giovedì 10 dicembre 2015
La Commissione europea ha inviato all'Italia una lettera di messa in mora", prima fase della procedura d'infrazione ai Trattati Ue: "L'Italia  non sta rispettando pienamente gli obblighi previsti dal piano di eradicazione della xylella.". (Pino Ciociola)
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La lettera di messa in mora partita da Bruxelles. Cioè l’inizio della procedura comunitaria d'infrazione, per la mancata o insufficiente esecuzione delle misure decise dal Comitato fitosanitario permanente Ue contro la diffusione della Xylella, il batterio considerato responsabile del disseccamento degli ulivi in Salento. "Secondo la valutazione della Commissione e i risultati preliminari dell'ispezione effettuata dal Food and Veterinary Office (l'Ufficio veterinario e per gli alimenti dell'Ue, ndr) in novembre - ha detto Enrico Brivio, portavoce dell'Esecutivo Ue per Ambiente, Salute e Sicurezza alimentare -, l'Italia non sta adempiendo ai propri doveri riguardo alla eradicazione, al contenimento e alle misure di sorveglianza della Xylella”.Ma adesso, con tutta probabilità, si apre un caso. Perché le Procure di Lecce e Brindisi stanno indagando sull’intero “Affaire Xylella” e soprattutto perché gli abbattimenti degli ulivi sono stati bloccati dalle sospensioni decise da Tar e confermate dal Consiglio di Stato. Insomma, una grana per l’esecutivo italiano. Con il governatore pugliese, Michele Emiliano, che ha subito chiarito come la procedura d’infrazione dell’Ue "complichi la vita a chi sul campo deve convincere gli agricoltori ad abbattere ulivi sani, in molti casi, per fermare l'infezione” e “senza alcuna giustificazione scientifica, per quanto mi riguarda". Va infatti ricordato che non esistono prove scientifiche del nesso fra Xylella e disseccamento degli ulivi e che la positività al batterio venne registrata (nell’ottobre 2014) su appena 612 piante delle 26.755 analizzate.Ultima annotazione di Emiliano: la procedura "riguarda il governo, che ha voluto commissariare la lotta", e non la Regione Puglia e gli altri entri locali. Mentre i comitati locali salentini promettono di continuare a dare battaglia, con presidi e manifestazioni che vanno avanti da un anno, e con una nuova poggia di ricorsi,  anche alla Corte di Giustizia europea.
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