lunedì 23 settembre 2013
​Alla ripresa del processo dopo la pausa estiva, l'ex comandante riferisce in aula: «Diedi ordine di mettere il timone a sinistra: non ci sarebbe stato lo "schiaffo" sugli scogli». I periti del gip: l'impatto era comunque inevitabile.
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Francesco Schettino, ex comandante della Concordia, dà la sua versione della tragedia del Giglio accusando il timoniere indonesiano Jacob Rusli Bin di non avere eseguito i suoi ordini. Nel corso dell'udienza di oggi, Schettino ha reso dichiarazioni spontanee al tribunale sostenendo: "Nel momento in cui ho chiesto al timoniere di mettere il timone a sinistra la nave aveva una accelerazione verso destra. L'errore di non mettere a sinistra, ovvero il ritardo, è la conseguenza dell'errore".Contrario il parere dell'ammiraglio Cavo Dragone, capo dei periti del gip, che ha deposto in aula. "C'è stato un ritardo rispetto al comando ordinato dal comandante Schettino ma, a causa della velocità, della prossimità delle costa e delle condizioni del mare l'impatto non era comunque evitabile".Riprende con queste battute, dopo la pausa estiva, a Grosseto, il processo per il naufragio della nave Concordia, avvenuto il 13 gennaio 2012. Unico imputato è Schettino, accusato di omicidio colposo plurimo, lesioni colpose, disastro colposo, abbandono di incapace a bordo e mancate comunicazioni alle autorità. Come da calendario fissato nell'ultima seduta di luglio, nella sala del tribunale allestita al cinema Moderno compariranno i periti e i consulenti per illustrare quanto avvenuto nel corso dell'incidente probatorio. Solo dopo la loro deposizione, il presidente del collegio giudicante Giovanni Pugliatti deciderà se accogliere o meno la richiesta di superperizia avanzata dalla difesa di Schettino e dal Codacons su alcuni elementi emersi negli ultimi tempi. Le udienze andrano avanti oggi e domani, giovedì e venerdì, con pausa mercoledì. Uno dei legali di Schettino rilancia la necessità di nuovi accertamenti tecnici sulla Concordia. "Ci sono fatti da accertare - ha detto l'avvocato Francesco Pepe - come il generatore di emergenza che non ha funzionato, fatto scritto nella perizia, e il mal funzionamento dei bracci delle scialuppe delle porte stagne. Bisogna accertare l'influenza e l'incidenza che questi fattori hanno avuto dopo l'impatto. Il generatore è situato all'undicesimo piano proprio perchè non deve essere interessato dall'acqua, ma nessuno ha spiegato perchè non ha funzionato". Il collegio difensivo di Schettino ha avanzato dubbi anche sulle modalitàdell'affondamento della nave Concordia: "Per normativa e principi costruttivi doveva affondare verticalmente. Lo fece anche il Titanic, che aveva una falla laterale. Se fosse avvenuto questo non sarebbe accaduto nulla perchè si adagiava sul fondo. Ad oggi nessuno sa perchè abbia sbandato e sia affondata su un lato. E questo non è imputabile a Schettino".  Schettino ha rispiegato la sua versione su quanto accadde quella notte anche ai giornalisti, in un momento di pausa dell'udienza: "Se il timoniere non avesse commesso l'errore di mettere il timone nella posizione contraria a quella ordinata da me, non ci sarebbe stato quello schiaffo sugli scogli". Ora l'importante è che il processo non procuri un secondo schiaffo, quello alla verità cercata dalle famiglie delle trentadue vittime.

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