sabato 25 agosto 2012
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​Fino a dove ci si può spingere con l’agenda per la crescita dipende innanzitutto dalla situazione finanziaria del Paese e dalle strategie anti-spread che la Bce sta per adottare. Perciò Mario Monti, prima del lunghissimo Consiglio dei ministri sullo sviluppo, riceve di buon mattino il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco. Un’occasione per fare il punto e per rinsaldare l’asse fra Palazzo Chigi e Via Nazionale, alla vigilia del riavvio delle emissioni di titoli di Stato (vedi a lato). I due hanno condiviso, in estrema sintesi, un’unica preoccupazione, che tra l’altro si riflette nel ritorno dei differenziali sui titoli di Stato intorno ai 440 punti: «I mercati ancora vedono in Angela Merkel un fattore di resistenza contro la salvezza della Grecia».Monti e Visco si mostrano parzialmente sollevati per aver superato, senza danni, il mese di agosto, preda prelibata degli speculatori. Ma sono consapevoli che «non si può abbassare la guardia», almeno fino a quando non ci sarà il pronunciamento della Corte costituzionale tedesca sul nuovo fondo salva-Stati Esm. La convinzione condivisa è che la Cancelliera non vada «tirata per la giacca», ma piuttosto aiutata ad affrontare le tensioni politiche interne. Anche per questo il governo conferma, una volta di più, l’impegno di raggiungere il pareggio di bilancio nel 2013.Non è un caso se la relazione che ha catalizzato il Consiglio dei ministri di ieri, a sorpresa, non è stata quella di Grilli o Passera, bensì quella del ministro per le Politiche europee, Enzo Moavero. Un «compendio di diplomazia comunitaria», l’ha definita un collega facendo intendere che lì c’era la road map per vincere le resistenze tedesche senza far apparire Berlino «sconfitta». Moavero ha ricordato l’iniziativa pro-crescita in Europa avviata dall’Italia con la lettera di 12 stati del febbraio scorso e la strategia "2020" della Ue, invitando i suoi colleghi a far decadere tutte le iniziative che possano essere lette come in contrasto alle direttive comunitarie.L’incontro si è concluso con una divisione dei compiti istituzionali. Monti si occuperà dei leader europei, in particolare di continuare la moral suasion su Angela Merkel e di rafforzare l’asse con Francois Hollande. Visco, invece, continuerà a vigilare sull’Eurotower e sulle mosse che la Bundesbank metterà in atto per influenzare le decisioni finali di Mario Draghi.Del colloquio è stato informato anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, particolarmente interessato al secondo tema del vertice Monti-Visco, ovvero la congiuntura economica. I dati negativi sono noti. Il punto è se ci sono prospettive concrete di una ripresa nel 2013. E l’esito congiunto del ragionamento è che serve una svolta: anche se non ci sono grosse cifre occorre attuare le riforme già varate, sbloccare le risorse già stanziate e orientare il poco che avanza dagli obblighi di bilancio verso le piccole-medie imprese. Obiettivo: convincere gli investitori a puntare ancora sull’Italia.
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