giovedì 29 ottobre 2020
ll premier riferisce a deputati e senatori sulle misure restrittive adottate nel decreto del 24 ottobre. Il capogruppo dei senatori Pd provoca sconcerto parlando di rimpasto di governo
Conte al Parlamento: il Dpcm contro l’aumento repentino dei contagi
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Il momento in cui l'Aula della Camera applaude in maniera convinta è quando Conte cita il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e la necessità della coesione. "È il momento di stare uniti", dice il presidente del Consiglio nell'informativa urgente sul Dpcm varato il 24 ottobre.

I governi hanno "meriti e demeriti", premette, "ma anche Francia e Germania hanno ammesso le difficoltà" e hanno varato misure restrittive, "il virus ci costringe a fare un passo indietro".

Il premier disegna il quadro della situazione, la pressione sul servizio sanitario, spiega che la necessità di chiudere quelle attività non è legata al fatto che non vengono considerate essenziali ma per ridurre le occasioni di contati sociali e "raffreddare la curva" e anche perché "risulta ormai difficoltoso, per gli operatori, tracciare in modo completo le catene di trasmissione". Bar, ristoranti, piscine non hanno quindi colpe, la serrata non è stata causata dal mancato rispetto delle regole, "noi siamo sensibili alle manifestazioni dei cittadini e delle categorie".

Il fatto è che occorreva agire subito: "La diffusione subdola e repentina" del virus è "una seconda sfida, non meno minacciosa della prima". In questo momento di "grande incertezza e insicurezza" il governo "ce la metterà tutta per mettere in sicurezza il Paese". Conte ricorda che "le misure adottate si pongono in continuità sul piano di metodo e di merito" rispetto al passato, "non abbiamo mai sottovalutato la pandemia. Non abbiamo mai affermato di essere fuori dal pericolo". Ora, d'intesa con gli scienziati, si è compiuto "un passo più deciso" ma "non abbiamo agito secondo criteri arbitrari o gerarchiche", dice Conte. Si tratta di scelte, come quella sulla didattica a distanza nelle scuole e della chiusura dei cinema e teatri che "ci sono costate molto".

Il premier si appella al Parlamento e considera positive le posizioni di alcune forze politiche come FI che hanno teso la mano. "Voglio ringraziare tutti coloro che hanno sostenuto i nostri sforzi e tutti coloro che, pur nella legittima dialettica politica che caratterizza e deve caratterizzare una moderna democrazia, offrono e vogliono - sottolinea - continuare a offrire un contributo costruttivo a questi nostri sforzi protesi al bene e all'interesse del Paese".

La battaglia contro il coronavirus non va combattuta solo all'interno dei confini nazionali. Serve una risposta coordinata dell'Europa, dice il presidente del Consiglio, è necessaria "una risposta globale perché nessuno Stato si salva da solo". E serve "far partire al più presto" i fondi del 'Recovery fund', si tratta di "un obbligo morale verso i cittadini".

Infine la citazione di Einstein: "Siamo qui non per noi, ma per gli altri uomini'. Anzitutto per coloro dal cui sorriso e dal
cui benessere dipende la nostra felicità, ma anche per quella moltitudine di sconosciuti alla cui sorte ci incatena un vincolo
di simpatia".

Dopo l'informativa alla Camera, il presidente del Consiglio è andato in Senato per riferire anche a Palazzo Madama sulle misure per fermare l'aumento dei contagi. In questa sede a fare notizia, più che le parole di Conte, sono state quelle del capogruppo dei senatori del Partito Democratico, Andrea Marcucci. Il senatore ha sorpreso il suo stesso partito quando ha chiesto al premier una verifica di governo. "Il Presidente Conte valuti se i singoli ministri sono adeguati all'emergenza, apra la verifica, abbiamo bisogno di una maggioranza coesa", sono state le parole di Marcucci che hanno fatto tremare il partito. Subito si è pensato alla proposta di un rimpasto di governo. Le opposizioni hanno colto l'occasione per ipotizzare che l'esecutivo avesse perso la maggioranza. "Rimpastino o dimissioni", è stato il commento di Fratelli d'Italia. Il vicecapogruppo dem al Senato, Franco Mirabelli, ha subito smentito Marcucci, definendo "lunare" parlare in questo momento di rimpasto. Il leader del Pd, Nicola Zingaretti, è intervenuto confermando la "massima fiducia nel governo e nei ministri".

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