sabato 21 novembre 2015
Spariti 17 capolavori.Trafugate opere di Mantegna, Tintoretto, Rubens. Il sindaco: «Un colossale furto su commissione». Le tele valgono 15 milioni. Danno immenso all’arte
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«È un massacro per il mondo dell’arte». Paola Marini, direttrice del Museo di Castelvecchio, a Verona, confessa tutto il suo sgomento per il furto di 17, fra capolavori e opere minori, avvenuto mercoledì sera nel cuore della città scaligera. Sottratti anche sei Tintoretto e poi Mantegna, Rubens, Pisanello, Bellini, Caroto, Hans de Jode e Benini. Insomma quanto di meglio custodisce Verona. «Un colossale furto su commissione», come continua a ripetere il sindaco, Flavio Tosi, del valore tra i 10 ed i 15 milioni di euro, secondo una prima stima, portato a termine da professionisti che non hanno lasciato nulla al caso. Sgomento di Marini, di Tosi e di tutta la città perché il colpo è avvenuto senza che funzionasse il sistema di sicurezza. I ladri, insomma, hanno agito indisturbati addirittura per un’ora, tra le 20 e le 21. L’allarme, infatti, è stato dato dalla guardia giurata e dall’addetta alla cassa appena si sono liberati. Che cosa sia successo lo spiega lo stesso sindaco. «Dalle immagini – sostiene – risulta che il colpo fosse preparatissimo perché i ladri non hanno mai parlato fra di loro, sono andati esattamente dove volevano prelevando quel che volevano prelevare». Erano in tre, vestiti di nero, col passamontagna in testa, armati. Hanno immobilizzato e disarmato la guardia giurata, hanno imbavagliato la cassiera. E mentre questa veniva tenuta sotto stretto controllo da uno di loro, gli altri due si sono fatti accompagnare dal vigilante nelle sale dell’esposizione. «Sono entrati nel momento di pre chiusura, l’unico dove nel museo non c’è nessuno, quando non è ancora chiuso verso l’esterno e quando la guardia giurata si appresta a chiudere – racconta sempre il sindaco –. In quel momento precedente la chiusura non c’erano ancora allarmi ». È il momento del cambio tra il personale museale e la vigilanza privata, quando i sistemi antifurto non sono ancora attivi, così come non lo sono i sensori volumetrici, collegati con la centrale operativa dell’istituto di vigilanza. Le telecamere hanno certificato puntualmente quanto accaduto. I banditi sono fuggiti usando l’auto della guardia giurata, quindi pianificando anche questo aspetto, ma evidentemente avevano una macchina altrove. La direttrice Marini, il sindaco Tosi e numerose altre autorità si trovavano tutti al ristorante, l’altra sera, per la consegna dei Premio 12 Apostoli. Non appena giunti a Castelvecchio, constatando quali opere erano state portate via, hanno subito realizzato che si trattava di furto su commissione. Tra le opere trafugate sei dipinti del Tintoretto. Si tratta di 'Madonna allattante', 'Ritratto di Marco Pasqualigo', 'Trasporto dell’arca dell’alleanza', 'Banchetto di Baltassar', 'Sansone' e 'Giudizio di Salomone'. Gli altri quadri sono 'Dama delle licnidi' di Peter Paul Rubens, 'Sacra famiglia con una santa' di Andrea Mantegna, 'Ritratto maschile' della cerchia di Jacopo Tintoretto; 'Ritratto di ammiraglio veneziano' della Bottega di Domenico Tintoretto; 'Madonna della quaglia' del Pisanello, 'San Girolamo penitente' di Jacopo Bellini, 'Ritratto di giovane con disegno infantile' e 'Ritratto di giovane benedettino' di Giovanni Francesco Caroto, 'Porto di mare' E 'Paesaggio' di Hans de Jode e 'Ritratto di Girolamo Pompei' di Giovanni Benini. Una tavola di Giulio Licinio, 'Conversione di Saulo', che era vicino ai Tintoretto, è rimasta danneggiata in un angolo. «Il danno non è grave – spiega Marini –, sarà facilmente restaurabile. Dimostra, però la brutalità con cui i ladri hanno agito». L’autorità giudiziaria ha delegato il Nucleo tutela patrimonio artistico dei Carabinieri a seguire le indagini.
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