mercoledì 12 gennaio 2011
La Corte Costituzionale ha dichiarato ammissibili quattro quesiti referendari e ne ha bocciati due. Il via libera è arrivato per quelli sul legittimo impedimento, sul ritorno del nucleare in Italia e ai due sulla privatizzazione dell'acqua. Inamissibili altri due referendum sulla gestione delle risorse idriche. Le consultazioni si terranno una domenica compresa tra il 15 aprile e il 15 giugno.
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La Consulta ha dichiarato oggi ammissibili quattro referendum e ne ha bocciati due. Il via libera è arrivato al referendum abrogativo della legge sul legittimo impedimento, al referendum che vuole bloccare il ritorno del nucleare in Italia e a due referendum contro la privatizzazione dell'acqua. Inamissibili altri due referendum sulla gestione delle risorse idriche.Il referendum sul legittimo impedimento, la legge che permette al premier Silvio Berlusconi di congelare i suoi processi fino al prossimo ottobre, si dovrebbe tenere, come gli altri, in una domenica compresa tra il 15 aprile e il 15 giugno. In realtà tutto dipende dal giudizio che domani i giudici della Corte daranno sulla costituzionalità della legge, in una attesa sentenza sui ricorsi presentati dal tribunale di Milano, davanti al quale Berlusconi è imputato in tre processi. Il referendum, presentato dal leader dell'Italia dei Valori Antonio Di Pietro, sarà inutile se la Consulta si pronuncerà per l'incostituzionalità del legittimo impedimento, perché in questo caso la legge viene cancellata dall'ordinamento. Si terrà, invece, se i giudici decideranno per la costituzionalità. Esiste anche una terza ipotesi, quella in cui la Consulta faccia cadere solo una parte della legge. In questo caso sarebbe l'ufficio centrale della Corte di Cassazione a decidere se il referendum si terrà o meno.La Corte Costituzionale ha dichiarato ammissibile anche il referendum, promosso sempre da Antonio Di Pietro, contro la costruzione di nuove centrali nucleari in Italia e a due quesiti su quattro sull'acqua ai privati. I due quesiti ammessi -- presentati dai comitati promotori della campagna "L'acqua non si vende" -- chiedono di abolire la possibilità di dare la gestione dei servizi idrici ai privati.Non ammesso è stato il referendum sull'acqua presentato dall'Idv che chiedeva l'abrogazione parziale delle norme che limitano la gestione pubblica del servizio idrico e il terzo del comitato per l'acqua pubblica su forme e procedure di affidamento delle risorse idriche. A fissare la data dei referendum sarà un decreto del presidente della Repubblica su deliberazione del consiglio dei ministri. Nel caso di scioglimento anticipato delle Camere o di una di esse, i referendum già indetti vengono sospesi.Il referendum è valido se a votare va la metà più uno degli elettori.
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