venerdì 29 aprile 2016
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La scommessa di Berlusconi su Marchini a Roma può avere delle ripercussioni sullo scacchiere politico nazionale. Già il passo, in sé e per sé, è servito come 'richiamo della foresta' per la spezzettata galassia del centrodestra moderato. Intorno al costruttore non solo si ricompone la storica triade ex-Cav-Fini-Casini, ma si ritrovano anche i partiti di Alfano, Fitto e Quagliariello, che hanno posizioni e prospettive diverse rispetto al governo Renzi e al referendum costituzionale del prossimo ottobre. Anche Zanetti e Verdini guardano con necessario interesse alla faccenda. È solo nostalgia? Non per forza. Se l’operazione-Marchini si legge insieme all’operazione-Parisi a Milano (su quest’ultimo convergono anche Passera e Lega), innanzitutto riemerge nel campo di centrodestra un’idea di leadership moderata e distante dai toni di Salvini. Anche i due personaggi presentano dei caratteri di novità nel panorama politico. Qualcuno già sostiene che Milano e Roma potrebbero essere, per entrambi, il trampolino per una leadership nazionale in chiave antirenziana. Ma tutto dipende dagli esiti delle amministrative, ovviamente. Un successo, un risultato superiore alle attese, potrebbe trasformare la nostalgia in qualcosa di più concreto. A quel punto le ripercussioni nazionali sarebbero inevitabili, perché Alfano potrebbe dover scegliere da che parte stare anche in Parlamento. Non è un caso se ieri, proprio ieri, Verdini abbia per la prima volta chiesto al Pd qualcosa di più di una pacca sulla spalla, ma un incontro politico in senso stretto sull’agenda parlamentare: è un modo per dire al premier di trattare con più garbo gli alleati, ora che Berlusconi si è 'risvegliato'. Insomma, se Parisi e Marchini dimostrano che c’è ancora spazio per l’alternanza tra centrodestra e centrosinistra, e rosicchiano consensi a M5S, potrebbe diventare molto concreta l’ipotesi di anticipare il voto nazionale dal 2018 al 2017. Se invece la capriola di Berlusconi verso il moderatismo non dovesse dare gli esiti sperati, per la galassia 'popolare' del centrodestra resterebbero disponibili due sole vie di salvezza. La prima, la via Verdini, è quella di costruire un centro a supporto di Renzi. La seconda consisterebbe nel rifugiarsi sotto l’ombrello di Salvini. Nell’uno e nell’altro caso, chi ieri si è riabbracciato intorno a Marchini (e Parisi) tornerebbe a dividersi. Forse irrimediabilmente. Marco Iasevoli © RIPRODUZIONE RISERVATA
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