mercoledì 25 settembre 2019
Si delinea la strategia tributaria del nuovo governo in vista della manovra. Conte: patto antievasione con gli italiani onesti
Foto Ansa

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«Un patto con tutti gli italiani onesti» per affossare, una volta per tutte, l’evasione fiscale. Una piaga «endemica» del nostro Paese. Giuseppe Conte annuncia la svolta dal Palazzo di Vetro, dove i temi di politica italiana lo rincorrono senza tregua. All’assemblea generale dell’Onu ha appena finito di parlare Donald Trump, con cui più tardi il premier scambierà un breve saluto, con tanto di pacca 'trumpiana' sulla sua spalla.

Ma il presidente del Consiglio ha inevitabilmente in testa le prossime sfide che lo aspettano a Roma, a partire dalla complicata stesura di una manovra economica che diventerà il biglietto da visita del nuovo governo giallorosso. Conte un cambio lo vuole con forza, nel rispetto delle regole europee, ma con misure che guardino più che mai alla crescita. E lo vuole nella lotta a chi non paga le tasse: «Serve una svolta radicale, i palliativi non bastano più. E per una svolta radicale servono misure radicali». Il premier non ha fornito alcuna anticipazione su cosa abbia in mente.

Ma il cantiere è aperto, filtrano le prime ipotesi: non ci sarà una forma di tassazione del contante, forse nemmeno un nuovo tetto, ma si vorrebbe puntare all’introduzione di una forma di contrasto d’interessi, di un semplice meccanismo premiale per i cittadini che pagheranno servizi con il bancomat o la carta di credito. Il premio sarà una detrazione fiscale per questi pagamenti. Un analogo incentivo è allo studio anche per gli esercenti che passeranno dall’incasso del contante al maggior utilizzo del Pos. La logica sarà la stessa della fattura elettronica: tracciare i pagamenti è un maggior obbligo a versare le tasse.

Conte sottolinea comunque la determinazione: «L’evasione fiscale è la maggiore iniquità in un sistema collettivo, dove tutti pagano di più perché molti non pagano. Ecco allora che stiamo lavorando a un provvedimento complessivo che non c’è mai stato in passato – spiega – e questo significa che, se riterremo una misura del genere percorribile, io chiederò un patto con tutti gli italiani onesti». Il premier non si sbilancia nemmeno sulle altre misure in cantiere, ma ripete il suo 'mantra', la linea che ha già prospettato all’Ue e che ha ribadito a New York, dove ha anche incontrato il fondo di investimenti BlackRock: «Noi siamo per politiche espansive. E questo è il momento, nell’interesse di tutti in Europa». Da New York Conte (che ha escluso di pensare a un suo partito) è tornato inoltre a punzecchiarsi col suo ex alleato 'di ferro', Matteo Salvini.

A domanda, il premier ha risposto che un nuovo passaggio parlamentare sarebbe «urgente e necessario» per chiarire i rapporti tra Russia e Lega, precisando tuttavia di non avere «elementi» nuovi. Il riferimento è agli incontri tenuti all’hotel Metropol di Mosca, su cui la procura di Milano ha aperto un’inchiesta. Un caso su cui Conte, da capo del suo primo governo, scelse di andare a riferire in Senato dopo il rifiuto dell’allora vicepremier e capo leghista. Pronta la replica di Salvini: «Non c’è niente da chiarire. A Conte ricordo piuttosto che ci sono alcune interrogazioni Pd giacenti su suoi presunti conflitti d’interesse, alle quali non ha mai risposto».

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