giovedì 18 ottobre 2018
La stima di Boeri (Inps). E nuovo attacco di M5s. Assegni d’oro, salta il ricalcolo
Il presidente dell’Inps, Tito Boeri,  in audizione davanti alle commissioni

Il presidente dell’Inps, Tito Boeri, in audizione davanti alle commissioni

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Il taglio delle 'pensioni d’oro' è già stato annunciato come una delle misure della legge di bilancio, con tanto di quantificazione del gettito previsto (un miliardo in tre anni). Ma il criterio in base al quale sarà effettuata la sforbiciata degli assegni non è ancora definito. E sembra tramontare l’ipotesi originaria, quella di un ricalcolo con il metodo contributivo, dati gli alti rischi di ricorsi e bocciatura costituzionale.

La maggioranza si starebbe orientando verso una duplice strada: la prima è applicare alle pensioni oltre i 4500 euro netti un contributo di solidarietà da riversare a favore degli assegni più bassi; l’altra è bloccare la rivalutazione all’inflazione. Una decisione definitiva non sarebbe ancora stata presa. Nelle scorse settimane si era parlato anche di una penalizzazione basata sull’età di uscita (ovvero tagli crescenti per chi è andato in pensione prima) ma anche questo meccanismo sembra superato. Delle pensioni d’oro è tornato a parlare anche il presidente del’Inps Tito Boeri che ieri nel corso di un’audizione in Parlamento ha lanciato nuovi strali contro i provvedimenti del governo in ambito previdenziale, calcolando in 140 miliardi di spesa aggiuntiva in 10 anni con l’introduzione di 'quota 100' e il blocco degli aumenti delle età di uscita.

Per quanto riguarda i tagli alle pensioni più ricche, secondo Boeri si può arrivare a un risparmio di 300 milioni l’anno solo se si riduce la soglia per l’intervento dagli attuali 90mila euro di reddito previsti, a 78.000 euro: la riduzione partirebbe da circa 3.800 euro netti al mese in su e non dai 4.500 annunciati dal governo, che frutterebbero invece (ipotizzando riduzioni dall’8 al 23%) solo 150 milioni l’anno. Un altro modo per aumentare i risparmi fino a 300 milioni l’anno è il blocco della perequazione per le prestazioni più alto, ha spiegato il presidente Inps, sul modello dell’intervento del governo Letta (che partiva però da meno di 3.000 euro).

Riguardo alle modifiche alla Fornero, Boeri calcola un costo complessivo di 7 miliardi il primo anno, 11,5 miliardi nel 2020 e quasi 17 miliardi, un punto di Pil, nel 2021. Cifre che si riferiscono all’impatto finanziario non solo di 'quota 100', ma anche della conferma di opzione donna, Ape sociale e del mancato adeguamento alla speranza di vita dei requisiti anagrafici e contribuivi. Gli interventi del governo sul sistema previdenziale potrebbero costare 140 miliardi nei primi 10 anni. Mentre sul lungo periodo, dal 2046 in poi, la spesa dovrebbe scendere perché le persone saranno andate in pensione in anticipo e con assegni più bassi rispetto a quelli che avrebbero ottenuto andando a riposo con le regole attuali.

A questo proposito Boeri ha fatto l’esempio dell’effetto di un’uscita con quota 100 per un lavoratore del pubblico impiego, con un reddito di circa 40mila euro lordi annui che potrebbe perdere fino a 500 euro al mese (il 21%) andando in pensione cinque anni prima dell’età di vecchiaia (cioè a 62 anni e con 38 anni di contribuzione in larga parte con calcolo retributivo). Una differenza che potrebbe costituire però un disincentivo al pensionamento, dal momento che la scelta sarà su base volontaria. Per Boeri a lasciare il lavoro anticipatamente saranno «poco meno di 400mila lavoratori».

Un numero limitato anche dalla norma che prevede il divieto di cumulo redditopensioni e che costituisce «un deterrente », almeno per alcuni, all’uscita in anticipo. Anche se, dati gli alti costi che lo Stato dovrebbe sostenere per controllare il rispetto del divieto, non è detto che «ne valga la pena». Boeri ha confermato le sue preoccupazioni sull’ipotesi di condono contributivo sottolineando che sarebbe «devastante per i conti». L’audizione di Boeri è stata al centro dei commenti negativi della maggioranza: «È una vergogna, così fa politica», ha accusato il pentastellato Davide Tripiedi. Mentre l’esponente Pd Chiara Gribaudo ha parlato di «dati allarmanti» sulle misure del governo che «fanno esplodere i conti pubblici e ipotecano il futuro dei nostri giovani».

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