ll debito dei comuni grava sulla popolazione residente per 954 euro pro-capite ed incide sul prodotto interno lordo per il 5,2%. Il debito delle province ha un'incidenza pro-capite di 198 euro e costituisce circa l'1% del prodotto interno lordo.Lo rileva la Corte dei Conti nella relazione sulla gestione finanziaria degli Enti Locali negli esercizi 2009-2010. Il debito finanziario complessivo dei comuni, nel 2009, si può stimare in 63,3 miliardi di euro e rimane sostanzialmente invariato rispetto al 2008. Analoga la dinamica, nel biennio 2008-2009, per le province per le quali il debito, nel 2009, è pari a 11,7 miliardi di euro.Molto pesante risulta l'incidenza media del debito sulle entrate correnti (per i comuni oltre il 114,9% e per le province del 105,9%). Crescono, rispetto al debito totale, i mutui e i prestiti obbligazionari. L'area Nord ha il maggior importo di debito, tanto in valori assoluti che relativi alla popolazione e alle entrate correnti. Il dato si inverte in ordine all'incidenza percentuale sul PIL. Si evidenzia che, per molti comuni e non poche province, l'onere del debito finanziario, che è di natura certa e di lunga durata, è coperto in buona parte con il ricorso a risorse di natura straordinaria (non strutturali), quali avanzi di amministrazione generati per lo più da positiva revisione dei residui, oneri di urbanizzazione, plusvalenze nelle vendite immobiliari, ecc.La recente disposizione del comma 108 della legge finanziaria del 2011 che, per il triennio 2011-2013, ha ridotto all'8% il limite dell'incidenza del costo degli interessi sulle entrate correnti, può concorrere al contenimento dell'indebitamento. Il fenomeno dei debiti fuori bilancio si conferma esteso e persistente e, per la rilevanza degli importi riconosciuti e del numero degli enti coinvolti, non può essere considerato semplicemente un indizio di patologia nella gestione del bilancio degli enti locali.