mercoledì 13 luglio 2016
​Le nuove modalità sono contenute nel decreto che andrà in conferenza unificata il prossimo 28 luglio. Si creerà un sistema di accreditamento permanente che evita il ricorso a bandi di gara biennali. Chi aderisce verrà  esentato dalla creazione sul territorio di centri di accoglienza temporanei.       
Accolte 30mila persone: come cambia lo Sprar
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Niente più bandi ma un sistema di accreditamento permanente a cui i comuni, potranno aderire in ogni momento. E in più agevolazioni, come un “bonus” da spendere sul sociale e la rassicurazione che laddove si partecipi a un progetto Sprar non si avranno grandi centri prefettizi sul territorio. Il ministero dell'Interno semplifica il percorso di adesione all’accoglienza dei migranti attraverso i progetti Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiato, gestito dai comuni italiani): le nuove modalità di partecipazione sono contenute in un decreto che il prossimo 28 luglio arriverà in conferenza unificata Stato-Regioni, per poi essere firmato dal titolare del Viminale Angelino Alfano. Queste misure sono state annunciate dal Capo Dipartimento per le Libertà civili e l'Immigrazione del Ministero dell'Interno, Mario Morcone, in occasione della presentazione del Rapporto Sprar 2015. Morcone ha sottolineato, in particolare, che «la linea che terremo è che se si partecipa a questo tipo di accoglienza si è esentati dalla creazione sul territorio di centri di accoglienza temporanei. Non perché il Cas (il centro accoglienza straordinaria, ndr) sia una punizione ma perché bisogna rispettare un criterio di equilibrio nei territori». Saltano, inoltre, le vecchie procedure che prevedevano bandi biennali per aderire allo Sprar. D’ora in poi saranno valutati i singoli progetti di accoglienza, e se valutati positivamente, l’accreditamento sarà permanente: così un comune che entra nel sistema vi rimane e può decidere di aderire in qualsiasi momento. «Ovviamente – ha aggiunto Morcone – ci sarà un monitoraggio attento e continuo dei progetti». Parallelamente, ha aggiunto Morcone, si sta pianificando anche una riforma delle commissioni che devono valutare le domande di asilo: «Saranno inserite persone qualificate, che hanno fatto formazione su questi temi – spiega – Vogliamo essere più europei in questo, e cercheremo di chiudere questa partita in sei mesi». In sintesi le parole chiave del Rapporto Sprar 2015: ACCOGLIENZA Il sistema di protezione che per tanti anni si è mantenuto costante, su piccole cifre, seppur non superando mai i 6mila posti di accoglienza, adesso conta 27mila posti di accoglienza. STATUSTra questi il 58% è richiedente protezione internazionale, il 10% ha lo status di rifugiato, il 13% è titolare di protezione sussidiaria e il 19% di protezione umanitaria. TERRITORI Lazio e Sicilia sono le regioni che ne accolgono di più, rispettivamente il 22,4% (con 2.500 posti a Roma) e il 20,1%, seguite da Puglia (9,4%) e Calabria (8,9%). RETE 376 enti locali titolari di progetto (339 comuni, 29 province, 8 unioni di comuni) che, con il finanziamento del Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell'asilo, hanno realizzato 430 progetti di cui 52 per minori soli, 30 per persone con disagio mentale o disabilità fisica, 348 per richiedenti e titolari di protezione internazionale. Che cosa è lo Sprar? Lo SPRAR (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiato) è costituito dalla rete degli enti locali che accedono ai finanziamenti del Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell'asilo. Il ministero dell’Interno, tramite il servizio centrale, infatti emana ogni due anni un bando per l’assegnazione dei posti finanziati. I singoli enti locali interessati, partecipano a tale bando presentendo il proprio progetto. I progetti possono essere ritenuti “idonei” e finanziati o “non idonei”. In alcuni casi i progetti vengono ritenuti “idonei” ma per mancanza di fondi, non vengono attivati. Qual è l'obiettivo dello Sprar? Lo SPRAR si propone di offrire misure di assistenza e di protezione al singolo beneficiario e di favorirne il percorso di integrazione attraverso l’acquisizione di una ritrovata autonomia. Secondo i dati del ministero dell’Interno, sono circa 100mila i migranti accolti in Italia: di questi il 70 per cento è ospitato in un centro di accoglienza straordinaria (Cas), mentre solo il 21,7 per cento negli Sprar (circa 22mila posti)
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