice di domenica. «Se andiamo a Buxelles per avere il compitino già scritto da Francia e Germania, se pensano di mandarci altri migranti invece di aiutarci, allora non andiamo nemmeno, risparmiamo i soldi del viaggio», aveva avvertito senza mezzi termini il ministro dell’Interno a Porta a porta. Pomo della discordia era diventata, appunto, la bozza di accordo circolante per il vertice di domenica.

«Spero che Conte vada a far valere le nostre ragioni - aggiungeva Salvini - ma l’Italia non è più scontata, il popolo italiano non è più in vendita ». Un’eventualità, la possibile diserzione italiana, che però veniva esclusa da esponenti di governo del M5s. Da un lato, quindi, le levate di scudi di Salvini vengono considerate, dai pentastellati, funzionali a un innalzamento del prezzo per l’Italia, che - in un momento di grave difficoltà ha bisogno di essere ascoltata, come è effettivamente accaduto. Dall’altro, però, cresce - anche nel Web il malcontento di parte del popolo a 5 stelle, stanco della sovraesposizione mediatica del socio di minoranza dell’alleanza. Una sensibilità diversa cui ha dato voce, un po’ a sorpresa, alla Camera, ieri, il presidente Roberto Fico, che ha ripreso il deputato Andrea Delmastro Delle Vedove (di Fdi) in quanto, ha ammonito, «i migranti non fanno la pacchia...», e lo ha invitato a «utilizzare un linguaggio più consono».

Ma pur nella forte diversità di toni, ai massimi livelli delle istituzioni italiane si prova a sostenere le nostre ragioni con una coralità di fondo. Anche Mattarella nel suo incontro con Tusk, ieri, non ha mancato di sollecitare una vera solidarietà europea, a partire dalle consultazioni, evitando di prospettare soluzioni ancora una volta penalizzanti per i paesi più esposti. Per «movimenti secondari» si intende la circolazione dei migranti sbarcati tra i Paesi membri Ue. In base al regolamento di Dublino, infatti, se un richiedente asilo abbandona il Paese di primo approdo per andare in un altro Stato membro europeo, quest’ultimo può 'ricollocarlo' nel Paese dove era sbarcato. Ed è questo il tema più scottante, per l’Italia, in assenza di una svolta nella gestione della prima accoglienza. Tusk però resta ottimista, e parla di «discussione positiva » in vista del vertice europeo «sulla necessità di estirpare l’immigrazione illegale».

Ottimista ora anche l'altro vicepremier Luigi Di Maio. «Finalmente vedo un'Italia rispettata in Europa e nel mondo. Continui così Presidente Giuseppe Conte!», twitta il ministro del Lavoro.

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