venerdì 24 luglio 2020
La Corte d'Assise ha condannato il boss di Brancaccio, Giuseppe Graviano, e Rocco Santo Filippone, ritenuto legato alla cosca Piromalli di Gioia Tauro
Il Palazzo di Giustizia di Reggio Calabria in un'immagine di archivio

Il Palazzo di Giustizia di Reggio Calabria in un'immagine di archivio - Ansa

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Due ergastoli, nell'ambito del processo "'Ndrangheta stragista", per l'omicidio dei brigadieri dei carabinieri Antonino Fava e Vincenzo Garofalo, uccisi nei pressi dello svincolo di Scilla dell'allora auatostrada A3 Salerno-Reggio Calabria (oggi A2), il 18 gennaio 1994, e per altri reati.

La Corte d'Assise di Reggio Calabria, presieduta da Ornella Pastore, ha condannato il boss di Brancaccio, Giuseppe Graviano, e Rocco Santo Filippone, che per la Dda è espressione della potente cosca Piromalli di Gioia Tauro. Per Filippone oltre all'ergastolo anche 18 anni di reclusione per un altro capo di imputazione, l'accusa aveva invocato 24 anni di carcere.

Si conclude così il processo "'Ndrangheta stragista" che ha fatto luce sui tre attentati ai carabinieri avvenuti nella provincia di Reggio Calabria nel 1993 e nel 1994 in cui morirono i brigadieri Fava e Garofalo e rimasero feriti altri 4 militari e soprattutto, secondo l'ipotesi accusatoria, sulla partecipazione della 'ndrangheta, su richiesta della mafia siciliana, alla stagione degli attentati continentali contro lo Stato.

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