venerdì 19 giugno 2020
La presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen: «Dobbiamo fare tutto ciò che è in nostro potere per trovare un accordo prima della pausa estiva»
Intesa più vicina, vertice a metà luglio. Conte: risorse entro l'anno

Ansa

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Durante il suo intervento al Consiglio Ue di consultazione in videoconferenza, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha ribadito la posizione dell'Italia sul Recovery fund. «La Commissione Europea e la Bce - ha detto Conte - non hanno mancato l’appuntamento con la Storia. Ora è il turno del Consiglio Europeo di essere all’altezza della sfida e di dare un segnale politico forte». Per il premier, la proposta della Commissione (un Recovery fund da 750 miliardi, collegato al Bilancio europeo, con circa 500 miliardi 'a fondo perduto'), è «equa e ben bilanciata. Sarebbe un grave errore scendere al disotto delle risorse finanziarie già indicate. E anche la combinazione tra prestiti e sussidi è ben costruita. Questa combinazione ci aiuterà a realizzare investimenti e riforme in modo da rafforzare la convergenza e la resilienza dell’intera Unione». Conte insiste anche sui tempi, alla luce anche delle difficoltà interne del governo sull'altro strumento finanziario già disponibile, il Mes: «Dobbiamo assolutamente chiudere l’accordo entro luglio. E dobbiamo assecondare gli sforzi della Commissione di rendere disponibili alcune risorse già per quest’anno». Conte conferma anche il "prezzo" che l'Italia è disposta a pagare per siglare un compromesso: un'intesa non al ribasso «consentirà all’Italia di avere un atteggiamento più flessibile su alcuni aspetti del Qfp, ad esempio quelli che appaiono più anacronistici come i rebates», sconti di cui godono alcuni Paesi tra i quali Germania, Paesi Bassi e Svezia. Roma, insomma, chiuderebbe un occhio in cambio di un Recovery fund ben finanziato.

«Questa prima discussione, secondo me, è stata molto positiva: i leader si sono trovati d'accordo sulla necessità di un piano che includa solidarietà, investimenti e riforme, e che dobbiamo fare tutto ciò che è in nostro potere per trovare un accordo prima della pausa estiva». Lo ha detto la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, in conferenza stampa al termine del Consiglio Ue. Mentre sul Recovery Fund, ci sono ancora divisioni tra i leader sulla dimensione complessiva del fondo e sul bilanciamento tra prestiti e grants, cioè contributi a fondo perduto.

Secondo alcune ricostruzioni, sarebbero arrivate timide aperture a un accordo anche da parte del presidente dei Paesi Bassi, Rutte, capofila dei Paesi cosiddetti "frugali", che nel suo discorso avrebbe anche citato il premier Conte. Breve l'intervento del presidente francese Macron, focalizzato sulla necessità di chiudere l'intesa a luglio e di non scendere al di sotto della proposta franco-tedesca di 500 miliardi in grants, finanziamenti. L'Unione Europea sta affrontando la recessione più grave dalla Seconda guerra mondiale e ha tutto l'interesse a varare il Recovery plan entro la fine dell'estate, prima di eventi come le elezioni americane. Lo ha detto la cancelliera tedesca Angela Merkel agli altri leader Ue. La cancelliera ha aggiunto che i leader europei si devono vedere de visu al più presto. Probabilmente a metà luglio. «Il Recovery Fund non deve aprire la strada a un'unione del debito» perciò «deve esserci un limite di tempo» e «si deve discutere di chi paga quanto, di chi beneficia di più e di quali condizioni vincolano gli aiuti». Così il cancelliere austriaco Sebastian Kurz in un messaggio diffuso su Twitter a margine del vertice Ue. «L'Austria è ben coordinata con Danimarca, Olanda e Svezia» e vuole «contribuire» al dibattito Ue, sottolinea Kurz, «l'obiettivo» di Vienna «è mostrare solidarietà ai Paesi più colpiti dal coronavirus». Quella messa sul tavolo dalla Commissione Ue è «una proposta ambiziosa» per il rilancio dell'Ue, «che per noi rappresenta la base minima di partenza. Non accetteremo nessun passo indietro». Così il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, intervenendo in apertura della videoconferenza dei capi di Stato e di governo europei. «Intervenire solo con prestiti avrebbe conseguenze asimmetriche sul debito dei singoli Stati membri e sarebbe più costoso per l'Unione nel suo insieme», ha sottolineato. «Sul piano di ripresa il parlamento è chiaro, è una buona base di partenza e ci auguriamo che il Consiglio la apprezzi per iniziare una negoziazione. Vogliamo un piano di ripresa e un Qfp (quadro finanziario pluriennale, ndr) che siano la benzina del motore che deve ripartire», ha proseguito Sassoli, sottolineando che il «Parlamento Ue non intende rinunciare alle proprie prerogative come autorità di bilancio».

«Abbiamo una responsabilità collettiva di arrivare a un risultato. Oggi i leader del Consiglio europeo discuteranno il bilancio a lungo termine dell'Ue e il piano per la ripresa per la lotta al Covid-19. Ora è il momento di impegnarsi», ha scritto su Twitter il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, prima dell'inizio del vertice in videoconferenza.

La presidente della Bce Christine Lagarde, che è intervenuta nel Consiglio Europeo in videoconferenza, ha avvertito i capi di Stato e di governo delle gravi conseguenze che potrebbe avere un mancato accordo sul Recovery Plan, che punta a sostenere la ripresa dell'economia europea, colpita dalla crisi provocata dalla pandemia di Covid-19. Secondo fonti diplomatiche nordeuropee, Lagarde nel suo intervento «ha riecheggiato gli argomenti della volta scorsa. Inizia a diventare una narrativa ben nota, ma mancano ancora i fondamenti». Il commissario europeo all'Economia Paolo Gentiloni ha già ammonito che le conseguenze di un mancato accordo «sarebbero talmente gravi ed evidenti che è meglio non parlarne».


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