venerdì 12 luglio 2013
​Il viceministro del Welfare Guerra nel suo intervento alla Conferenza sulla disabilità aperta oggi a Bologna. «La crisi sta peggiorando la situazione. Vanno rimosse le barriere, ambientali e culturali, per permettere alle persone disabili di essere protagoniste».
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«Riconoscere alle persone disabili i diritti di tutti». È il messaggio del vice-ministro Maria Cecilia Guerra in apertura del suo intervento alla IV Conferenza nazionale sulla disabilità che si è svolta a Bologna. «La ratifica da parte del nostro Paese della Convenzione Onu sui diritti dei disabili è vincolante e non va pensata con leggerezza - ha detto Guerra -. Non si vuole fare dei disabili delle categorie protette e speciali, ma riconoscere loro i diritti che hanno tutte le altre persone. Questa affermazione si sposa con una concezione nuova della disabilità». La Conferenza è l’occasione per avviare un confronto pubblico sul Programma di azione biennale per la promozione dei diritti e l’integrazione delle persone con disabilità. Approvato dal Consiglio dei ministri, il Programma passerà in Conferenza unificata e dovrà avere l’ok da Comuni, Province e Regioni e poi verrà adottato come Decreto del Presidente della Repubblica. «Il percorso - ha sottolineato Guerra - coinvolge tutta la filiera istituzionale e ha un senso se ciascuno di coloro che lo sottoscrive, considera vincolante la messa a punto degli impegni». In questo senso, la Conferenza è un momento importante e nella tavola rotonda del 13 luglio le istituzioni sono chiamate a rispondere a obiezioni, domande, sollecitazioni da parte dei gruppi di lavoro. Le conclusioni saranno trasmesse al Parlamento per individuare eventuali correzioni alla normativa. «È importante - ha continuato il vice ministro - che le istituzioni si mettano in filiera e agiscano insieme. Abbiamo zone d’Italia, come l’Emilia-Romagna, in cui c’è una grande attenzione, ma ci sono dislivelli territoriali insostenibili se vogliamo parlare di diritti umani».Il Programma di azione biennale prevede linee di intervento che riguardano il riconoscimento e la certificazione, il lavoro, la scuola, i servizi, la mobilità  e la salute. Guerra ha tenuto a insistere in particolare sulla questione del lavoro. «Rilevante disoccupazione di lungo periodo, non partecipazione ai programmi di formazione e abbandono scolastico sono le 3 situazioni che riguardano spesso le persone con disabilità - ha spiegato guerra - e che determinano molto spesso esclusione sociale e povertà. Se interveniamo solo sulla disabilità senza vedere la necessità di affrontare il problema sociale della povertà o quello di garantire alti livelli di partecipazione scolastica o l’inserimento in alti segmenti del mercato del lavoro, non faremo molta strada.La crisi sta peggiorando la situazione. «La crisi non colpisce tutti nello stesso modo, ma colpisce in modo particolare le persone che possono essere più facilmente messe ai margini - ha affermato poi Guerra - e i disabili sono sicuramente più esposti». Tutti gli studi dimostrano un forte legame tra le condizioni del mercato del lavoro e le condizioni delle persone disabili. Ecco perché, «bisogna accendere dei fari su marginalità e crisi per evitare che il nostro Paese, che pure ha una legislazione avanzata e ha precorso, in certi i casi, i tempi, faccia dei tragici passi indietro». La crisi poi si unisce alla discriminazione. «L’Unar ci dice che sono in aumento gli episodi di discriminazione verso le persone disabili», prosegue il vice ministro. A questo messaggio del vice-ministro Guerra si aggiungono le parole del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, arrivate a Bologna in un video-messaggio: «Proprio nei momenti di difficoltà economica come quelli che stiamo attraversando - ha sottolineato il Presidente - si impone una particolare attenzione alla condizione e ai diritti delle persone con disabilità, così da evitare che il disagio sociale si traduca in emergenza, come purtroppo in troppi casi sta avvenendo». ​
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