sabato 15 gennaio 2022
Tre persone uccise in ventiquattr’ore dal freddo pungente e dagli stenti. Ma questo inverno ne ha già stroncati altri
Persone senza una casa nel sottopasso Mortirolo della Stazione centrale a Milano

Persone senza una casa nel sottopasso Mortirolo della Stazione centrale a Milano - Fotogramma, immagine d'archivio

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Tre senza dimora uccisi in ventiquattr’ore dal freddo pungente e degli stenti. Uno a Torino, due a Roma. Storie di invisibili come tante altre. Finite in tragedia.

Paolo veniva dalla Romania, dove aveva lasciato moglie e figli, e viveva da due anni per strada. Ultimamente non si muoveva più dalla panchina in corso Rosselli, zona piazza Marmolada, a Torino, che aveva scelto come sua “casa”: dormiva e mangiava lì ogni giorno, dopo aver fatto una passeggiata ai giardini davanti alle poste portando con sé un carrello pieno di coperte e libri. Finché giovedì verso le 11 è stato ritrovato senza vita dai residenti dell’elegante quartiere della Crocetta che ormai si erano abituati a vederlo lì intorno. Non dava fastidio e non chiedeva niente a nessuno.

«Da qualche giorno stava male ma non voleva essere aiutato» ha raccontato alla polizia un passante che ha cercato di capire cosa stesse accadendo l’altra mattina, vedendo che non si muoveva. Ha tentato di soccorrerlo, ma inutilmente. Il cuore di Paolo si è fermato all’improvviso: il suo fisico non ha retto alle rigide temperature della notte. Già in passato l’uomo avrebbe rifiutato di trasferirsi nel rifugio caldo e sicuro propostogli dai volontari che lo andavano a trovare. Aveva una borraccia che si faceva riempire di acqua calda da un bar vicino al suo giaciglio: si scaldava così nelle notti di gelo: a Torino d’inverno le temperature scendono spesso sotto lo zero. E qualcuno ogni tanto gli portava un caffé o un tè. Si era voluto vaccinare, con la terza dose, in un hub allestito proprio per i senzatetto.

Ieri mattina è stato trovato inerme sulla sua panchina: i sanitari, chiamati in soccorso dalla polizia, non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso. Sulla panchina, per ricordarlo, qualcuno ha posato un vasetto di primule e una rosa. E c’è chi ha pregato per lui. «Era bravo, non meritava una fine così» ha commentato un abitante del rione.

E ieri mattina poco dopo l’alba, sotto il cavalcavia pedonale tra via Laurentina e via del Tintoretto, zona Tre Fontane all’Eur, nella Capitale, una scena simile a quella di Torino: anche in questo caso un passante si è accorto di un cadavere sopra una panchina e ha chiamato i carabinieri. Si trattava di un senza dimora di origine romena, 52 anni: non aveva documenti con sé. Nessun segno di violenza sul corpo, ha riferito il medico legale: sarebbe morto, dunque, per ipodermia. Ancora il freddo killer. E forse l’indifferenza per una vita buttata via. Di più per ora non si sa. La salma è stata trasportata presso l’Istituto medicina legale del Policlinico di Tor Vergata.

Nei pressi di Roma la terza vittima. Un senza dimora è stato trovato morto in un'area boschiva a San Carlo di Palidoro (Fiumicino). Sul posto sono intervenuti i carabinieri di Passoscuro. Si tratta di un polacco di 53 anni. Il personale medico non ha potuto fare altro che costatare il decesso del 53enne. Sul corpo non c'erano segni di lesioni né di colluttazioni quindi è possibile che la causa della morte sia l'assideramento. La salma è stata trasportata all'obitorio del Verano.

Dal 1° dicembre a Roma sono quattro i senza fissa dimora trovati morti in strada: l’11 gennaio un uomo senza documenti all’interno del parco del Torrione al Prenestino; il 9 dicembre un 27enne alla stazione Termini e il 1° dicembre un romano di 78 anni che aveva allestito la sua casa in un’auto alla Garbatella.

«Come ha detto Papa Francesco, Roma è una città meravigliosa, ma anche faticosa e che a volte sembra scartare. L’auspicio che tutti possano apprezzarla per l’accoglienza dei più fragili è anche il nostro. Sarà una delle linee portanti della nostra azione», ha commentato il sindaco capitolino, Roberto Gualtieri.

Ma, a Roma come altrove, c’è bisogno davvero di intensificare i piani di prevenzione del freddo e l’azione di soccorso e assistenza a chi, per necessità o scelta, vive per strada, dorme sotto i ponti, sulle fredde panchine, negli androni dei palazzi o dentro vecchie automobili. Si faccia quello che è possibile per stare vicino agli “scarti della società”, che hanno bisogno di tutto per vivere.


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