martedì 24 gennaio 2017
Il presidente della Corte ha suggerito più volte agli avvocati anti-Italicum di essere brevi e di «attenersi ai ricorsi» per andare presto in camera di consiglio. Non ammesso l'intervento del Codacons
Consulta, al via l'udienza. La decisione domani
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L'udienza. È iniziata stamattina a Palazzo della Consulta l'udienza pubblica nella quale la Corte Costituzionale è chiamata a vagliare la legittimità dell'Italicum. Sono 13 i giudici che si pronunceranno sulla questione. In prima battuta, dopo una breve Camera di consiglio, è stato ritenuto inammissibile l'intervento del Codacons e di altri soggetti a sostegno dei ricorrenti contro la legge elettorale per la sola Camera. La giornata è iniziata proprio con gli interventi dei legali che intendevano essere ammessi come parti in giudizio perché intervenienti in cause simili. Interventi punteggiati dalle raccomandazioni del presidente della Consulta, Paolo Grossi, che ha più volte suggerito «brevità» e di «attenersi ai ricorsi». Dopo l'intervento del giudice relatore, Nicolò Zanon, la parola è andata agli avvocati anti-Italiacum. Il primo dei quali, Vincenzo Palumbo, è stato rimproverato da Grossi. Che dapprima aveva invitato anche lui a concludere per «non esaperare la Corte e che poi lo ha apostrofato: «Sta abusando della nostra pazienza». Il presidente della Corte ha anche invitato i relatori a non uscire dalla considerazioni di carattere meramente giuridiche per fare «concioni politiche». Grossi ha così espresso l'auspicio di andare al più presto alla Camera di consiglio.

Le richieste. La Consulta sollevi davanti a se stessa un dubbio di incostituzionalità dell'Italicum. È tornato a chiedere Palumbo, sollecitando cosi «un'autorimessione, il cui iter potrebbe travolgere l'intera legge elettorale», e non solo i punti attualmente al vaglio di costituzionalità. Palumbo ha sostenuto che con l'Italicum «il Parlamento ha disatteso tutti i principi costituzionali in materia
elettorale». Anche Felice Besostri, promotore dei ricorsi, ha insistito: «Abbiamo visto quali sono state le conseguenze di aver votato per 3 volte con una legge elettorale incostituzionale. Questo non deve succedere più». E ha avvertito: «Se le prossime elezioni dovessero ancora essere fatte con una legge di sospetta incostituzionalità, la salute della Repubblica sarebbe in pericolo». Besostri ha anche invitato la Corte a valutare la circostanza che l'approvazione dell'Italicum avvenne col voto di fiducia.

L'attesa. Al termine dell'udienza il presidente Grossi ha annunciato la ripresa dei lavori alle 16, riaggiornando l'udienza al pomeriggio, quando prenderà la parola l'Avvocatura dello Stato. A seguire, la Camera di consiglio da cui uscirà il giudizio della Consulta sull'Italicum, atteso domani dopo le 13.



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