venerdì 27 gennaio 2012
Accordo raggiunto tra le Associazioni nazionali dei consumatori e la compagnia di navigazione per l'indennizzo dopo il naufragio della Concordia. Intanto potrebbe terminare in giornata il lavoro preparatorio, iniziato il 24 gennaio, per dare il via al pompaggio del carburante dall'interno del natante naufragato la sera del 13 gennaio davanti all'isola del Giglio, in una riserva naturale marina.​
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Accordo raggiunto tra le Associazioni nazionali dei consumatori e la compagnia Costa Crociere per l'indennizzo ai passeggeri dopo il naufragio della nave Costa Concordia al Giglio. Il tavolo di conciliazione tra i rappresentanti dei Consumatori e Costa Crociere, organizzato da Astoi Confindustria,ha indicato un rimborso forfettario di 11mila euro a persona a titolo di indennizzo, a copertura di tutti i danni patrimoniali e non subiti,nel naufragio della Concordia da ogni passeggero,compresi i bambini.In una nota diffusa da Astoi si precisa che "l'importo forfettario concordato a titolo di risarcimento è superiore ai limiti risarcitori previsti dalle convenzioni internazionali e dalle leggi vigenti. Tale importo verrà riconosciuto indipendentemente dall'età del passeggero, considerando anche i bambini, sebbene non paganti. Costa si è impegnata altresì a non dedurre, da tale cifra, quanto eventualmente percepito dai clienti per rimborsi assicurativi legati a polizze individualmente stipulate". "Un nucleo familiare composto da due persone - si legge nella nota di Astoi- in aggiunta a quanto sopra elencato, ad esempio, vedrà quindi riconosciuto un importo forfettario di euro 22.000, così come un nucleo familiare di due adulti e due bambini arriverà a 44.000 euro. In concomitanza, la Compagnia avvierà altresì la restituzione di tutti i beni presenti nelle casseforti delle cabine, ove sia possibile il recupero". I risultati raggiunti dal Tavolo di conciliazione, con l'obiettivo, condiviso da tutti di trovare soluzioni conciliative e transattive che puntino alla migliore soddisfazione dei passeggeri coinvolti nella vicenda di Costa Concordia, riguardano: -un importo forfettario di euro 11.000 a persona a titolo di indennizzo, a copertura di tutti i danni patrimoniali e non patrimoniali subiti, ivi inclusi quelli legati alla perdita del bagaglio e degli effetti personali, al disagio psicologico patito ed al danno da vacanza rovinata;- il rimborso integrale del valore della crociera, comprensivo delle tasse portuali; - il rimborso dei transfer aerei e bus, inclusi nella pratica crociera;- il rimborso totale delle spese di viaggio sostenute per il rientro;- il rimborso di eventuali spese mediche sostenute;- il rimborso delle spese sostenute durante la crociera.La proposta di risarcimento concordata tra Costa Crociere e associazioni dei consumatori ovviamente non riguarda "le famiglie delle vittime ed i passeggeri feriti, per i quali è stato necessario effettuare trattamenti sanitari in loco. Per costoro l'indennizzo terrà conto della gravità del danno subito dai singoli individui". Alla riunione, organizzata da Astoi Confindustria Viaggi su specifico incarico di Costa Crociere, hanno partecipato i rappresentanti delle seguenti Associazioni dei Consumatori aderenti al CNCU, Consiglio Nazionale dei Consumatori e degli Utenti: Acu, Adiconsum, Adoc, Adusbef, Altroconsumo, Assoconsum, Assoutenti, Casa del Consumatore, Cittadinanzattiva, Ctcu, Federconsumatori, Lega Consumatori, Movimento Consumatori, Movimento Difesa del Cittadino, Unione Nazionale Consumatori. Per Costa Crociere erano presenti i rappresentanti della Direzione; per Astoi Confindustria Viaggi il presidente Roberto Corbella, il direttore Generale Flavia Franceschini e l'avvocato Alessio Costantini. In accordo con le Associazioni dei Consumatori si sono altresì stabilite le modalità di gestione delle pratiche di indennizzo, per le quali, nella sede di Genova di Costa, verranno istituite due unità operative interamente dedicate. Gli accrediti degli importi avverranno entro 7 giorni dall'accettazione della proposta di Costa da parte dei consumatori. Costa Crociere metterà a disposizione un indirizzo e-mail (rimborsiconcordia@costa.it) ed un numero per le informazioni (848505050). Tutte le Parti si impegnano a divulgare tramite i loro canali di comunicazione ogni informazione legata alle modalità di rimborso e, più in generale, all'accordo raggiunto ed a fornire la dovuta assistenza. E' stato inoltre convenuto che la Compagnia offra l'opportunità di cancellare senza penali le crociere prenotate prima del drammatico evento, su tutte le proprie rotte, entro il 7 febbraio. Le Associazioni dei consumatori non percepiranno alcun tipo di remunerazione per tutte le attività legate all'accordo raggiunto.SCHETTINO PERSE UN'ORA PREZIOSASe il comandante Francesco Schettino "non avesse perso un'ora preziosa" forse non ci sarebbero 16 vittime accertate e altre 16 persone che mancano all'appello, probabilmente sepolte nel ventre della Costa Concordia naufragata all'isola del Giglio. L'ultima accusa nei confronti del primo ufficiale della nave, la più pesante, arriva dal comandante delle Capitanerie di Porto, Marco Brusco. Perché l'Ammiraglio non lo dice chiaramente, ma il suo pensiero è chiaro: se l'allarme fosse stato dato prima, non ci sarebbero stati i morti. "Sarebbe andata di lusso". La responsabilità dell'incidente "é sicuramente del comandante" dice senza mezzi termini Brusco in Parlamento, sentito dalla commissione Lavori Pubblici del Senato. E' lui che "predispone la rotta" ed è lui che "l'ha impostata" alla partenza da Civitavecchia. "E' evidente che se poi ha deciso di cambiarla - sottolinea l'Ammiraglio - ha staccato gli strumenti e ha lavorato in manuale". Andandosi a schiantare sullo scoglio a 150 metri dalla costa. Dunque non possono esserci dubbi: "la responsabilità è sua". Certo, ragiona il comandante delle Capitanerie di Porto, c'é da chiedersi perche "gli ufficiali che erano con lui - "gli stessi che poi sono 'scivolati' con il comandante sulla scialuppa" ironizza Brusco - "siano rimasti zitti", senza cercare di distoglierlo da quella navigazione a rischio. Una domanda che si sono posti anche gli inquirenti e che potrebbe portare all'iscrizione nel registro degli indagati di altri membri dell'equipaggio, qualora ne fossero accertate le eventuali responsabilità. Certo è che oltre a sbagliare clamorosamente la manovra, Schettino fece anche un altro errore, quella maledetta sera.

Un errore che forse è costato la vita a decine di persone. "Se facciamo un attimo di attenzione e consideriamo che a bordo c'erano oltre 4.200 persone, possiamo dire che è andata bene" premette Brusco, che poi lancia l'attacco: "ma se il comandante non avesse fatto perdere un'ora preziosa, sarebbe andata di lusso". Tradotto, significa che se Schettino avesse dato l'allarme "quando la nave era inclinata a 20 gradi e non a 90, sarebbe stato molto più facile calare le scialuppe". Ed invece, "la prima ora dopo l'urto, la più importante, è stata persa". Poi è stato "un rincorrersi, ci sono stati ordini contradditori, il comandante se n'é andato, le scialuppe non si sono potute calare, non c'é stato modo di gestire l'angoscia dei passeggeri". E' in quell'ora che il naufragio si è trasformato in tragedia. "Se Schettino avesse utilizzato bene la prima ora - ripete amaro l'ammiraglio Brusco - tutto sarebbe stato più sereno". Durante l'audizione il comandante delle Capitanerie di Porto si è soffermato anche sulla pratica dell'inchino. Sostenendo che quella di Schettino è stata una manovra quantomeno "stravagante", perche la nave "fa una rotta quasi ad angolo acuto rispetto al Giglio e con una velocità piuttosto elevata", mentre la navigazione turistica, che è una "tradizione marinaresca non così radicata e frequente" in tutto il mondo, prevede una "rotta piuttosto ravvicinata" ma "parallela alla linea di costa" e soprattutto "sempre in sicurezza". "Non è vietata - aggiunge Brusco - se effettuata con criterio e nel rispetto delle specifiche norme necessarie". Anche sui soccorsi, la visione delle Capitanerie di Porto e ben diversa da quella di Schettino. Perché è vero che il personale di Costa "ha dato delle risposte adeguate". Ma si tratta di risposte arrivate "dall'equipaggio, meno dagli ufficiali: sono stati più bravi quelli sotto che lo stato maggiore".

ARPAT: NESSUN PROBLEMA SU TENSIOATTIVI Per quanto riguarda i tensioattivi usciti in mare dalla Concordia "é stato un fenomeno locale nel tempo. Ora non ci sono problemi, anche se avevano creato allarme all'inizio". Lo ha detto il responsabile di Arpat al briefing con Franco Gabrielli. "Negativi i valori analitici su tutti i 6 punti" ha aggiunto. Secondo Arpat non ci sono problemi neppure per gli idrocarburi, "continuiamo a fare prelievi giornalieri in sei punti diversi - ha detto Marcello Massa Ferri - e i dati ad oggi ci confortano molto". Nessun problema "neppure per quanto riguarda i solventi".AL VIA ESAMI SU CAMPIONI BIOLOGICI DI SCHETTINO
Sono cominciati stamani presso l'istituto di medicina legale dell'università Cattolica di Roma gli esami tossicologici disposti dalla procura di Grosseto su campioni biologici prelevati al comandante della nave Costa Concordia, Francesco Schettino. I test sono condotti dal consulente tecnico di ufficio della procura, professor Marcello Chiarotti, su campioni di capello e urine prelevati il 17 gennaio scorso a Schettino e conservati finora dal reparto scientifico dei carabinieri. Il professor Chiarotti ha chiesto 30 giorni di tempo per dare i risultati alla procura e alle parti.ANTICIPATA A OGGI L'ESTRAZIONE DEL CARBURANTEPotrebbe terminare in giornata il lavoro preparatorio, iniziato il 24 gennaio, per dare il via all'estrazione del carburante dall'interno della Costa Concordia, naufragata la sera del 13 gennaio davanti all'isola del Giglio, in una riserva naturale marina. Lo ha comunicato stamane un portavoce della struttura commissariale, aggiungendo che i palombari della Marina stanno valutando la possibilità di piazzare nuove microcariche esplosive per aprire altri varchi all'interno della parte sommersa dello scafo. «Potrebbe terminare oggi il lavoro di sistemazione delle valvole nei sei serbatoi», ha detto, aggiungendo che sul versante delle ispezioni nella parte sommersa del Concordia, «si valuta se aprire un nuovo varco al ponte 5, dopodiché, scenderanno i sommozzatori per le ispezioni». A effettuare la sistemazione delle valvole nei sei serbatoi esterni che contengono il 50% delle quasi 2.400 tonnellate di olii e carburanti che stanno all'interno del Concordia è la società specializzata olandese Smit, chiamata da Costa Crociere a evitare un disastro ambientale. Un volta sistemate le valvole può cominciare il lavoro di estrazione vera e propria, che quindi potrebbe anche partire stasera, in anticipo rispetto alla prevista data di avvio per domani. Ieri intanto il commissario per l'emergenza Franco Gabrielli ha detto che non ci sono più speranze di trovare vivo qualcuno dei 19 dispersi. I morti accertati ad oggi sono 16. Gabrielli ha poi tranquillizzato sul fronte inquinamento, in cui non si sono evidenziati problemi di idrocarburi o sostanze tossiche in mare.

 

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