giovedì 14 novembre 2019
Nominato il commissario per il Mose, sarà Elisabetta Spitz, ex direttore dell'Agenzia del Demanio. De Micheli: entro il 2021 opera completata. Oggi in Cdm lo stato di emergenza
Conte a Venezia (Ansa)

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Arrivano le prime misure per i danni causati dall'alta marea a Venezia. Il premier Conte, in città da due giorni, ha infatti annunciato 5mila euro per i privati e 20mila euro per gli esercenti come aiuto per rimettere in sesto locali e cantine sommerse dall'acqua. Parallelamente il ministro per le Infrastrutture Paola de Micheli, fino a ieri a Venezia, ha annunciato il nome del commissario che dovrà portare a termine il Mose entro il 2021, assicura la titolare del dicastero. La scelta è caduta sull'ex direttore dell'Agenzia del Demanio Elisabetta Spitz. Sull'opera poi, il governatore della regione Luca Zaia ha parlato di opera completa al 93% e di 400 milioni che mancano per la sua realizzazione «non ancora stanziati dal governo». Oggi Cdm alle 16,30 per dichiarare lo stato di emergenza per la regione.

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, insieme al ministro alle Infrastrutture Paola De Micheli, era arrivato nel tardo pomeriggio di ieri, mercoledì, a Venezia per rendersi conto di persona dei danni. A Palazzo Poerio, nella zona di piazzale Roma a Venezia, ha partecipato a una riunione di emergenza con il capo della Protezione civile Angelo Borrelli, la ministra alle Infrastrutture Paola De Micheli, il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro. Al termine dell'incontro Conte ha voluto andare alla Basilica di San Marco a constatare i danni subiti dalla chiesa.

Sulla richiesta di proclamazione dello stato di emergenza per Venezia arrivata dal governatore Luca Zaia, il premier ha rassicurato che nel consiglio dei ministri tecnico di giovedì, «molto limitato che sicuramente si occuperà di questa valutazione e posso dire che non ci sono ragioni per negare il riconoscimento dello stato di emergenza», ha detto Conte dopo la riunione tecnica, confermando poi stamane la certezza di questa affermazione della prima ora.

A chi gli chiedeva conto dei danni, Conte ha risposto: «Come avviene sempre dopo un'emergenza, prima ci sarà un'istruttoria tecnica e successivamente verranno ristorati i danni, anche ai privati». Infine, «siamo vicini alla comunità veneziana e a tutti coloro che amano Venezia. Venezia è un patrimonio storico e artistico, non solo dell'Italia ma dell'intera umanità».

I sottosegretari veneziani Pierpaolo Baretta e Andrea Martella, che seguono l’evolversi della situazione, la più grave dal 1966 sottolineano, hanno assicurato che nel prossimo Cdm saranno valutati «gli interventi necessari e urgenti che tutelino la città, la sua laguna e le comunità che vi vivono». Il titolare dell’Ambiente Sergio Costa aggiunge che «è tempo di agire subito contro i cambiamenti climatici, con scelte di politica economica coraggiosa che questo governo sta già mettendo in campo con il decreto clima». Dal canto suo il ministro degli Esteri Luigi Di Maio annuncia che l’esecutivo si muoverà immediatamente per una moratoria su mutui e i contributi per imprese e famiglie.

Salvini: 100 milioni per completare subito l'opera

Con le onde della laguna riemerge anche la questione Mose. «E’ un'opera fondamentale e noi depositeremo un emendamento che prevede 100 milioni per metterlo subito in esercizio», annuncia il segretario della Lega Matteo Salvini. Anche Forza Italia chiede il suo completamento. Il sindaco della città Luigi Brugnaro ricorda che «se il Mose fosse stato funzionante avrebbe evitato questa marea eccezionale». Sul tema interviene anche il patriarca di Venezia Francesco Moraglia, per il quale «sarebbe opportuno sapere, finalmente, che ne sarà del Mose e che cosa possiamo attenderci noi veneziani dopo tante promesse e tante attese».

La fine dei lavori prevista per il 2021

L’opera - iniziata nel 2003 - dopo l'allungamento dei tempi per la costruzione, lo scandalo legato alle tangenti, ad ottobre ha conosciuto un nuovo stop alla fase di test delle paratoie, avviata a luglio e che stava per concludersi in una data simbolica, quel 4 novembre che ricorda l'"Aqua granda" del 1966. Per il 31 dicembre 2021 è invece stata fissata la data di conclusione e di consegna, al termine della fase di collaudo del sistema definitivo degli impianti che muovono le dighe del sistema. Il costo complessivo dell'opera, secondo le previsioni contenute nel Bilancio 2018 del Consorzio Venezia Nuova, è stato calcolato in 5.493 milioni, stanziati in 15 anni, dal primo mattone del 2003 al 2018. I residui finanziamenti programmati dal governo ammontano a 221 milioni, dal 2017 fino al 2024, ossia per altri tre anni dopo la chiusura dei cantieri.

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