venerdì 4 luglio 2014
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Eito di «un buon lavoro fatto insieme» e occasione per vedere nero su bianco delle cifre «fornite dal ministero sul costo medio degli studenti negli istituti statali». È doppia la soddisfazione di Maria Grazia Colombo, componente del comitato parità presso il ministero dell’Istruzione e presidente nazionale emerito dell’Associazione genitori delle scuole cattoliche.Perché, al suo punto di vista, parla di un passaggio importante?Quella tabella fornita dal ministero dell’Economia e delle Finanze, nonché l’intero impianto che regola le esenzioni, è il frutto di un lavoro fatto insieme: realtà e associazioni della scuola paritaria assieme al ministero, il tutto in un luogo istituzionale come è la commissione parità. Il frutto di un lavoro di anni, con un confronto proficuo e serio. E quella tabella di fatto è un ulteriore riconoscimento che nel sistema paritario tutte le scuole hanno pari dignità, perché tutte svolgono un servizio pubblico. Lo stesso servizio pubblico.Qualche anno fa l’Agesc, associazione che lei ha presieduto, fece una propria ricerca in cui fissò il costo per alunno per ordine di scuola nelle statali. Cifre che oggi vengono sostanzialmente confermate dal ministero.Al di là della conferma delle cifre, che è importante, ciò che mi pare straordinario è che a fornire questo costo medio per studente siano gli stessi ministeri dell’Economia e dell’Istruzione. Mi pare un passaggio decisivo e importantissimo.Ma qualcuno potrebbe parlare di un meccanismo per favorire le paritarie.Resta comunque il fatto che per la prima volta il ministero mette nero su bianco il costo medio di uno studente nelle scuole statali. Nessuno può a questo punto contestare il fatto che la presenza della scuola paritaria è un risparmio per la Stato, visto che la spesa complessiva per le paritarie non va oltre i 500 milioni di euro l’anno. E se da una parte si evidenzia il divario di trattamento economico tra gli studenti che frequentano l’unico sistema scolastico nazionale, dall’altra parlare di costo medio studente per le statali fa cadere un altro aspetto ideologico spesso usato contro le paritarie, e cioè che la scuola dello Stato sia gratis. I dati del ministero dell’Economia dicono il contrario.Stabilito tutto questo, quali passi pensa debbano essere compiuti adesso?Credo che aver evidenziato i costi, anche se l’aspetto economico non dovrebbe essere il punto di partenza, richiama tutti sulla necessità di ripensare la spesa per l’istruzione e di guardare all’intero sistema paritario.Pensa a tagli o a investimenti?Penso a un meccanismo che permetta di spendere meglio nella scuola, in cui bisogna investire. Occorre guardare ad un sistema paritario che dia piena attuazione all’autonomia scolastica, che è una legge dello Stato. Insomma mettere in moto un meccanismo che riavvii il sistema scolastico, sperimentando una autonomia delle scuole reale e vera, anche dal punto di vista finanziario. Mettere in moto il sistema con un circolo virtuoso, non per tagliare o distruggere, ma ribadisco, per spendere meglio.
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