giovedì 29 dicembre 2022
La conferenza stampa: mi fido degli alleati, approvata una manovra politica. Fisco consideri i carichi familiari. Riforme, vado avanti. Msi fu importante per il Paese. A Kiev prima del 24 febbraio
La premier Giorgia Meloni ha tenuto stamani la conferenza stampa di fine anno

La premier Giorgia Meloni ha tenuto stamani la conferenza stampa di fine anno - Reuters

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«La mia intenzione non è sopravvivere con questo governo, ritengo che sinora tutto quello che abbiamo fatto sia di destra. Prendo in considerazione l'idea di non essere rieletta tra cinque anni, non prendo in considerazione l'idea di non fare quello che va fatto. Guardando avanti, vorrei lasciare un Paese orgoglioso. C'è stima dell'Italia ovunque, forse tranne che in Italia». E' uno dei passaggi conclusivi della lunga conferenza stampa di fine anno di Giorgia Meloni. Oltre tre ore di botta e risposta con la stampa. Di seguito i passaggi essenziali.

FRANCIA E TRATTATO DEL QUIRINALE

14.25: «Io ho contestato il Trattato del Quirinale perché non mi è chiaro. Mi riservo di capire se il Trattato è operativo o meno», dice in riferimento all'impegno a consultarsi regolarmente sui dossier importanti e a invitare ministri francesi nel Cdm italiano - e viceversa -. Sembra restare un certo gelo, quindi, con Macron.

RAVE

14.20: «Lo approveremo, non ho mai visto che una maggioranza per rispettare le prerogative del Parlamento non converta un decreto in Parlamento. La norma sul reinserimento dei medici no-vax è solo l'anticipo di un reintegro non previsto. Sui rave, chiediamoci perché non si vanno a devastare aree private in altri Paesi. Mi interessa dare il segnale: è finita l'Italia che si accanisce su chi rispetta le regole e non vede chi non le rispetta. Poi ricordo all'opposizione che nel decreto c'è l'ergastolo ostativo, quindi sarebbe ragionevole convertirlo dato che è uno strumento di lotta alla mafia».

SPOIL SYSTEM

14.00: «non ho apprezzato che nel passaggio tra un governo e l'altro qualcuno che ci fa la morale ha pensato a occupare posti nelle amministrazioni con assunzioni in posizione di diretta collaborazione. L'ho segnalato, e mi chiedo se non siano stati messi lì per creare ostacoli. Credo che occorra rivedere la riforma Bassanini»

SALVACALCIO

13.45: «Si tratta di una situazione ereditata. Il governo aveva sospeso i versamenti per il Covid. Noi li rateizziamo con una maggioranza del 3%»

DRAGHI

13.35: «Sento Draghi e mi fa piacere. La mia sfida è stata sempre confrontarmi con persone autorevoli. Mi pare che con noi non siano arrivate le dieci piaghe d'Egitto...»

MES E BCE E PATTO DI STABILITA'

13.25: sul Mes la premier ribadisce il «confronto con il Parlamento» sulla ratifica del Mes e al contempo conferma che l'Italia non vi accederà con «queste condizionalità». Tuttavia, Meloni dice di voler parlare con il direttore del Mes sullo strumento, per capire se si può cambiare. Perché, dice, sono risorse bloccate che l'Ue dovrebbe usare per altro. Quanto alla Bce, «ha la sua autonomia che rispettiamo, come la Bce deve rispettare quella della politica. Per come la vedo, nella situazione attuale sarebbe meglio evitare scelte peggiorative e sarebbe utile gestire bene la comunicazione sulla scelte che si fanno, sennò si rischia di generare, se non panico, fluttuazioni che vanificano il lavoro dei governi». Quanto al Patto di stabilità, «mi pare che siamo tutti d'accordo che non si possa tornare alle regole di prima». «Sono d'accordo - conclude il discorso sull'Ue - su un modello federale dell'Unione Europa. L'Europa deve occuparsi di grandi questioni, e non di piccole cose». Un nuovo fronte europeo sarà quello di provare a far slittare lo stop nel 2035 ai motori a combustione.

I POST SUL MOVIMENTO SOCIALE

13.20: la premier risponde anche sui post commemorativi del Movimento sociale italiano e conferma che parteciperà alle celebrazioni del 25 aprile. «Il Msi ha avuto un ruolo importante nel Paese. Ha traghettato nella democrazia milioni di italiani sconfitti dalla guerra. Si trattava di un partito in prima linea contro l'antisemitismo. Non capisco perché sia impresentabile oggi ciò che era presentabile 20, 30 o 50 anni fa. Basta con questo gioco al rilancio, in cui sempre dimostrare o cancellare qualcosa».

RIFORME ISTITUZIONALI E PRESIDENZIALISMO

13.10: «confermo che è una priorità. Penso sia il bene di questo Paese avere istituzioni più stabili e governi espressione del voto. Io sono sempre partita dal semipresidenzialismo alla francese non perché sia il mio preferito, ma perché penso sia quello che raccoglie più consensi trasversali. Sono partita da questo come gesto di disponibilità. Per quello che mi riguarda i modelli sono diversi e si possono anche inventare. Una Bicamerale è utile se c'è una volontà di condivisione, altrimenti diventa uno strumento dilatorio. Sono disposta a parlare di tutto con tutti, ma la riforma la voglio fare. Il ministro Casellati ha iniziato le consultazioni, entro gennaio consulterà i partiti di opposizione. Poi si deciderà su iter e tipo di iniziativa. Non escludo che ci sia un'iniziativa del governo. Ma non sarò così sprovveduta da non capire atteggiamenti dilatori»

GIUSTIZIA E PRESCRIZIONE

13.00: «la riforma della giustizia è una priorità. Ci vuole coraggio, ma il coraggio non ci manca. Nel complesso abbiamo una visione molto equilibrata e abbiamo un ottimo ministro della Giustizia . Sulla prescrizione c'è un consenso trasversale - dice Meloni in riferimento all'ordine del giorno del Terzo polo sostenuto alla Camera -, non si può essere indagati a vita»

CONFLITTO IN UCRAINA

12.55: «il governo russo si renda conto del terribile errore che sta facendo, stop a questa inaccettabile aggressione. Fino a quando non accadrà noi contribuiremo alla difesa del popolo ucraino. L'Ucraina lotta per la libertà e io ho enorme rispetto di questo. Con la Russia abbiamo rapporti antichi, gli errori del governo non devono ricadere sul popolo russo». L'Italia, dice poco dopo, farà tutto il possibile per favorire la pace e garantisce l'impegno per una «conferenza di pace». Oggi, però, non ci sono «segnali» dalla Russia. L'Italia, in ogni caso, è disponibile a farsi «garante» e perciò Meloni intende andare a Kiev prima di febbraio, prima che scocchi un anno dalla guerra. In assenza di segnali di Mosca, ribadisce la premier, l'unica possibilità per arrivare a negoziati è «sostenere l'Ucraina».

MIGRANTI, AFRICA E ONG

12.45: interpellata su perché non abbia applicato il blocco navale, spiega: «Non l'ho mai inteso come atto di guerra. Parlavo e parlo di una missione europea. Intanto avete visto che abbiamo posto alcune questioni a livello europeo, cosa che sino a ieri non è stato fatto adeguatamente. Avete visto che abbiamo fatto una norma per richiamare le Ong al rispetto di regole internazionali. Il tema dell'energia ci offre una possibilità di una nuova politica con l'Africa, perché prima del diritto a emigrare c'è il diritto a restare. L'Italia deve essere capofila in questa nuova politica europea verso l'Africa, nel momento in cui l'Europa ha bisogno disperato di approvigionamento energetico». Questo dunque, il «piano Mattei» rilanciato dalla premier. Una strategia nella quale, «ovviamente, la Libia è cruciale».

IRAN

12.40: «la storia della scacchista iraniana mi ha colpito molto, il gesto di Sara Khadem dà valore alla libertà. Quello che sta accadendo in Iran è inaccettabile, l'Italia non tollererà oltre. Se queste repressioni non cesseranno, dovremo agire con i partner internazionali per essere più incisivi»

SPESE MILITARI

12.35: «sulle spese militari l'Italia andrà avanti, come sono andati avanti i governi precedenti. In particolare ringrazio il presidente Conte che aumentò la spesa di 3 miliardi, quindi è un lavoro trasversale - ironizza Meloni -. Non so dire di quanto cresce la spesa e in quanto tempo, ma è una questione di credibilità». Sì della premier, inoltre, a una difesa comune europea e a un rafforzamento del «pilastro europeo» della Nato.

QATARGATE

12.30: «Mi da fastidio che si parli del Qatargate come "italian job". Si tratta di un problema europeo, diverse Nazioni sono coinvlte. Al massimo direi "socialist job". Fossero stati coinvolti dei conservatori...»

EVASIONE E SCUDO PENALE

12.25: interpellata sullo sventato scudo penale agli evasori, e sull'impegno del governo per la legalità, Meloni ribadisce che «la mia carriera politica è ispirata a Falcone e Borsellino e il nostro primo intervento è stato per salvare l'ergastolo ostativo». Quanto allo scudo penale, «la norma non è in manovra». Nel merito però la premier si dice favorevole a una depenalizzazione nella fattispecie in cui «dichiaro e non verso, e poi mi metto in regola con il dovuto», che è diversa da quando «non dichiaro». «Assumiamo 3.900 persone nell'Agenzia delle entrate, mi spiace che non l'avete visto. Così come non avete visto che interveniamo contro imprese "apri e chiudi"». Quanto a riforma della giustizia e intercettazioni, occorre «limitarne l'abuso». Sul tema della legalità, una frecciata alle opposizioni e in particolare a M5s e Conte: «Non prendo lezioni da chi ha liberato boss mafiosi con la scusa del Covid e da chi ha firmato il condono di Ischia».

FISCO

12.15: «Il primo obiettivo fiscale di questo governo è ridurre il costo del lavoro. Noi abbiamo dato un segnale in manovra sul cuneo, ed è stato un segnale costosissimo. Il nostro obiettivo di legislatura è abbassare 5 punti, due terzi lato lavoratore e un terzo lato imprese. Il secondo grande obiettivo è una tassazione che tenga conto della composizione del nucleo familiare, dei figli a carico. Denatalità per noi è priorità assoluta. Il terzo obiettivo è una detassazione premiale, più assumi meno paghi». Sulla riforma del catasto, Meloni dice: «Sapete come la penso, per carità si può fare una mappatura ma mai da questo governo ci sarà un aumento della tassazione sulla casa. La prima casa la considero un bene sacro, non pignorabile e non tassabile». A seguire, la premier difende la "flat tax": «L'unica soglia dove l'autonomo paga meno tasse del dipendente è quella più alta, 80mila euro».

PNRR

12.10: «Siamo soddisfatti per aver raggiunto gli obiettivi del semestre per il Pnrr. C'è ora un tema vero di trasformare il piano in cantieri, visto i costi delle materie prime. C'è lo strumento di RePowerUe, che secondo me va integrato nel Pnrr. E poi bisogna semplificare, in questo senso va la riforma del Codice degli appalti. Il lavoro è molto complesso, non è facile, è la questione cui stiamo dedicando più tempo. Dobbiamo darci delle priorità strategiche». Si difende successivamente dall'accusa di essersi astenuta, all'opposizione, sul Pnrr: «Ci siamo astenuti perché banalmente non abbiamo letto il testo». Lo dice, Meloni, giustificandosi rispetto alle strozzature dei tempi parlamentari per il varo della manovra, ricordando analoghi precedenti di altri esecutivi.

LAVORO E REDDITO DI CITTADINANZA

12.00: interpellata sulle politiche per un lavoro "degno" e sull'intervento contro il Reddito di cittadinanza, Meloni replica: «Bisogna mettere le aziende in condizioni di assumere. Questo si fa quando l'economia è libera e liberale. Il Reddito di cittadinanza non ha sconfitto la povertà. La nostra politica è togliere cavilli, abbassare la tassazione, in questa manovra l'abbiamo fatto ma con poche risorse. Abbiamo la proposta di una decontribuzione totale dell'assunzione a tempo indeterminato. Ma bisogna anche vedere come cambia il mercato del lavoro. Con il ritorno dei voucher noi preferiamo normale alcune tipologie di lavoro che altrimenti potrebbero essere svolte in nero. Ma sui voucher eviteremo degenerazioni con i controlli e la digitalizzazione». Tornando poi sul Reddito di cittadinanza, «ci siamo presi 7 mesi per affrontare la sfida di trovare alle persone occupabili un posto di lavoro». La premier prosegue: «Spendiamo 8-9 miliardi per il Reddito, ma noi abbiamo, per la formazione, 8 miliardi del Fondo sociale europeo della vecchia programmazione e 13, vado a memoria, della nuova programmazione». Sul tema della "congruità" dell'offerta di lavoro, dice: «Se si intende la congruità il non ritenere quella mansione in linea con le mie aspettative, allora non può essere a carico della fiscalità generale».

COVID E VACCINI

11.55: «La misura presa dal ministro Schillaci - dice Meloni in riferimento ai tamponi obbligatori per chi arriva dalla Cina - rischia di non essere totalmente efficace se non applicata a livello europeo. Il ministro ha preso immediatamente l'iniziativa di scrivere all'Ue, la stessa cosa ha fatto il ministro Salvini. Al momento abbiamo sequenziato 30 casi e sono tutti variabile Omicron, quindi la situazione è sotto controllo con tutte le prudenze del caso. Confermo il mio "no" a nuove privazioni di libertà». Interpellata successivamente anche sulla campagna vaccinale, e sull'accusa di guidare un governo con tendenze "no vax", replica: «C'è la campagna vaccinale del governo che invita a proteggere anziani e fragili, faccio un invito deciso a vaccinarsi».

MANOVRA E COALIZIONE

11.45: «Mi fido dei miei alleati al governo, il clima è positivo, abbiamo approvato una legge di bilancio non facile ma politica, che sposta le risorse verso il futuro». Quanto alla difficoltà di mantenere nel 2023 le promesse elettorali, Meloni spiega: «Abbiamo iniziato a mantenere le promesse. Per quanto riguarda le risorse, facciamo i conti con una situazione di grande emergenza, le misure per l'energia costano 5 miliardi al mese. Se si allenterà l'emergenza, si libereranno risorse. Uno scostamento? Sono prudente, non lo farei mai a cuor leggero".

11.38: con l'introduzione del presidente del Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti, Carlo Bartoli, che ha ricordato anche il "record" di cronisti sotto scorta in Italia, inizia la conferenza stampa di fine anno della presidente del Consiglio Giorgia Meloni. La premier ha detto che, una volta conclusa la carriera politica, intende tornare proprio alla professione giornalistica.

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