sabato 10 agosto 2013
COMMENTA E CONDIVIDI
Apprezzamento per i risultati della lotta all’usura da parte della Guardia di Finanza, ma anche un appello alle istituzioni, perché non lascino da soli gli investigatori e le associazioni antiusura a contrastare un fenomeno sempre più capillare.Don Alberto D’Urso è il vicepresidente della Consulta nazionale antiusura. «Il lavoro della Guardia di finanza conferma quanto andiamo sostenendo da anni. L’usura è un reato in crescita, ma lo Stato non fa abbastanza per aiutare le vittime e prevenire il fenomeno».Cosa sta cambiando nel mondo sommerso dei "cravattari"?La piaga dell’usura si manifesta sempre più legata ad una rete strutturata di strozzinaggio e coinvolge non solo commercianti, piccoli imprenditori e artigiani, ma anche famiglie con prestiti che oltrepassano abbondantemente interessi del 100%. Non soltanto oggi un italiano su quattro si rivolge ai "Compro-oro", che come è stato documentato, in tanti casi hanno dato vita ad una rete di traffici illeciti in Italia e all’estero, ma aumenta sempre di più il numero delle famiglie che svende la nuda proprietà sia per poter sopravvivere e sia per pagare spese ordinarie.Al governo cosa chiedete?Che apra gli occhi e affronti, tanto per cominciare, il disagio in cui versano le Fondazioni antiusura, uniche sul territorio a conoscere ed affrontare i drammi di centinaia di migliaia di famiglie. Il finanziamento atteso per il 2012 ci verrà liquidato, stando alle promesse, alla fine del 2013. Si tratta di 70 milioni di euro che servono per sostenere le vittima dei cravattari e incentivarle a denunciare. Come riuscite a far fronte alle richieste d’aiuto?Adesso siamo in seria difficoltà. Tutti abbiamo i conti in rosso, segno che i soldi li usiamo per davvero in aiuto di chi è vessato. Lo Stato ha in noi un servizio a costo zero, fatto da volontari che ci impegnano gratuitamente e che hanno una grande esperienza sui temi del credito.Cos’altro si dovrebbe fare?Faccio un appello: la Guardia di finanza ci informa di aver compiuto sequestri di beni per decine di milioni di euro. Si potrebbe cominciare a utilizzare questo patrimonio – che proviene dal denaro estorto alle vittime di usura – destinandolo per esempio ai Confidi, il consorzio di garanzia collettiva dei fidi che svolge attività di prestazione di garanzie per agevolare le imprese nell’accesso ai finanziamenti. Si potrebbe incrementare il Fondo antiusura con il ricavato dei patrimoni sequestrati e permettere un’assistenza più puntuale, più mirata, più strutturata e più immediata alle Fondazioni Antiusura e ai Cofidi.Le Fiamma gialle hanno rinnovato l’allarme sul sistema a tinte fosche dei "compro-oro". Cosa ne pensate?È sotto gli occhi di tutti che si tratta delle uniche attività commerciali che non sono affette dalla crisi economica e che anzi attraverso di essa si alimentano. Dietro a queste attività spesso agiscono reti che gestiscono un sistema di riciclaggio, che si fonda anche su complicità di persone al di sopra di ogni sospetto.A chi si riferisce?Questo proliferare di compro-oro, fa venire il dubbio che talvolta le licenze vengano concesse con eccessiva superficialità. Un po’ come avviene con il gioco d’azzardo. E allora viene da chiedersi se davvero negli uffici pubblici non ci sia qualcuno in grado di frenare questo dilagante fenomeno.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: